E' paradossale che la Juve abbia cominciato a volare in campionato proprio nel momento in cui le avvisaglie dei problemi giudiziari bianconeri esplodevano nelle clamorose dimissioni del CdA.
In genere il rendimento di una squadra di calcio soffre, non beneficia, di situazioni societarie difficili. Lo stesso popolo bianconero fra l'altro comincia a chiedersi se e in che misura la risalita della squadra in classifica venga vanificata da possibili penalizzazioni sportive a seguito di eventuali condanne penali.
Questa situazione potrebbe finire con il condizionare il regolare svolgimento del campionato in corso, soprattutto se la Juve si trovasse a lottare, come probabile, per il titolo o una qualificazione europea.
In questa delicata situazione s'impongono comunque due considerazioni.

È inammissibile possa quotarsi in borsa una società che non ha un criterio condiviso e certificato di valutare i propri "assets". La Juve ha sicuramente sfruttato un vuoto normativo che le ha consentito di scambiare nel tempo giocatori a valori disancorati dalle prestazioni creando plusvalenze in bilancio. L'assurdo è che abbia potuto farlo da società quotata, quindi condizionando il corso del proprio titolo ed i risparmi degli investitori. 
Non è il caso invece di entrare nel merito degli accordi, piu' o meno occulti, sugli stipendi intercorsi tra società e giocatori sui quali dovrà certamente esprimersi anche la giustizia sportiva.

Quello che è comunque auspicabile è che queste situazioni vengano chiarite e normate quanto prima. Il nostro calcio sconta da tempo minor "appeal" e competitività rispetto a quello estero; è necessario non aggiungere a questo ritardo anche il discredito dato da soluzioni tardive o poco chiare.