Antonio Conte l'aveva detto in conferenza stampa lunedì: " Roma non fu costruita in un giorno", volendo quasi preannuciare ciò che poi si è verificato ieri in campo, in un San Siro vestito a festa per la prima della nuova Inter in Champions, dove alla fine c'è stato ben poco da festeggiare.

Il tecnico salentino, che sicuramente qualcosa in più, riguardo al mondo del calcio, capisce rispetto ai tifosi "da bar" del giorno dopo, pronti a sindacare su tutto e tutti, aveva ammonito sul fatto che la sua creatura nerazzurra fosse tutt'altro che pronta per spadroneggiare a destra e a manca. " Non pensate che dovo tocco io vinco", ha detto Conte sempre nel pre Inter- Slavia Praga.

Ma i tifosi dall'umore "ballerino" già erano proiettati in una dimensione bucolica. Sono bastate tre vittorie e una leadership solitaria che all'Inter in campionato mancava da 21 mesi, per convincere questa categoria di supporter che l'undici contiano fosse ormai maturo per vincere.

In effetti, vedendo il carattere più che il gioco mostrato dall'Inter in queste prime uscite, era facile cavalcare l'onda dell'entusiasmo e proiettarsi con la fantasia già alla vittoria di una competizione quest'anno.

"Tanto", hanno pensato i più, " in panchina abbiamo Re Mida!".

E veniamo così alla partita di ieri. L'avversario, sulla carta, era il più abbordabile del girone.

Si è pensato:" Cosa vuoi che sia lo Slavia Praga?", e ancora: " L'inter ormai è tornata!". Una vittoria facile, insomma, era nella testa della maggior parte del popolo nerazzurro.

Ma sempre Conte, che ne capisce di più di calcio rispetto a qualcun altro, aveva messo tutti sul "chi va là", sottolineando più volte la fisicità ma anche la dinamicità che caratterizzava gli avversari cechi.

Forse anche i giocatori in campo erano pervasi da un'euforia tale da sottovalutare le insidie che poi sono puntualmente arrivate.

Ringraziando Barella, e "San" Sensi che ha battuto una punizione al bacio degna di Sneijder, per fare un paragone morattiano, l'Inter ha raggiunto in extremis il pari e, visto lo 0-0 dell'altro match del girone, ci si ritrova con un nulla di fatto( tutte le quattro squadre sono ad 1 punto).

Si è presentata una situazione tipica dopo partite simili che vede la tifoseria nerazzurra spaccarsi. 

C'è chi resta ottimisma analizzando lucidamente la prestazione della squadra. Per fortuna, questa categoria rappresenta la maggioranza!

Sul fronte opposto c'è chi improvvisamente inizia a mugugnare. Questi sono coloro i quali si sono mostrati tra i più esaltati dopo l'inizio di campionato e prima del match di ieri pomeriggio. Sono questi i classici tifosi a convenienza e con una certa dose di saccenteria. Sono coloro i quali osannavano fino a qualche ora fa Antonio Conte per essere già riuscito a trasmettere una mentalità vincente alla squadra, e che invece adesso sono pronti ad un dietrofront più abili di un granchio e tirar fuori discorsi per la serie "si stava meglio quando si stava peggio!".

Vorrei ricordare che il Luciano Spalletti rimpianto da qualcuno oggi, ha raggiunto l'obiettivo posto dal club per due anni di fila( e di questo gliene va dato atto), ma non riuscendo a trasmettere una mentalità da grande squadra ai suoi giocatori, sempre alla ricerca di un nauseante quanto prevedibile possesso palla fine a se stesso, per ovvia mancanza di una identità di gioco.

La fortuna è stata la sola arma dello "Spallettone". Il suo primo campionato nerazzurro si è concluso con un ritorno in Champions frutto più che altro di demeriti altrui, vedi il "regalo" del tifoso Zenga il quale alla penultima col suo Crotone fermò la Lazio, dando la possibilità, poi colta dall'Inter, di giocarsela nell'ultima sfida all'Olimpico.

E come dimenticare il secondo anno spallettiano con un terzo posto mantenuto per mesi per poi, giocando secondo la logica del "minimo sforzo, massimo risultato", ridursi a qualificarsi in Champions da quarta all'ultima giornata, ancora una volta, grazie a "Santo" Handanovic che "rubò" all'Empoli una salvezza più che meritata.

Forse gli "avvoltoi" interni di turno hanno la memoria "corta". 

Noi altri, i più invece, facciamo massima un'espressione di Cicerone che recita:" La memoria è tesoro e custode di tutte le cose.".

Avendo fatto perciò tesoro del passato non così roseo, noi "più" guardiamo al futuro con ottimismo, avendo dopo anni una società solida, composta da persone competenti, con un allenatore dalla mentalità vincente

Noi siamo curiosi di vedere se i "sette colli" riuniti in estate diventeranno una "Roma". Per i pochi scettici varrà un avvertimento che Antonio Conte rivolse ai contestatori ai tempi di Siena: " Alla fine, nessuno di questi salga su quel c... di carro!".