La parola "coerenza" da vocabolario significa letteralmente "compattezza". In senso figurato e più ampiamente sta ad indicare un comportamento proprio di chi "mostra conformità tra le proprie convinzioni e l'agire pratico"; in sostanza è coerente chi non si contraddice.

Al giorno d'oggi l'esser coerente è diventato un attributo poco riscontrabile nella maggior parte degli individui. Esempi pratici di ciò sono evidenti in molti casi, dai comportamenti più banali, diremmo futili, a casi di una certa rilevanza e dal peso specifico notevole. 

La coerenza, è storicamente provato, non ha mai più di tanto attecchito nelle moderne società capitalistiche, globalizzate. La logica da rispettare oggi è un'altra, la massificazione, che di coerente non ha proprio nulla.

Oggi, ognuno di noi quasi sempre ha un pensiero da mettere in pratica nelle situazioni che la vita ci presenta, un comportamento preciso da salvaguardare a tutti i costi, ma che alla fine, nell'atto pratico, diventa l'esatto opposto.

Esempio banale: "ho deciso che andrò a dire al mio amico che sta sbagliando, non ci si comporta così!". Puntualmente davanti al mio amico dirò: "hai ragione tu!... "così si fa'!".
Ora, evitando altre divagazioni in materia e passando dal generale allo specifico, la situazione "caos" che si sta verificando nel mondo del calcio italiano ai tempi del COVID19 ha fatto emergere nella mia mente proprio la parola "coerenza".

Facciamo ordine; lo scorso fine settimana il governo decide di rinviare le partite di Serie A che si sarebbero disputate nelle regioni focolaio di questa nuova emergenza sanitaria. Decisione senz'altro condivisibile, come tutte quelle che vengono prese per salvaguardare la salute dei cittadini.

La settimana nel frattempo trascorre e le gare delle coppe europee si giocano regolarmente, pur con alcune precauzioni (si veda Inter-Ludogorets giocata giovedì scorso in un San Siro chiuso al pubblico). 

Sempre nel corso della settimana si parlava di una probabile disputa delle quattro partite di Serie A nelle aree colpite maggiormente dal virus a porte chiuse, compreso quindi il big-match scudetto Juventus-Inter. 
Addirittura, la Lega Serie A nella giornata di giovedì ha dato per UFFICIALE questa ipotesi, ergo divenuta decisione.
Succede però che nelle ore tra la tarda serata di venerdì e questa mattina filtra un possibile dietrofront che vedrebbe questi quattro match rinviati. Indiscrezioni divenute realtà poche ore fa. 
Risultato: metà campionato è ancora fermo.

A questo punto un po' di sgomento mi ha assalito inevitabilmente e ho provato a ragionare per via sillogica, COERENTEMENTE.
Notizia di ieri è che la Federazione svizzera ha sospeso tutte le attività sportive fino almeno alla metà del mese di marzo. 

Ora io mi domando: "Se c'è davvero l'esigenza di mettere al centro la salute delle persone, e non dubito un istante di questo, perchè l'Italia che ad oggi risulta con molti più casi della Svizzera coinvolta nell'emergenza sanitaria non decide di adottare misure drastiche come i nostri confinanti?" 

Perchè non si può sospendere a data da destinarsi anche il nostro campionato?

E perchè per la UEFA a Milano giovedì si poteva giocare mentre per il governo italiano tre giorni dopo non si può giocare a Torino? Eppure la Lombardia risulta con più casi di COVID19 rispetto al Piemonte.

In una sorta di "caciara" dilagante ci saranno squadre che, non avendo partite in sospeso, potranno trarre evidenti vantaggi psicologici e di riflesso pratici da questa situazione. 
Mettiamo in evidenza il caso della lotta scudetto, mai così incerta come quest'anno. 
L'Inter ha sul groppone già due recuperi che, visti gli impegni nelle altre competizioni, quasi sicuramente recupererà nel mese di maggio, ovvero quando si dovranno tirare le somme. 
Anche la Juventus avrà il cruccio della sfida con l'Inter fino alla fine e per di più con la tensione alta anche in Champions League.
La Lazio paradossalmente è la squadra più in forma non solo fisicamente, e lo ha dimostrato, ma anche psicologicamente potendo contare su vantaggi in classifica, seppur virtuali.

E' chiaro che non vuole esserci malizia o altro in questa analisi. E' semplice evidenza! Così facendo si rischia di falsare il campionato!
Urge pertanto unità d'intenti e uniformità di comportamento, senza distinguere tra figli e figliastri. 

Bisogna avere il coraggio di essere coerenti. Dire A e mettere in pratica A.
L'emergenza è seria? Benissimo! Si fermi TUTTO il campionato.

Come dicono i nostri politici: "navighiamo a vista!". Forse è proprio vero, come diceva qualcuno, che "l'essenza propria dell'agire umano è l'incoerenza".

A mo' pirandelliano a me piace però illudermi e convincermi che il cartello affisso sulle coscienze individuali: "A.A.A. CERCASI COERENZA" possa far luce nei "lanternini" di qualcuno ed indicare la strada.