Juventino da sempre e, purtroppo per me, oramai diversamente giovane, tuffo le radici dei miei ricordi personali nella Juventus del decimo scudetto: MATTREL, CASTANO SARTI, EMOLI CERVATO COLOMBO, NICOLÈ BONIPERTI CHARLES SIVORI STACCHINI.

Quanto tempo è passato da quando si leggeva "Lo sport illustrato"...

Gli scudetti sì sono succeduti, uno dopo l'altro, fino a raggiungere il numero odierno ... che, ovviamente NON SI PUÒ ENUNCIARE senza suscitare polemiche.

La squadra, come ogni creatura di questo mondo, ha attraversato alti e bassi, momenti di esaltazione ed incubi cupi ... alcune coppe anche in Europa, le Coppe delle grandi orecchie, il dramma dell'Heysel, la serie B, la resurrezione, l'oggi.

Chi,  come me, ora più imberbe, ora più maturo, ora più lontano, ora francamente vicino alla squadra, abbia vissuto tutto questo tempo con l'animo del vero appassionato,  ha sempre mantenuto, nei confronti del Club, un atteggiamento di grande rispetto.
Direi, lo stesso profondissimo rispetto che non si poteva non provare nei confronti dell'Avvocato o del Presidentissimo Boniperti o di Gaetano Scirea. NESSUNO AVREBBE MAI PRETESO, all'epoca, di entrare anche sono lontanamente nelle "segrete cose" di quei prodigiosi manager o di quei giocatori di favola.

Ma, da loro, abbiamo sempre ricevuto, in cambio, rispetto, identità di vedute mirata al bene del club, chiarezza di intenti.
Qualsiasi fosse la maniera che i CAPI avevano deciso, lo scopo era chiaro: ottenere il meglio per la squadra attraverso uno schema operativo che era comunque CHIARO e DEFINITO.

Non che ogni minima decisione fosse sottoposta a referendum o dovesse forzosamente essere plebiscitaria.
Quelle erano quisquilie.
La dirigenza, insindacabilmente segnava la rotta, e, poi, la perseguiva senza tentennamenti. Il "popolo" seguiva, condividendo o meno, ma le rotte erano sempre chiare, definite, tracciate.

Mi viene da dire che le epoche della chiarezza, della decisionalità, della coerenza siano finite con gli anni dell'Avvocato, che si è portato nella tomba il suo stile, la sua grandezza, la sua classe, il suo antivismo e la sua tenacia.
La Juventus gli è ovviamente sopravvissuta ed ha conosciuto ancora pagine alternanti.

Negli ultimi quattro lustri, prima l'inferno e poi la redenzione.

È proprio da quest'ultima che iniziano i "misteri".

Tali sono nati e tali rimarranno, probabilmente PER TUTTI NOI.

Talora, mi viene da chiedere se qualcuno li abbia mai chiariti; mi pongo il problema se siamo stati realmente voluti o se siano frutto di occasionalità fortuite, di ripicche bambinesche  

Il primo mistero dato dall'addio di Antonio Conte e dal "modus in rebus" dell'episodio.
Chiunque, oltre la pura potesi, sappia spiegare con ragionevole criterio di veridicità NON TANTO PERCHÉ  il coach se ne sia andato, ma perché lo abbia fatto una manciata di ore dopo aver sottoscritto il contratto di conferma, si faccia pure avanti.
Io, non l'ho MAI capito.
La "scelta" (che scelta non fu, perché fu un obbligo di fatto) di Allegri non è un mistero affatto, per lo meno all'atto della sua prima firma; era l'unico tecnico disponibile di quella levatura. 

Diventa peraltro il SECONDO mistero la sua riconferma, con tanto di ritocco incrementale di stipendio dopo la magra figura di Cardiff.
Non era obbligatorio vincerla, quella partita. Giocarla, SI', e per tutti i novanta minuti.

Allegri aveva portato la squadra sin lì; meritava rispetto e, volendo, anche la riconferma, se la Dirigenza voleva cosi. Ma addirittura un PREMIO dopo quella partita, decisamente NO.

Sull'incremento contrattuale sta il MISTERO.

Il terzo mistero non è più in panca, ma in braghette.

