È notizia di poco fa la squalifica di due giornate rifilata a Gonzalo Higuain, che, nel big match contro la Juve si è reso protagonista di proteste eccessive nei confronti del direttore di gara Mazzoleni. Il bomber rossonero, al termine della partita, è entrato in una sorte di “critica sportiva”, con esperti del settore e calciatori che alternavano la messa in moto di una punizione severa ad un atto di buonsenso, quasi a far capire che il comportamento del Pipita è stato frutto di pressioni troppo pesanti da ignorare. 

Ma il nervosismo di Higuain ha radici più profonde di ciò che traspare in questi giorni; è una sorta di lotta contro il tempo, perché in questo caso il fattore temporale non ha rimarginato le ferite, ma le ha accentuate portando con se un rimpianto che si racchiude in un “potevo e dovevo conportarmi in modo diverso, ma sono stato deluso”. Ma deluso da chi? Da Allegri? Da Agnelli o da Ronaldo? No. La risposta è dalla Juventus. Sì, perché l’argentino in questo periodo sta ancora facendo fatica a scrollarsi di dosso il peso del tradimento e delle decisioni passate perché anche se ha calcato piazze importanti come quelle di Madrid e Napoli, a Torino è successo qualcosa di diverso. 

Arrivato alla Juventus per un’offerta faraonica che si avvicina ai 100 milioni di euro, Higuain ha disputato buone stagioni, coronate anche dalla conquista della finale di Champions persa poi contro il Real Madrid. I veri problemi però sono cominciati dalla finale di Coppa Italia contro il Milan della scorsa stagione; in quell’occasione l’ex Napoli non scese in campo perché aveva avuto chiaramente un litigio con Allegri, il quale forse per questioni tecniche o altro, preferì rinunciare alla punta argentina. 

Ma il nocciolo della questione, dopo questi malumori in fase embrionale, si evolve la scorsa estate quando iniziò a girare voce che la Juventus stava provando a effettuare il colpo del secolo, quello di alta classe, ma soprattutto quello per alzare la coppa dei campioni. E così quando Ronaldo arrivò a Torino, Higuain si aspettava di ricoprire un ruolo da titolare, in modo da formare un attacco poggiato sul portoghese e sulla qualità dell’argentino. Ma i sogni furono surclassati dalla profonda e amara realtà anche perché nei pensieri di Gonzalo vi era la speranza, ma anche la convinzione che il sacrificato bianconero fosse Mario Mandzukic, che aveva diverse squadre sul groppone. 

Benvenuti nella giungla rabbiosa di Higuain, verrebbe da dire. Poche settimane dopo, non riuscendo a concretizzare la cessione al Chelsea di Sarri, la Juventus pensò di scambiarlo  al Milan per tornare ad abbracciare Leo Bonucci, desideroso del ritorno a Vinovo. La storia potete continuarla voi a questo punto anche perché l’esperienza a San Siro non sta portando l’attaccante a rimpiangere la Juve, bensì a ricordare con rabbia i momenti trascorsi a Torino. Insomma, chi ritiene che Higuain per il gesto di domenica vada capito non dovrà pensare al caratterino del Pipita, ma a quanto è successo prima; il rigore sbagliato poi racchiude il momento e il tradimento che gli ha rifilato la Juve lo delude ancora. Ma si sa, se Gonzalo vuole uscirne da campione, Ronaldo o non Ronaldo, ha un solo modo per cancellare tutto, la classifica cannonieri. Essere o non essere il top, il dubbio amletico di Higuain, in attesa che riparta il campionato.