Il titolo di questo articolo, dai toni altisonanti, potrà essere oggetto di critiche. Qualcuno, legittimamente o meno, storcerà il naso dato che, di norma, simili appellativi calzano a pennello con grandi vittorie. 

Invece l'Inter è uscita ieri dal Camp Nou di Barcellona con 0 punti e un girone che si complica in ottica passaggio del turno, ma con ancora una porta aperta nel doppio confronto/spareggio col Borussia Dortmund

Gli uomini di Conte si sono dovuti arrendere ai singoli fuoriclasse blaugrana, Messi e Suarez, oltre a Vidal il cui ingresso in campo ha cambiato faccia agli spagnoli.
E' finita 2-1, Barça con tanto rammarico, tra occasioni sprecate nel primo tempo, che i nerazzurri potevano tranquillamente portare negli spogliatoi sullo 0-2 e decisioni arbitrali alquanto discutibili (vedesi presunto fallo da rigore di Arthur su Sensi un attimo prima che la volè splendida di Suarez riportasse il punteggio in parità). 

Conte a fine partita non le ha mandate a dire attraverso i microfoni dei giornalisti, imputando l'arbitro ed accusandolo di mancanza di rispetto, tanto invocato anche a bordo campo in un faccia a faccia degno di un Western. L'Inter dunque ha schiumato rabbia per un'impresa tanto vicina e freddamente scivolata via. 

Ma, accanto ai rimpianti e alle polemiche, c'è un'analisi fredda ed imparziale che lascia intravedere ottimi segnali per "l'esercito" del "comandante" Conte. 
L'Inter scesa in campo ieri in uno dei teatri più suggestivi e impegnativi d'Europa ha mostrato una maturità che nemmeno il più ottimista tifoso avrebbe immaginato di vedere. L'undici interista ha dimostrato personalità, identità e mentalità vincente; in poche parole, ha giocato da grande squadra.

Solo un anno fa la squadra meneghina mostrava contro lo stesso avversario e sullo stesso campo tutti i limiti tecnici e caratteriali, intimoriti dal blasone dell'avversario. Ne risultò una sconfitta per 2-0, arrivata sì nel finale ma con segnali poco confortanti per l'avvenire più immediato.
Quella era un'Inter che, in simili situazioni giocava, come si suol dire, per il pareggio.
A Conte va invece dato il merito di aver trasformato, in pochissimo tempo, la tenuta mentale della squadra. I vari Sensi e Barella, ad esempio, che lo scorso anno lottavano per la salvezza, ieri sera hanno "giganteggiato" tra le stelle in maglia blaugrana.
Per cui, in ultima analisi, i segnali fronte Inter sono più che rassicuranti.
Finalmente, dopo anni, l'Inter è una squadra, una grande squadra aggiungerei. Pronta finalmente per compere a grandi livelli e per grandi traguardi. 
Forse nemmeno la miglior Inter mourinhana avrebbe giocato come i "contiani" ieri a Barcellona. 
Lo scorso anno, di questi tempi ci si illudeva con una squadra dal gioco inesistente e con un allenatore perdente. Oggi, dopo la più bella sconfitta che io abbia mai visto, tutto il popolo interista può stare tranquillo.

Come sosteneva il poeta portoghese Fernando Pessoa: "Preferisco una sconfitta consapevole della bellezza dei fiori, piuttosto che una vittoria in mezzo ai deserti." 

Eravamo nel deserto. Ora siamo in un campo fiorito!