Quando sento parlare del Medio Oriente, mi viene in mente alcuni paesi tra cui: il Qatar, gli Emirati Arabi Uniti, il Bahrain e infine l'Arabia Saudita. Da un paio di settimane, questa nazione araba è al centro dell'attenzione, perchè sta investendo tantissimo nel continente europeo. Non sono i club, ma attualmente sono i grandi calciatori a finire nelle mani del paese saudita: prima Cristiano Ronaldo, adesso Benzema, Kantè, Ziyech, Koulibaly e a questi si aggiungerebbero Brozovic, Mendy e niente di meno Hudson-Odoi. Sinceramente, si va in questi paesi perchè lì c'è il petrolio, ma all'appello non mancano le violazioni dei diritti umani che mette l'Arabia dietro l'angolo.

Qual è la strategia che vuole attuare il Principe saudita Bin Salman?
Un tempo arrivavano i soldi dagli Stati Uniti e dalla Cina, oggi arrivano speditamente dal Qatar e appunto dall'Arabia Saudita. Niente di meno, il paese vuole ospitare i mondiali del 2030 con un obiettivo chiaro: rilanciare la nazione sulla scena internazionale. La stessa cosa, lo hanno fatto i qatarioti che dopo l'arrivo di Neymar al Paris Saint-Germain hanno disputato trionfalmente i mondiali del 2022. L'Al-Nassr, Al-Hilal e l'Al-Ittihad saranno delle nuove squadre che tra sei anni (cioè nel 2030) ne sentiremo parlare a lungo. 

Un altro aspetto che mi vorrei soffermare è il fondo PIF. Costoro, hanno acquistato il Newcastle e lo Sheffield United. In questi mesi, si era anche parlato di un possibile investimento in un club italiano: l'Inter. Si vociferava una notizia ufficiale, ma in realtà non è arrivato ancora nulla. Ora, il paese saudita punta ad emulare e persino superare il campionato più bello del mondo: la Premier League. Il fondo sovrano ha anche alcune partecipazioni in Pfizer, Mclaren, Facebook, Eni, Walt Disney e così via.

«Gli arabi erano figli incorreggibili dell’idea, incoscienti e daltonici, convinti che il corpo e lo spirito fossero per sempre e inevitabilmente in opposizione. La loro mente era strana e oscura, piena di depressioni ed esaltazioni, mancante di regole, ma con più ardore e più fertile di fede di ogni altra al mondo. Erano un popolo fatto di imperi per cui l’astratto era la più forte delle ragioni, il processo di infinito coraggio e distinzione, mentre lo scopo finale non significava niente. Erano instabili come l’acqua, e come l’acqua forse alla fine avrebbero prevalso».

Thomas Edward Lawrence conosciuto come "Lawrence d'Arabia", descriveva gli indigeni della penisola arabica nel monumentale "I sette pilastri della saggezza." Tra loro si fa strada di una nuova visione che passa anche attraverso lo sport. Un rapporto controverso con questa disciplina e ora con l'arrivo di questi grandi calciatori (Ronaldo compreso) conferma le ambizioni del campionato saudita che al giorno d'oggi è il più ricco.

Il grande progetto ambizioso Vision 2030 creato dal principe saudita mira a costruire un economia più sostenibile, a coinvolgere i giovani in grandi opportunità per convogliare le loro potenzialità in progetti nazionali del governo. Sappiamo che Bin Salman è uno dei personaggi più demonizzati e meno approfonditi. Il principe saudita ha ristabilito alcuni diritti delle donne e del paese. Questo è tutto merito del piano saudito creato proprio dal principe.

Oltre al calcio, l'Arabia Saudita sta investendo anche nella Formula Uno. Jeddah sta ospitando la gara valida dal campionato 2021 e in futuro si sta pianificando la costruzione di un nuovo impianto che sorgerà a Qiddiya. La questione riguarda sempre i diritti umani violati e a questi si è aggiunto il dress code per garantire un abbigliamento decente. Nessuno spettacolo, forse qualche fuoco d’artificio: un unicum in un circus che predilige sempre di più l’attrazione, per strappare qualche biglietto in più.
Nei prossimi anni potremmo assistere all'ascesa di un paese che ha come obiettivo di diventare una nuova cenerentola globale tra luci ed ombre.

Un abbraccio Pasqui