La nuova Serie A è alle sue battute iniziali. Juventus e Napoli si sono già imposte, conquistando i loro primi tre punti.

In attesa che il mercato completi le rose e gli allenatori comincino ad imprimere la loro mano in maniera significativa, c'è tutto un altro mondo, quello dei tifosi, che lungi dal toccare argomenti squisitamente tecnico-tattici, rispolvera uno strumento, paragonabile ad un amuleto, capace molte volte di sovvertire gli equilibri, rimescolando le carte in tavola. Quest'"arma segreta" che ogni supporter calcistico possiede è chiamato "malocchio".

Le prime tracce del malocchio risalgono addirittura alla civiltà assira, depositaria di un documento di terracotta, sul quale si leggeva del potere di alcuni uomini di recare disgrazie attraverso lo sguardo

Il " guardare di male occhio" qualcuno è una pratica che è stata tramandata nei secoli, entrando a far parte del folklore di molti popoli, il nostro compreso. Lo sanno bene i napoletani che intorno all'argomento hanno costruito una leggenda chiamata "iettatura".

Sosteneva il grande filosofo Francesco Bacone che "esistono individui capaci di procurare male con lo sguardo a seguito della loro invidia"

Il passato calcistico ci mostra che "disgrazie", limitatamente all'ambito sportivo, ne sono successe eccome; tra gli esempi più lampanti degli ultimi anni troviamo la finale di Champions persa dal Milan contro il Liverpool nel 2004, dove i Reds rimontarono 3 gol e poi vinsero ai rigori. Oppure, come dimenticare la rimonta da leggenda del Barcellona ai danni del PSG nella Champions League  del 2016 ( il leggendario 6-1). Eventi questi sicuramente dettati dal caso, dalle circostanze uniche ed irripetibili. Ma se proviamo a non ragionare razionalmente, trasportati dall'irrazionalità, possiamo immaginare tutti gli scongiuri e le maledizioni che albergavano in quei concitati momenti nell'animo dei tifosi. Il malocchio buttato a Shevchenko al momento del fatidico rigore sbagliato sarà stato carico di occhi e quantomai efficace.

Ma anche nel nostro piccolo, seguendo una partita dal televisore di casa, ci sarà senz'altro capitato di aver augurato tutto il male possibile, calcisticamente parlando, al nostro avversario. E sicuramente, saremo stati in molti a colpire e affondare il rivale con una nostra sentenza. 

Rientra forse nel campo delle superstizioni, ma il malocchio è l'unica arma che noi tifosi abbiamo, e quando colpisce, ci sentiamo fieri di noi stessi, come se avessimo contribuito in maniera pesante al successo della nostra squadra e soprattutto alla sconfitta dell'altra squadra. 

Usando un parallelismo storico, come personalmente amo fare, potremmo paragonare quest'"arma" quasi infallibile ad una ghigliottina. 

Sì, proprio quello strumento di decapitazione inventato nel 1792 non da Joseph- Ignace Guillotin, come tutti pensano, bensì da un musicista tedesco, tale Tobias Schmidt, il quale, però, non riuscì a brevettarla perchè il Ministero degli Interni francese rifiutò di riconoscergli la paternità della macchina giudicandola non commerciabile ed appartenente di diritto allo Stato francese, quella che oggi chiameremmo appropriazione indebita.

E' proprio allo stesso modo del boa che si appresta a tagliare le teste attraverso la ghigliottina, che il tifoso "taglia" idealmente la testa al nemico sportivo, magari al giocatore di spicco della squadra avversaria, magari non con la stessa precisione della ghigliottina, anche se a volte il bersaglio è colpito giusto al centro.

Buon campionato a tutti dunque, facendo sempre attenzione al "malocchio" del tifoso avversario percè, come sosteneva qualcuno: " La fortuna aiuta gli audaci.
La sfortuna è un po’ più altruista: Aiuta tutti!
"