Cara Juventus, nel caso concreto, cari Marotta & Paratici, io credo che stavolta non ci siamo.

Premessa: mi spiego meglio…
io ho grande fiducia e considerazione per le vostre capacità, e devo dire che le mie aspettative ogni volta vengono soddisfatte, quasi senza “se” e senza “ma”, siete eccezionali quando pensate, progettate, programmate, avete decisamente un passo in più, forse anche due o tre, rispetto ai vostri colleghi che spesso invece si affannano tra un vorrei ma non posso, potrei ma non sono sicuro, aspettiamo e vediamo che succede, il mercato è ancora lungo, ecc., ecc. Non c’è nulla da dire, sempre che lo abbiate pianificato con tempo, voi ci arrivate prima, oppure ci arrivate meglio, e comunque, ci arrivate.

Quest’anno, e ne sono abbastanza convinto, credo che in primavera, e poi all’inizio del calciomercato, i piani per il rafforzamento della squadra fossero chiari e ben diversi dagli attuali: ringiovanire la rosa migliorando al contempo la qualità in quei ruoli che per l’età avanzata di alcuni interpreti, e per contratti in scadenza, andavano rinnovati; quindi in difesa sostituzione adeguata di Buffon con Perin, Lichtsteiner con Cancelo, Asamoah con Spinazzola, Howedes con Caldara; a centrocampo, oltre Can, era previsto l‘investimento più importante, un altro giocatore di primissima fascia, Milinkovic Savic o chi per lui (dai 100 milioni in su); in attacco, se possibile, sia per ragioni tecniche che di bilancio, cercare di sostituire Higuaìn con un altro attaccante ugualmente forte ma più idoneo al (non) gioco di Allegri, (Higuaìn a 60 metri dalla porta non si può proprio vedere), uno molto veloce, alla Morata per esempio. Del resto vendere il Pipita a 60 milioni per non segnare minusvalenze, e reinvestire sembrava un’opzione fattibile e corretta. E Mandzukic in standby aspettando l’eventuale occasione.

Questa non sarebbe stata una brutta Juventus: SZCZESNY; CANCELO, BENATIA, CHIELLINI ALEX SANDRO; CAN, PJANIC, MILINKOVIC SAVIC; DYBALA, HIGUAIN (?), DOUGLAS COSTA (Perin; De Sciglio, Caldara, Rugani, Spinazzola; Khedhira, Bentancur, Matuidi; Bernardeschi, Mandzukic, Cuadrado; + Barzaglione e Marchisio)… insomma, una gran bella squadra, nettamente più forte di quella che ha appena vinto il 7° scudetto! Ogni ruolo coperto da almeno 2 giocatori, intercambiabili, certo con le dovute priorità, ma nessuno insostituibile. E questo è fondamentale. Nessuno insostituibile.

A metà giugno già tutto fatto, nel solco dello stile che ha da sempre caratterizzato questa dirigenza, mancava solo il grande nome a centrocampo, ma c’era ancora tutto il tempo e il mondiale davanti, magari in attesa dell’oppotunità, come dice sempre Marotta. E l’opportunità infatti è arrivata, e che opportunità: Cristiano Ronaldo! Che solo a pensarlo in campo con la maglietta della Juve fa venire i brividi!...

Però, però, ha sparigliato tutto. E’ saltato lo schema vincente che finora aveva assicurato risultati straordinari, 7 scudetti, 4 coppe Italia, 2 finali Champions. Un’organizzazione pressoché perfetta, che garantiva risultati immediati e progetti di ulteriore sviluppo a medio termine.
E cosa è successo? Che Marotta & Paratici si sono mossi al di fuori del territorio preferito, a braccio, dovendo misurarsi non più sul loro terreno ideale, quello della pianificazione controllata, ma in campo aperto, improvvisando. Ma loro non sono i Galliani, i Moggi, quelli del grande colpo quasi fuori tempo massimo, del coniglio nel cilindro dell’ultimo giorno utile di mercato, sono diversi, magari anche migliori, ma diversi, e la capacità di improvvisare, appunto, non si improvvisa.

E improvvisando si sbaglia.
Pur di vendere Higuaìn (altrimenti ce lo saremmo ritrovato in casa con 14 milioni lordi di stipendio in più e 55 milioni in meno in bilancio), abbiamo dovuto accettare una proposta indecente che solo 2 mesi fa avremmo considerato risicola, una cessione spalmata praticamente su 2 stagioni, ma del resto non c’erano altre offerte serie, uno dei migliori giovani italiani, nazionale, scambiato alla pari con un 31enne di ritorno inviso a parte dei colleghi e quasi tutti i tifosi, e un centrocampo a cui continua a mancare il campione di cui avrebbe urgentemente bisogno.

Prima la linea era chiara: facciamo cassa col Pipita e Rugani, un centinaio di milioni e reinvestiamo per Pogba, Milinkovic (o uno del genere) e un altro attaccante rapido. Ma, per liberarci di Higuaìn, il Milan ci ha imposto la cessione di Caldara, prendere o lasciare, e abbiamo dovuto prendere. E ci teniamo Rugani che, pare chiaro, piaceva di meno, e non solo al Milan, anche alla Juve. Si chiama improvvisazione in questo caso, non opportunità. Ci siamo fatti prendere per il collo per non aver saputo fronteggiare una situazione inaspettata.

E Adesso? Adesso abbiamo in squadra “IL” fuoriclasse, non uno qualsiasi, il numero 1, e, chiaramente, il gioco dovrà essere impostato su di lui, ci mancherebbe, solo che, come insegnano gli ultimi anni al Real, Ronaldo, a 34 anni, non può e non deve disputare tutte le partite, soprattutto in campionato.
E quindi? Quindi ci ritroveremo con una squadra impostata su un giocatore che non potrà esserci sempre e che per caratteristiche, evidentemente, non può avere un sostituto.
Risultato? Temo fortemente che l’8° scudetto sia molto più complicato dei precedenti 7, perché il campione indiscutibile che fa la differenza, non potrà essere sempre presente, e un conto sarà la Juventus con Ronaldo e un altro quella senza. Una situazione che neanche una squadra super strutturata come ll Real Madrid è riuscita a superare, tant’è che negli ultimi 6 anni, ha vinto la Liga solo una volta. Ma ha vinto le Champions… Vero. Ma lì subentrano anche altri fattori, e non sempre arriva fino in fondo la squadra migliore. Lì basta una giornata no, anche se con Ronaldo il rischio “giornate no” si riduce, ma insomma…

Insomma, quest’anno, nell’attesa delle “allegorie” tattiche di Allegri (vuoi che non si inventi traviamenti come Matuidì e Cancelo esterni alti per proteggere la difesa?, o 10 dietro la linea della palla e poi lancio per CR7 tanto Bonucci e Pjanic lo sanno fare?), non sono assolutamente convinto che le scelte di Marotta & Paratici siano state le migliori, sono convinto che molte decisioni siano state prese senza la lungimiranza e la perspicacia che rappresentano le caratteristiche migliori di questo gruppo di lavoro, e che la situazione, improvvisa ed eccezionale, abbia influito eccessivamente rispetto all’astuzia e all’accortezza che contraddistinguono la Juventus come società sportiva e come esempio di concreta e solida realtà vincente.

Detto ciò… spero di essere drasticamente smentito dai fatti!

(EffePi)