Reduce dalla partita di Cagliari, seguita su Sky, prendo atto di una buona sgambata, da parte dei "nostri" contro un undici che, a mio parere di inesperto, è parso inferiore all'Empoli ed al Bologna con cui ci siamo recentemente confrontati.
Meritano, a mio avviso, alcune notazioni, che prendono spunto dalle intemperanze scatenatesi negli ultimi minuti del match.

Al netto di qualsiasi scontata considerazione sulla stupidità dei cori razzisti dagli spalti,  non posso non  essere preoccupato per il nostro attuale giovanotto di punta. Il baldanzoso Vercellese dimostra infatti alcuni numeri importanti: discreta tecnica, gran velocità, posizione e grinta.
È, per altro, tanto sfortunato da segnare fin troppo, ed in maniera non sempre così fantasmagorica. Nella partita precedente, mi pare sia addirittura stato favorito da una deviazione del difensore che lo contrastava. Al suo ottimo istinto di posizionamento in attacco, non corrisponde, a mio avviso,  una sufficiente freddezza da Killer di area, da stoccatore impietoso.

Stasera ha sbagliato due occasioni, una terza la ricordo ciabattata a lato, contro l'Atletico.
Se vogliamo fare di Lui il nuovo Trezeguet, bisogna che egli migliori per quanto può, ma potrà farlo solo incrementando la sua esperienza.

Qui si apre il giro vizioso.
Più il ragazzo sembra "sfondare" facilmente, più rischia di esagerare la propria autostima ed il suo assurdo comportamento  di stasera "contro" i tifosi avversari, comprensibile ma non giustificabile, ne è la prova lampante.

Il raggiungimento di una maturità psicologica è un processo lungo e complesso, ma passa per tappe obbligate spesso difficili da portare a termine, quando il soggetto inizia a sentirsi un idolo. Il rischio più grande, per lui, è che la Società voglia contingentarne ancora di più le prestazioni.

Gestito già ora con un contagocce microporico da un coach TROPPO prudente, egli rischia ulteriori stop che saranno giustificati da azioni di "ralenti" per il suo bene. Come è accaduto ad altri, forse non potrà neppure esplodere cosi fragorosamente come ha iniziato e rischierà di appassire prima di essere maturato del tutto.
Mi auguro che buon senso e capacità organizzativo dirigenziale abbiano a prevalere.

Una ultima considerazione è d'obbligo, infine, in relazione al comportamento dei suoi Colleghi in campo. Essi sono stati bravi, paterni, e premurosi nei suoi confronti, dopo il "fattaccio". Lo hanno ammansito e coccolato tutti. Un cenno particolare,  però, va a Leonardo Bonucci, che ha poi sentenziato ai microfoni: "Moise ha sbagliato il suo comportamento... dobbiamo abbracciarci tutti i insieme... dobbiamo essere d'esempio". Eppure, proprio lui, se non vado errato, aveva ben più di diciotto anni, quando, durante una breve parentesi vissuta con una diversa casacca, fece forse di peggio...

Giocare BENE al pallone non è facile. Essere uomini pubblici lo è certamente  di più. 

Questo, forse, bisogna insegnare a Moise.