Qual è lo spirito con cui il tifoso rossonero brinda all'anno appena concluso ed a quello che sta per iniziare?
Nel 2022 il Milan ha concluso un'annata incredibile, paragonabile solo alla cavalcata trionfale del 1999 quando, con Zaccheroni alla sua guida, seppe vincere all'ultima giornata. I rossoneri hanno superato squadre obiettivamente più attrezzate e risolto in maniera egregia i problemi tattici e le carenze di organico che si sono via via manifestate. Al di là della validità del tecnico il vero punto di forza che in quest'inizio di campionato è sembrato venir meno è stata l'umiltà. Dobbiamo ammettere che la nostra non era la squadra più forte del campionato scorso e non lo è nemmeno adesso, quindi se vogliamo mantenerci ai vertici occorre recuperare lo spirito combattivo che ha consentito di ribaltare l’anno scorso il derby di ritorno e vincere tante partite nei minuti di recupero. Ed è proprio lo spirito che invece al momento latita, insieme ad un’intervenuta presunzione dovuta forse al triangolino tricolore sulle maglie! Al di là dello spirito occorre trovare anche accorgimenti in tutti i reparti. La difesa pare in sofferenza e non ha avuto nel campionato in corso il rendimento eccezionale del precedente. Perché non proteggerla con un cambio di modulo che rinforzi il centrocampo e dia respiro agli eccellenti Tonali e Bennacer? Serve in mediana un elemento muscolare e di interdizione e più di Vranck (che comunque è un rincalzo di qualità) promuoverei Pobega cui sinora non ha giovato essere impiegato in varie zone del campo ma che ha dimostrato di saper fare il suo quando messo nel suo ruolo naturale. L’assenza di Maignan è un handicap grave non tanto perché Tatarusanu non sia all’altezza quanto perché non possiede i lanci lunghi e precisi del francese ad innescare le punte nè dà quella sensazione di sicurezza che consente le incursioni di Theo da una parte e Calabria dall’altra. Il cambio di modulo, con un centrocampo rinforzato, è comunque preferibile all’inserimento in corsa di un portiere (Sportiello, Vicario, Cragno?) che presenta più di un’incognita e va, secondo me, programmato solo nella prossima stagione. L’attacco vive al momento delle sgroppate di Leao e della tenuta di Giroud ma non può permettersi di latitare anche a livello di trequartista. Tutti avremmo voluto vedere un De Ketaelere padrone di quel ruolo ma purtroppo il ragazzo deve ancora maturare. Adli quando è stato impiegato ha mostrato talento e buoni numeri ma non ha il carisma per caricarsi la squadra sulle spalle come servirebbe. La soluzione migliore sembra essere Brahim Diaz che nello stretto sa destreggiarsi ed ha migliorato anche il suo score realizzativo. Lo vedrei più avanzato ad affiancare ed aprire gli spazi ad un centravanti che, almeno nell’immediato, non può essere che Giroud visti i problemi fisici di Origi e Ibra.
Non mi aspetto né prevedo grossi acquisti nel mercato di gennaio ma li auspico in quello estivo quando, oltre che in porta, bisognerà metter mano ad attacco (Okafor sembra il profilo giusto specie se Leao dovesse partire) e trequarti (Zyech se CDK non sboccia e Diaz torna al Real). Vedo quindi nell’immediato un Milan più guardingo che privilegi il possesso palla (non riusciamo più ad imporre il nostro gioco come nell’anno del titolo) e chiami alla conclusione anche i centrocampisti. Sia Tonali che Bennacer hanno mostrato di vedere la porta come pure Messias quand’è stato impiegato.
La sensazione è che al momento attuale, bloccando Leao e Giroud, le difese avversarie neutralizzino buona parte della nostra capacità realizzativa. Un Milan più pragmatico e meno spumeggiante quindi, consapevole di doversela sudare con tutti ma di poter anche prevalere su tutti in un campionato come l’attuale che, secondo me, non è ancora deciso né in testa né in coda.