Mentre l'Italia fallisce per la seconda volta consecutiva l'accesso ai mondiali, dall'altra parte del planisfero, arriva una notizia che sorprende il mondo del calcio: il Canada raggiunge dopo 36 anni la fase finale di un mondiale. Non è uno scherzo, si tratta di un obiettivo raggiunto grazie ad un gruppo giovane e multietnico che pratica un calcio offensivo e spettacolare.

Canucks guardano con attenzione anche alla prossima rassegna che si terrà nel 2026 perchè saranno i padroni di casa insieme agli Stati Uniti e al Messico. Ma come ha fatto una squadra a ricostruire questo sogno che per loro sembrava irraggiungibile?
Una sola parola: sognare ad occhi aperti.
L'ultima volta che il Canada ha partecipato ai mondiali, è stato nel 1986. Per conquistare l'accesso ai gironi, doveva giocare contro l'Honduras nella partita decisiva a Saint John's, una città antichissima che sorge nella penisola di Avalon in provincia di Terranova. La mossa ha dato i suoi frutti e grazie alla vittoria per 2-1, i Canucks conquistarono la loro prima ed unica qualificazione al mondiale per la prima volta nella loro storia.

Il calcio ha fatto molti progressi nella terra canadese e nel 1997 sono entrati nella top 50 del ranking FIFA. Un paese fondato sulla regione laica con l'hockey su ghiaccio. Alcuni anni più tardi, il Toronto entrò nella mitica Major League Soccer, seguirono i Vancouver Whitecaps nel 2011 e dal Montréal Impact nel 2012. Un altra tappa fondamentale è stata la pubblicazione di un piano strategico federale di crescita e sviluppo dopo i successi avvenuti con la nazionale femminile che hanno conquistato la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Tokyo dell'anno scorso. Denominato "Leading a Soccer Nation", questo significato contiene quattro parole chiave: 

  1. Investire
  2. Garantire 
  3. Governare
  4. Incoraggiare

Il manifesto venne rinnovato anche nel 2019 con l’introduzione di nuovi obiettivi. Un'altra iniziativa è il "Return to Play" che ottenne un vasto successo in vista del quinquiennio 2022-2026. Le statistiche parlarono chiaro: secondo un report diffuso dal Canadian Youth Sports, nel 2018 c'erano quasi più di 800mila bambini di età compresa tra i tre e i 17 anni che praticarono questo sport. Graeme Ivory, capo dell'area stampa dell'Ottawa Fury FC non si stupisce più di tanto:

"L’accessibilità economica rispetto ad altri sport è un fattore determinante, soprattutto per le famiglie che emigrano in Canada. Per loro il calcio è anche uno strumento di integrazione."

Sempre nel 2019, il paese si prepara ad una svolta storica per quanto riguarda il calcio: nasce la Premier League canadese. L'obiettivo è quello di coinvolgere le realtà più periferiche, aumentare la partecipazione e valorizzare i talenti locali. Nel 1986 erano soltanto tre canadesi che giocarono nei campionati europei. Oggi ne sono quindici e tra questi citiamo Alphonso Davies e Jonathan David.

Davies è nato in un campo profughi del Ghana, dove i genitori furono costretti a scappare all'inizio della guerra civile. Arrivato all'età di cinque anni in Canada come rifugiato, il ragazzo debutta con i Vancouver Whitecaps. Poi nel 2019, la sua vita cambia e il difensore si trasferisce al Bayern Monaco con il club che sborsa 19 milioni di euro. Dall'ora divenne un grande leader e la parabola ascendente del terzino continua sul più bello.

Anche David ha una storia particolare. Nato a New York da genitori haitiani, il giovane si trasferì in Canada all'età di sei anni e dopo aver militato nelle giovanili di alcune squadre canadesi, si trasferì al Gent dove vi rimase per due stagioni e poi al Lilla dove contribuirà alla vittoria della Ligue 1.

Il segreto sta nell'attuale commissario tecnico, capace di trascinare una squadra verso un obiettivo impossibile. Si chiama John Herdman e guida i suoi ragazzi dal gennaio 2018. Herdman non è canadese, ma è nato a Sunderland in Inghilterra e ha iniziato ad allenare durante gli anni universitari. Le sue doti gli hanno permesso di diventare uno dei pochi tecnici capaci di non soffrire il passaggio dal calcio femminile a quello maschile: dopo due argenti olimpici con le ragazze canadesi (Londra 2012 e Rio 2016), la Federazione gli ha affidato la panchina dei Canucks.

Una chiamata davvero inaspettata, anche perchè fare bene con i ragazzi sarebbe servito anche alle donne:

"Avevamo bisogno di più soldi per migliorare il sistema, c’era la necessità di creare lega femminile professionale. L’unico modo per ottenere più fondi era avere una Nazionale maschile competitiva, in grado di qualificarsi costantemente per i Mondiali."

La sua parola più fondamentale è senza dubbio la flessibilità: di uomini e schemi. Durante la sua avventura con i Canucks ha cambiato molto a livello tattico, passa con la difesa a tre, una linea a quattro o addirittura a cinque. L'idea è sempre stata quella di applicare un calcio aggressivo e verticale, in cui si possono inserire tre giocatori, tra cui: Alphonso Davies, Tajon Buchanan un'ala dal dribbling facile, Jonathan David e Cyle Larin.

Uno dei pattern più gettonati dai canadesi è quello di risalire il campo con rapidità, così da sfruttare le loro enormi qualità nell’uno contro uno e la capacità di servire assist invitanti. Larin e David sono la coppia goal profilattica e hanno totalizzato undici reti nelle qualificazioni CONCACAF.

Il Canada ha anche delle qualità per attuare una fase di prima costruzione e sviluppo più ragionata. Il merito è di Stephen Eustaquio, centrocampista canadese corteggiato da Herdman. Affiancato da Osorio e da un equilibratore Atiba Hutchinson, Eustaquio guida una cerniera di centrocampo solida e compatta.

Il commissario tecnico chiede ai suoi giocatori di essere coraggiosi nel chiudere in avanti e attaccare gli avversari sul viaggio della palla. L'intercetto sistematico permette di attuare transizioni piuttosto veloci e ideali. Infatti il Canada vanta il minor possesso medio delle big three e si trova al primo posto per numero di possessi conquistati nella trequarti avversaria e di tiri in porta per incontro.

Ora dovranno onorare questa maglia nel medio oriente, precisamente in Qatar. La storica qualificazione fa ben sperare per questa nazionale e se dovesse sorprendere tutti, possiamo inserirla tra le cenerentole del calcio globale.

Visto che l'Italia non ci sarà, ho deciso di sostenere questa squadra, perchè ai mondiali ci saranno delle belle sorprese.

Good Luck Canucks