Complice la fine del Campionato, complice un "rien ne va plus" per lo più  maturato,  complice la noia per solite ipotesi fantasiose sul futuro delle squadre, si è rinnovata negli ultimi tempi la querelle des querelles fra gli appassionati : "MESSI/RONALDO, quale il migliore ?"

Voglio anche io, indegnamente, aggiungere alcune considerazioni.

Premesso che il fatto che, oggi, il Portoghese sia un tesserato della Juventus - di cui sono tifoso- non porta né onore, né colpa per lui, parto da un dato statistico: i due sono praticamente coetanei, e dominano il palcoscenico INSIEME oramai da molti anni.

I loro rispettivi Palmarès lo testimoniano.

Mai, credo, si era verificata una tal contingenza in precedenza ed il fenomeno si traduce in un vantaggio per Noi, che abbiamo avuto la sorte di vederli insieme negli stessi stadi.

Nel paragone, non si potrà dire che hanno giocato un calcio "diverso", come avvenne per Pelè/Maradona o, in altra disciplina, con Marciano/Alì o con Laver/Federer, o con Coppi/Merckx.

Le loro vite vissute sono molto, molto simili e traggono origine da situazioni di modestissimo livello : nessuno figlio d'arte, problemi famigliari e di povertà per Ronaldo piccino; problemi addirittura di Salute per la Pulce Argentina.

Tutti e due hanno avuto, in sorte dal buon Dio, una enorme fortuna : la capacità di comprendere PRESTISSIMO loro strada e di saperla perseguire con tenacia, applicazione, sacrificio, probabilmente addirittura con rabbia.

La coerenza non è mai mancata loro, nello sviluppo di personalità eccelse, nel loro campo.

Il Dio pagano Apollo sarebbe soddisfatto di loro, che hanno applicato così perfettamente il dettato del suo oracolo "Conosci Te stesso!".

Potente, dotato di un fisico eccelso, determinato come una creatura del Mito, Ronaldo è divenuto una sorta di Semidio, di nome e di fatto e come tale tende a comportarsi sempre.

Per certi versi, rammenta il Sigfrido wagneriano.

Per lui non si prova ammirazione, ma venerazione autentica.

Più umile, istintualmente come fisicamente, ma non meno predestinato, Messi ha trovato in una tecnica da prestigiatore, in una astuzia da genio la sua dimensione ed è divenuto altrettanto grande sotto una luce differente.

Per lui, si prova simpatia istintiva, come per il mitico Davide che sconfisse Golia, come per il "figgeu" Perasso, che scagliò la pietra, a Genova, contro un ufficiale asburgico.

Sotto, peraltro, c'è  ben altro.

Sotto, non si trova Achille, ma si intravvede Ulisse, a dirla con Omero.

Anche la Vita ha sorriso loro in maniera diversa.

RONALDO è l'industria di sè stesso.

Vende di tutto, con il suo nome, a partire dalle casacche bianconere, transitando per boxer e scarpette bullonate a tiratura limitata.

Mai ufficialmente convolato a nozze, ha figli del mistero, concepiti talora da ovuli anonimi e maturati in uteri mai rivelati. 

È spesso avvistato in compagnie femminili da 007 e frequenta donne da sogno, raggiungendole al volante di bolidi automobilistici fantastici, che, puntualmente,addirittura colleziona.

Una patina di eterno enigma aleggia intorno lui e lo rende anche più fascinoso.

Messi è  tutt'altro che indigente, ci mancherebbe, ma, nelle sue espressioni anche legate al lucro personale, risulta sempre meno chiassoso, meno appariscente, meno patinato.

Ha la sua prole (non ricordo se due o tre figli), partoriti dalla medesima compagna, che, dicono, lo abbia accompagnato sin da ragazzino.

È una donna bellissima, M.me Antonella, ma non è una Star da gossip.

Da tutto ciò scaturisce un Messi "famigliare", quasi un nipote od un cugino buono che, percorrendo la sua strada, ha ottenuto la giusta fortuna nella Vita.

Persino le diatribe con il fisco spagnolo (entrambi colpevoli, e condannati) li hanno visti su piani differenti di difesa : Ronaldo ha patteggiato un po' altezzosamente con i suoi avvocati, adducendo non so quale fandonia. Messi pure, ma ha adottato una difesa più volpina ("ho sempre fatto ciò che mio Padre mi diceva di fare".

Verosimile palla colossale, ma piuttosto indicativa, sotto il profilo mediatico).

E, poi, c'è il Campo.

E allora, giù il cappello, qualunque dei due stia giocando.

Essi non giocano a Calcio.

Essi praticano l'Arte del Calcio.

Chiunque può suonare un pianoforte, ma Benedetti Michelangeli era un'altra cosa. Chiunque può dipingere una tela, ma Raffaello è rimasto unico.

Chiunque può intonare un'aria, ma Enrico Caruso e Luciano Pavarotti  sono rimasti il Mito.

Anche nello sport praticato esiste un climax: 

esordiente,  praticante, assiduo, professionista, campione, artista.

Cristiano Ronaldo e Leo Messi sono dell'ultima categoria.

Non me ne vogliano tutti gli altri.