Si è conclusa appena due giorni fa la sessione estiva 2019 del calciomercato. Un iter piuttosto lungo ha portato al gong dopo due mesi ufficiali di trattative a cui va aggiunto un mese e dieci giorni di mosse ufficiose. Insomma, per gli amanti del settore, è stata un'estate da ricordare.

Lo è stata sicuramente in positivo per i tifosi dell'Inter, i quali, con una squadra ormai fuori dai vincoli del Seattlmet Aggreement, sono andati letteramente in delirio per una succesione di colpi, ben 7, di un certo spessore. Il preambolo della sontuosa campagna acquisti in cui Suning è riuscito a conquistare anche il tifoso più scettico, è stato l'ingaggio di Antonio Conte; un manager tra i più quotati a livello mondiale, in grado di restituire all'Inter grande appeal internazionale. Un allenatore, soprattutto, capace di creare ovunque un gruppo unito in grado anche di bruciare le tappe e raggiungere in breve tempo grandi traguardi.

E' bastata il suo insediamento ufficiale per far occupare ogni seggiolino di San Siro per l'intera stagione. Ma sotto questo aspetto gli interisti hanno mostrato sempre grande partecipazione. 

La squadra necessitava indubbiamente di un rinnovamento, con alcuni casi spinosi da risolvere e conseguenti esuberi eccellenti. Compito difficile per l'a.d. Beppe Marotta, ma portato a termine pienamente. Con varie formule che per alcuni opinionisti rimandano di una stagione i problemi, vedremo se sarà effettivamente così, gli uomini- mercato meneghini hanno sistemato nell'ordine Nainggolan, Perisic, Joao Mario e soprattutto Mauro Icardi, protagonista per mesi di una vera e propria telenovela. Si può discutere sul fatto che nessuno di questi è andato via a titolo definitivo, ma, se si esclude il solo Nainggolan, gli altri percepiranno l'ingaggio interamente dai club in cui militeranno. Il che è una bella boccata d'ossigeno per le casse nerazzurre.

Agli esuberi si sono affiancati acquisti importanti, che, anche in questo caso, grazie a formule studiate da abili strateghi del mercato, non graveranno più di tanto sul bilancio. In successione sono arrivati i giovani talenti Agoumè, Sensi e Barella, con l'ex Sassuolo in particolare, che è già un punto fermo nello scacchiere tattico di Conte. Ha fatto seguito il fiore all'occhiello Romelu Lukaku, per finire con il ritorno a casa di Biraghi, nel giro della Nazionale azzurra dallo scorso anno e il jolly Alexis Sanchez, tornato in Italia per rilanciarsi. E sappiamo quanto Conte sia abile a far rifiorire fiori appassiti. Ai nomi elencati bisogna aggiungere lo svincolato Godin, arrivato per dare un contributo importante in termini di esperienza, soprattutto in campo europeo.

Il tifoso interista ha inoltre cominciato a vedere i primi frutti del lavoro del tecnico salentino con le prime due vittorie in campionato giunte in maniera diversa, dominando col Lecce, faticando col Cagliari, ma in ogni caso, ottenendo il bottino pieno. 

Il popolo nerazzurro sogna, è abituato a farlo. Spesso in passato è rimasto deluso, altre volte soddisfatto in pieno. Il sogno fa parte del nostro bagaglio culturale da secoli. Addirittura ne abbiamo testimonianza presso gli antichi greci e romani quale elemento di divinazione. 

Nella Bibbia, poi, la parola "sogno" ha mutato il proprio significato, diventando "uno specchio di speranze e paure". 

Giungendo alla modernità, a partire da Freud il sogno si rivela "paesaggio interiore", e ancora, "viaggio verso l'ignoto", " strumento di rilevazione dell'interiorità che ci introduce ad una realtà diversa da quella ordinaria". 

Da vocabolario, si definisce "sogno": l'attività ( che si verifica generalmente nelle fasi REM di sonno) più o meno nitida e dettagliata, con una struttura narrativa più o meno coerente, con sensazioni prevalentemente visive e con eventuale partecipazione emotiva da parte del dormiente.

E' sicuramente tra questo stato a metà strada tra conscio ed inconscio che il tifoso nerazzurro si è trovato durante le stellate sere d'estate. A molti potrà sembrare pura illusione ma solo la primavera ci dirà se i fiori nerazzurri saranno sbocciati.

Nel frattempo varrà come slogan un pensiero di Nelson Mandela il quale sosteneva che: " A volte un vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato."