Pare che il "caso" Kean-Cagliari sia ancora in gestione, nell'immaginario collettivo: nel senso dell'importanza, del significato e delle sue conseguenze.
In un appunto precedente, ho sottolineato come, a mio avviso, la preoccupazione principale, dopo il fattaccio, sarebbe dovuta essere quella di preparare il giocatore ad una Vita da Star (pare Egli abbia i numeri intrinseci per meritarlo, ma lo deve ancora dimostrare). Il target sarebbe il minimo per chi avesse veramente a cuore il futuro del ragazzo.

La grancassa dei commentatori, sembra, al contrario, preferire la GIUSTA (!) ma senza dubbio più banale strada della condanna al razzismo tout court.
Non che io voglia giustificare in alcun modo alcun atteggiamento razzista. CI MANCHEREBBE! Certe vergogne sono e restano indegne di una società civile. Resta il fatto che, al netto di ciò che si possa essere sentito allo Stadio,  PRIMA (io ho solo visto Sky), il bailamme è iniziato dopo il gol di Kean stesso.

Molti commentatori arrivano addirittura a stigmatizzare il comportamento di Bonucci (che pare essersi scusato, il giorno dopo) per aver attribuito qualche colpa al suo giovane collega.
Sia chiaro che a mio avviso Moise NON HA COMMESSO ALCUN REATO AUTENTICO.
Nella sua esultanza ha per altro tenuto una sorta di atteggiamento di sfida nei confronti dei suoi vergognosi dileggiatori e questo è stato sufficiente per scatenare una ulteriore bagarre. Il dileggio, a prescindere dalla ragione che lo alimenta, è sempre vile e deprecabile. Se non altro, perché si tratta di MOLTI (che fanno branco) contro UNO, che in genere non si può difendere.
Il dileggio per motivi razziali puri, poi, è e resta assurdo ed inaccettabile.

Mal si attaglia, peraltro l'atteggiamento, attribuito come prioristico, ad una tifoseria che ha accettato fra le sue fila anche calciatori che non sono propriamente nordici...
Quindi verrebbe da dire che Cagliari NON È RAZZISTA.

Alcuni di coloro che hanno assistito alla partita Cagliari-Juventus, probabilmente sì, ma solo nei confronti di giocatori scuri di pelle che militino in altre squadre. Il fenomeno del "buu" razzista, d'altronde, ha colpito, già in passato, molti giocatori (e non solo in Italia). Talora, però, è stato anche cavalcato ad arte.
Balotelli, ad esempio, ictus oculi, non è un ariano, ma quante volte è  stato fischiato per il colore della sua pelle e quante altre invece per punire la sua arroganza? È  accaduto a Milano, è  accaduto a Torino, dove, nella storia, raramente si sono sentiti fischi gratuiti contro Davids, contro Martins, contro Eto'o o contro Weah e contro molti altri giocatori scuri di pelle. Io penso, quindi, che AD ARTE quei deficienti matricolati, che hanno fischiato l'ingenuotto Kean, abbiano sfruttato il casus belli di un suo atteggiamento per lo meno equivoco.
Bisogna quindi, a mio avviso, oltre che condannare loro (GIUSTAMENTE !) anche insegnare al ragazzo che, per il futuro, dovrà essere più attento.

Il dileggio in pubblico si diceva...
In epoche oggi definibili arcaiche, il fenomeno, nello spettacolo più che nel calcio, esisteva già, ma era tipico di alcune categorie di artisti, i cantanti lirici, in primis. Il colore della pelle non c'entrava, ma il risultato era il medesimo: lo scherno, spesso ingiustificato attraverso i fischi dal loggione.
Il primo di gennaio del 1958, a Roma, di fronte a Giovanni Gronchi Presidente, Maria Callas si rifiutò di proseguire la sua interpretazione della "Norma", indispettita dai fischi dei loggionisti che avevano contestato un suo primo Atto non memorabile.
Scoppiò un enorme scandalo, e, a quanto si legge, fu presentata addirittura una interrogazione parlamentare.

La Divina era greca, e di pelle chiara. 
Quindi, niente "racisme".
Ma Ella non meritava quei fischi neppure per una bassa performance, perché aveva tentato di cantare, sebbene non fosse in perfette condizioni di voce.
L'artista, peraltro, rimase in camerino, sola, e non uscì sul palco, a fissare i loggionisti che la contestavano.

Facciamo studiare a Kean anche un po' di Storia della lirica.
Potrà fargli bene, anche se Egli preferisce certamente Mahmood (e ha ragione, alla sua età!).