L’acquisto dell’esterno colombiano da parte dei nerazzurri sta facendo molto discutere in queste ore, con la stragrande maggioranza dei tifosi che si è schierata contro il trasferimento. Mettendo per un istante da parte le antipatie del caso e volendo analizzare la situazione da un punto di vista meramente tattico, Juan Cuadrado rappresenta un profilo che manca alla rosa interista. Il punto carente delle fasce di Inzaghi è rappresentato proprio dalla mancanza di giocate individuali, di quegli 1 contro 1 di cui il colombiano ha rappresentato per anni uno dei migliori esponenti in Serie A. Si individua ora la prima nota dolente del neoacquisto del club meneghino: l’età. Il problema non risiede nella carta d’identità in sé, dato che il contratto annuale permette di chiudere il rapporto già dalla prossima estate, ma dal fatto che Cuadrado ha visto nel tempo un notevole calo di condizione e, conseguentemente, di impiego.

La domanda sorge spontanea a questo punto, può un Inter reduce da una finale di Champions e con ambizioni di scudetto doversi accontentare di acquisti alla Cuadrado? La risposta in un mondo ideale sarebbe no, ma, con gran rammarico degli interisti tutti, nel mondo di Suning di ideale c’è ben poco. Sono ormai diversi gli anni in cui i tifosi nerazzurri hanno dovuto convivere con importanti perdite, partendo dalle più recenti come quelle di Onana, Brozovic, Lukaku (bis) e Skriniar, passando per Perisic e arrivando ad Hakimi e nuovamente a Lukaku. Leggendo questa lista appare evidente un ridimensionamento, quantomeno sulla carta, poiché si parla di alcuni dei migliori interpreti nei rispettivi ruoli nel campionato italiano e non solo.

La continuità nella competitività dell’Inter è da ricercare nei colpi, spesso piazzati a parametro 0, della dirigenza. Quanto però si può continuare su questa strada? Quando una delle squadre più importanti al mondo potrà tornare a spendere? Attenzione, non si sta in questo articolo parlando di mercati faraonici; che il campionato italiano non nuoti nell’oro alla Zio Paperone appare evidente, altrettanto lo è la forza economica di Premier e della “nuova arrivata” Arabia che mettono sul piatto offerte che non si possono rifiutare (citando il Padrino). Quello che si chiede è un mercato più tranquillo, nel quale sia possibile chiudere rapidamente gli acquisti, senza dover sempre aspettare le cessioni (mettendo a rischio mesi di scouting, incontri e trattative) e nel quale non ci si debba accontentare di dover pescare tra i parametro 0 o giocatori a prezzo di saldo. Soprattutto, infine, un mercato nel quale non si rischi di perdere 3 o 4 giocatori di livello senza poi avere la forza economica per trovare sostituti all’altezza.

Visti i problemi economici della famiglia Suning e le limitazioni agli investimenti del governo cinese, ad oggi, l’unica soluzione appare quella della cessione, non certo priva dei ringraziamenti dovuti per le vittorie ottenute, ma inevitabile per un Inter che, per storia e tifo, si sente stretta in questo vestito asiatico e vuole tornare a sedersi al tavolo delle grandi europee.