Mistero Bonucci 1: va bene il pregresso di stagione, va bene  il v@ffa, va bene lo sgabello, va bene tutto, ma per capire  la sua improvvisa ed inattesa cessione al Milan ci vuole molta fede, o una grande incoscienza o un robusto fatalismo.
Mistero aperto.
Mistero della trinità " Bonucci 2, Higuain, Caldara".

Ricorderete tutti, immagino, l'incrocio delle destinazioni

Più mistero di così...
Cosa ha prodotto, alla fine, il sovrannaturale evento?
Il figliol prodigo, oggi,  fa quello che può, spostando equilibrii oramai di carta velina con il capo ricoperto di cenere; il giovane difensore dalle belle speranze è SCOMPARSO ai radar; il Pipita (di cui non si  conosce bene  meppure l'attuale proprietà) pare  stia cercando casa, ma non sa in quale città cercarla ...

In un'aura tanto variegata di thrilling, non poteva mancare la dirigenza ...

Puntualmente ecco presentarsi il mistero Marotta:
Quando, dove,  perché, in quanto tempo, un altissimo dirigente a quel livello abbia deciso la migrazione (tra l'altro) in seno ad un rivale storico, non credo sia dato di sapere.
Eppure, è accaduto, se non ho vissuto un incubo nel sonno.
Avete casualmente udito qualche spiegazione?
Io, no.

E, ancora, più in sordina e spalmati negli anni:, quanti , quanti altri misteri :

mistero Del Piero (licenziato, direi in tronco e tuttora senza ruoli istituzionali in un Club in cui è ancora poco meno che venerato dai tifosi)

Mistero Buffon, ritiratosi in apparenza per poi ricomparire in campo, oltre la frontiera.

Mistero Ronaldo, di cui NEMMENO I PIÙ FANTASIOSI fra noi avrebbero neppure lontanamente ipotizzato l'arrivo ...

Mistero Dybala : paragonato all'erede di Sivori, il ragazzo è totalmente sfiorito. Sovrastimato da tifosi illusi ? Cassato da un allenatore che è riuscito a vanificarne il talento ?

Mistero ....

Tornando alla data di oggi, tutti noi juventini siamo ancora frastornati dalla partita di pochi giorni fa che ha sancito l'ennesima débâcle europea (tra l'altro, meritata, almeno per quanto riguarda l'epilogo in campo).

Leggiucchiamo qua e là di nuove volontà,  di acquisti e di cessioni,  di conferme e di novità.

Ci consumiamo cercando di individuare colpe e responsabilità; ci impegniamo tentando di fornire suggerimenti operativi alla nostra modesta portata.

Ma a chi possiamo illuderci di fornire il benché minimo contributo, di fronte ad atteggiamenti tanto lontani da un discorso comune, da una minima attendibilità anche solo di parvenza logica, da una considerazione che rispetti anche solo un fine apparentemente univoco?

Il club non è più un amalgama di amici appassionati;  è oramai una S.p.A che risponde a criteri aziendalistici governati da organi interni insindacabili ai più.

In Cda, a quanto ho letto, siede più di un dirigente che, per preparazione specifica, sa di Calcio quanto un tifoso conosce di astrofisica ...

Noi, che siamo fuori dalle stanze dei bottoni, chi siamo, oramai ?

Se siamo tifosi da stadio serviamo tutt'al più per essere spennati da aumenti dei costi di frequenza (30 %, lo scorso anno) in costante e progressivo aumento.

(Questa, comunque, resta una scelta totalmente libera e, quindi, non costrittiva).

Se, invece, siamo appassionati  (gruppo cui, per chiudere il cerchio aperto all'inizio, mi vanto di appartenere) siamo oramai senza difese:  restiamo annichiliti, abulici e svuotati di fronte ad un numero di nonsense decisamente preoccupante. 

Restiamo attoniti e muti soprattutto  di fronte alla delusione più grande:  quella di non poter neppure più ipotizzare un sogno logico.

Ci hanno privato anche di quelli. 

Qualsiasi essi potessero essere, infatti, rischierebbero di essere vanificati da un qualche nuovo,  inspiegabile MISTERO che potrebbe imbrogliare le carte.