Leggo, sgomento mio malgrado, della morte improvvisa di Horacio Sala.
Era il padre di Emiliano, giovane calciatore scomparso pochi mesi fa in una tragedia aerea che risulta non ancora chiarita nelle responsabilità tecnico giudiziarie, ma tuttavia consumatasi impietosa.
Chiedendo doverosa venia a tutti gli specialisti del caso, che esprimeranno, per dovere, pareri tecnicamente impietosi, ma assai più  precisi, io, da uomo della strada mi limito a pensare che il poveretto sia morto di dolore.

Io non conoscevo Horacio, non conoscevo Emiliano, neppure come tifoso.
Non lo avevo MAI visto giocare.
Dopo l'incidente nei cieli della Manica, ho comunque, come tutti, vissuto la tragedia di un uomo che perde un figlio, dopo averlo generato, educato,  visto crescere ed eccellere nella vita, per l'attività che aveva scelto. In una parola, con l'incidente, aveva assistito alla distruzione della emanazione di se stesso, alla vanificazione dei propri migliori sogni traslati.
Sono cose che possono capitare, ma che segnano per sempre chiunque le subisca. 

Sono esperienze innaturali.
Dice il lessico esistere un termine preciso per i vedovi e per gli orfani, esseri privati dei compagni e dei genitori; non è MAI tuttavia stato coniato un termine che indichi lo status specifico di chi sia stato privato della propria prole. Penso sia giusto così, perché DEVE essere considerata una esperienza contro natura.

A livello calcistico, che oramai va definito "imprenditoriale e societario", immagino che stuoli di Avvocati stiano litigando a colpi di carte bollate sui valori risarcitori da attribuire alla perdita del giovane Emiliano.
Forse, qualche legale di scarso scrupolo e di grande ardimento tenterà di porre in relazione di causa/effetto la seconda morte con la prima per arrotondare un eventuale gruzzolo.
Tutto ciò poco conta.
Lasciamo che finanzieri ed affaristi rovistino nel loro letame.

Il significato terribile, ma indicativo della storia sta nella apparente ineluttabilità di un Fato scritto che non risparmia nessuno; poveri, ricchi, ignoti e uomini famosi.
Bisognerebbe sempre tenere a mente il fenomeno.

E mentre noi per primi occupiamo i nostri blog ad osservare le offerte milionarie proposte a Conte ed a Guardiola; mentre pensiamo al cachet fantasmagorico elargito Ronaldo; mentre litighiamo sul futuro di un Gattuso colpevole o innocente, il Destino, come un aracnide perverso, continua a tessere la sua tela.

Eleviamo un pensiero a chi è stato tanto sventurato da non poter compiere il proprio destino; preghiamo per Chi non ha neppure potuto piangere il proprio immenso dolore, e ridimensioniamoci tutti.