Di questi tempi, ma mi sembra forse mai come in questa stagione, è tornato di moda il discorso del futuro degli allenatori, che potrebbero alternarsi alla guida delle grandi squadre europee.

Le cronache sportive sono stracolme di apparenti diktat : ..."Allegri, per rimanere, pretende" ..." Ecco le richieste di Mourinho "... "Pochettino pone le sue condizioni ..." Guardiola non si muove a meno di un cachet pari a ..."

Le affermazioni con ogni verosimiglianza, corrispondono a verità, ma, pur tecnicamente lecite in un mercato di libero scambio professionale, sono molto, molto tristi a sentirsi ed altrettanto pericolose ad essere tollerate.

Premetto che, personalmente (ma non  credo di essere l'unico)  non mi sento in grado di valutare QUANTO la personalità di un coach possa realmente incidere sul risultato di una squadra di calcio.

Resta comunque il fatto che, in questa festa, le danze sono condotte fra Club di primissima fascia e nessuno è così "scarso" di materia prima, in campo.

Le ultime partite di Champions hanno dimostrato, inoltre, come, con nomi più o meno collaudati in campo, squadre anche non titolatissime possono tranquillamente dire la loro, sempre.

Il "parziale" flop di ALLEGRI in Europa con una Juventus "corazzata" parrebbe attribuire una valenza molto rilevante al sistema di gioco, ma l'altrettanto non entusiastico cammino di Guardiola, dopo la parentesi superaurea degli anni di Barcellona, parerebbe dimostrare il contrario.

Idem, dicasi per il Mourinho post triplete/Inter. 

Zidane, a mio avviso è ancora "rivedibile" sotto quel profilo avendo vinto bene, ma SOLO con un Real collaudatissimo.

Io mi chiedo cosa in realtà, al di là della moda, giustifichi eticamente le richieste veramente esagerate di queste figure.

Io capisco il richiamo degli Artisti sulla folla, da Messi a Ronaldo, a Pelè, a Djokovic, a Tiger Woods, a Louis Hamilton.

Mi chiedo, però, chi voglia pagare il biglietto dello stadio per vedere i gesti in panchina di Mourinho o l'esaltazione di Antonio Conte al gol della vittoria.

"Fa vincere la squadra, mi diranno", ma è appena stato documentato che non sempre è una garanzia.

In realtà, mi chiedo, asetticamente, COSA contraddistingue l'allenatore "egregio"?

Nella mia immensa ingenuità io ipotizzo che gli allenatori potrebbero e dovrebbero rispondere a due tipologie fondamentali :

1) Quello (e qualcuno lo si vede ancora -Gasperini?-) che si sforza DI OTTENERE IL MEGLIO da ciò che trova nel club (salvo, poi, suggerire qualche variante, quando abbia capito i veri punti deboli)

2) Quello (e sono purtroppo i più, ai livelli "principeschi") che, dotato di pretese che pensa di poter vantare come dono divino, pone limiti di principio, dettando al Club scelte per lui irrinunciabili, il cachet,in primis

In ambedue le "classi" dovrebbe essere ASSOLUTAMENTE presente, nell'etica del coach, una fondamentale dote di capacità psicologica, di gestione di spogliatoio, di capacità di gestione fra le varie forze del Club (anche quelle amministrative) e con il Mondo esterno, dei Tifosi e dei Giornalisti.

Queste caratteristiche aggiuntive sono in genere più facile appannaggio della classe 1) che non della seconda,in cui ci si trova spesso di fronte a personaggi affetti da una certa complessità psichica e di minor facilità gestionale.

Sono troppo superficiale ? Penso di no, soprattutto tenendo conto che NON stiamo parlando della Direzione di un Dicastero politico nevralgico piuttosto che di un Istituto di Ricerca o del Rettorato di una Prestigiosa Università ;

Non stiamo nemmeno parlando di ruoli realmente apicali (il potere gerarchico di un allenatore si estrinseca, in fondo, nei confronti di un drappello di ragazzotti in mutande che zampettano dietro ad un pallone, più o meno campioni strapagati possano essere)

Stiamo parlando, in realtà, di soggetti SUBORDINATI, inquadrati a livello professionale come lavoratori dello Spettacolo.

Concedendomi un paragone molto ardito, io non penserei mai che un Sindaco potesse invitare Riccardo MUTI a dirigere la banda del paese, alla festa patronale, ma chiunque osasse farlo, forse riceverebbe dal Maestro per lo meno un attestato di stima per la richiesta, accando ad un educato diniego.

I giovani detrattori rampanti mi potranno dire che sono antico (e questo è anche vero) che il Mondo è cambiato (e questo pure), e che non capisco nulla.

Questa considerazione non riuscirei ad accettarla: non di sicuro non essere stato condiviso (siamo qui per confrontarci, in fondo) quanto perchè mi pare non siamo così numerosi a vedere come in questo groviglio economico speculativo che oramai soffoca il nostro mondo, nel Calcio come in altre espressioni sociali, si è aggiunta una aggravante.

Alle già assurde pretese dei giocatori, a quelle dei loro procuratori, a quelle dei governanti e delle Federazioni istituzionali, si sta aggiungendo un altro elemento di robusto impatto: il comportamento spesso apertamente ricattatorio di alcuni allenatori, che sfruttano il loro momento.

Io sono solo un simpatizzante, ma NON invidio nessun presidente di Club..

Ho la sensazione che, soprattutto i Presidenti degni, che tentino, ancora per passione, di resistere alla sopraffazione  economica e speculativa che li circonda (tifosi, ultras, giocatori, allenatori, procuratori, decine e decine di figure intermedie parassite) stiano soffrendo moltissimo questa situazione.

Le squadre milanesi sono già tracollate, e l'affidamento di INTER ad un gruppo istituzionale LONTANISIMO dal calcio, di MILAN direttamente ad un Fondo Speculativo, sono la controprova di un fallimento, se pure non tecnicamente amministrativo.

La Roma non pare troppo lontana dal rinnegamento della proprie origini e della propria storia.

Cederà anche il Dott. AGNELLI ? (Molti troppi segnali di confusione nella società sono indicativi di problematiche crescenti)

E tutti gli altri ?

In ogni caso, la Storia del calcio mi pare tragicamente vicina alla fine dei costumi che ce lo hanno fatto tanto amare.