Non stiamo più parlando di un allenatore mediocre o scarso, non è in grado di organizzare un gioco, uno qualsiasi, e nemmeno del fatto che non sia in grado di migliorare i giocatori che ha, giovani, anziani, così o così che siano, e di conseguenza che non sia stato in grado di valorizzarli economicamente - qualsiasi, ma proprio qualsiasi giocatore della Juventus ha perso valore da quando il prode Trstegri è tornato -, e neanche del fatto che non sappia prepararli atleticamente durante la settimana, o durante i mesi, gli anni, gli altri corrono ,tutti, il doppio, né della sua incapacità di trasmettere una mentalità vincente, quella che permette di superare difficoltà e contrattempi, no, non stiamo parlando di questo, che già sarebbe troppo.

Stiamo parlando dell’insostenibile pesantezza che infonde, nell'ambiente e nei giocatori, con ogni sua decisione, gesto, comportamento.
Mai un attimo di allegria – ma guarda tu la legge del contrappasso -, mai un atteggiamento positivo, mai un allenatore che dice al suo gruppo: “Ci hanno tolto 15 punti? Bene, noi ce li riprendiamo sul campo, le vinciamo tutte, spacchiamo il mondo, quando ci vedranno entrare in campo devono tremare!
Tremare? Appunto, con il Monza, 3-5-1-1, 5-3-1-1 in effetti, con la paura dipinta in volto, le urla isteriche che ormai i giocatori neanche fanno finta di starle a sentire, la negazione del gioco, l’incapacità ormai endemica di reagire. Anche quando sei sotto di 2 golo, quasi 3, questione di centimetri, ci sono voluti 60 minuti per vedere qualcosa che somigliasse a una reazione.
Di questo parliamo caro Tristegri.
Ci rendiamo tutti conto che guadagnare la miseria di 8 milioni l’anno per 5 anni non possa costituire un titolo di merito che da solo faccia vincere le partite, sappiamo che continuiamo a far giocare delle “pippe” clamorose come De Sciglio, Paredes, Gatti, Kean, ma non ci rendiamo e non vogliamo renderci conto che l’orgoglio e la dignità di più di un secolo di storia calcistica possano essere vergognosamente svilite in questo modo.
Affinché il nostro caro Tristegri capisca cosa sta facendo, gli suggeriamo di osservare attentamente le espressioni di Danilo, suo pupillo, durante tutte la partita di oggi, soprattutto mentre il Prode condottiero forniva incomprensibili e inutili consigli: vedere uno che in genere non molla mai, scuotere la testa con l’aria rassegnata di chi non sa più cosa fare, è più grave di qualsiasi sconfitta sul campo.

Vede, caro Tristegri, lei perde le partite  molto prima di giocarle, le perde quando allena, male, durante la settimana, quando non riesce a motivare una squadra che per il solo fatto di sentirsi defraudata di 15 punti dovrebbe schiumare rabbia su ogni centimetro del campo, quando non riesce a trasmettere ai suoi giocatori il senso  di ingiustizia, che farebbe anche della Pergolettese una squadra pericolosa, quando schiera contro il Monza, il Monza, non il Real Madrid, un 3-5-1-1 che in effetti è un 5-3-1-1, con giocatori spaesati perché fuori ruolo, che iniziano con il terrore di perdere. Davvero ci sono voluti 60 minuti per vedere un minimo di coraggio, anche se alla vivailparroco perché di organizzazione e schemi neanche a parlarne, per renderci conto che in campo c’erano 11 zombie? Con i giocatori che si spostavano da una parte all’altra chiedendosi l’un l’altro: “ma che c*** dobbiamo fare”? Davvero in casa, con il Monza, dobbiamo essere presi a pallonate per la sua manifesta incapacità di gestire la squadra?

Certo, deve essere difficile controllare il proprio conto corrente rendendosi conto che dopo ogni partita è aumentato di 160.000 € e sopportare le cocenti ripetute delusioni; ci rendiamo conto, che la colpa deve essere del caso, del destino, del portiere avversario che para troppo, dei giocatori che non seguono le sue indicazioni, della depressione post penalizzazione, dell’umore cangiante di chi scende in campo, degli infortuni… Ohps, portiere avversario a parte tutte cose che un allenatore, anche solo mediocre, non dico bravo, sa e deve fare.
Ma 160.000 € in più sul suo conto corrente compensano tutto ciò, altrimenti non c’è spiegazione. Né alternativa.
O meglio, ce ne sarebbero parecchie di alternative, ma ci rendiamo conto che a certi privilegi è troppo difficile dire di no.
In tutta onestà nemmeno io saprei rinunciare a 160.000 € a partita, ci mancherebbe, anche se fossi l’allenatore più scarso del campionato italiano di serie A, B e forse C, ma almeno – ci può scommettere – non mi prenderei in giro da solo.
Sì, lo so, che è bravo a prendere in giro tutti, ma, sa com’è, dovrebbe anche metterci la faccia, perché un allenatore da Juve, magari perde, ma con dignità sportiva.
E mai come in questa occasione, mi costa dire “fino alla fine”, perché purtroppo, (in)giustizia sportiva a parte, la fine è nota.
E non c’è niente di che stare allegri.
A parte il suo conto corrente, è chiaro.