Massimiliano Allegri, da buon livornese, è sempre stato un tipo focoso, inoltre caratterizzato da un ego pletorico, amante delle donne, delle belle donne, con una forte, a volte smoderata non accettazione della sconfitta.
Se vogliamo azzardare un paragone con un celebre personaggio della letteratura del 1500 italiano, ricorda un po’ l’Orlando, quello furioso raccontato abilmente in un poema epico da Ludovico Ariosto.
Uno dei tre motivi dell’opera, quello della vicenda amorosa, narra della bellissima Angelica che dopo aver rifiutato diversi spasimanti cristiani, tra i quali il più importante dei cavalieri, il paladino Orlando, causandone l’ira e la pazzia, sposò Medoro, musulmano e semplice fante dell’esercito saraceno.
In una fantasiosa e divertente metafora possiamo dire che l’allenatore italiano è Orlando e le sue vittorie mancate (in primis le due finali di Champions) sono Angelica.

Ieri sera c’è cascato ancora, non ha trattenuto l’ira, può darsi patologica, e ha insultato tutti i componenti della Società Inter, definendoli MERDE.
Cosa avranno fatto di così orribile gli interisti per meritarsi tale volgarità? Hanno a loro volta in precedenza provocato, insultato, picchiato? No, hanno vinto giocando meglio e senza nessun aiuto esterno le due partite di qualificazione alla finale di Coppa Italia.

Ragazzi, il Massimiliano non è abitudinario a queste cose, è la prima volta che succede, un momento pazzerello capita a tutti sarebbe il felice e tradizionale finale di una fiaba, ma la vita è fatta di realtà, non di invenzioni, e non più tardi di domenica scorsa, al triplice fischio di Juve – Napoli di campionato, il livornese ha, con “grande spirito sportivo e accettazione della sconfitta”, rabbiosamente e sarcasticamente urlato alla panchina napoletana: bravi, bravi, uno scudetto lo avete vinto! (un po’ come a dire: sfigatoni, sono trent’anni che non vincete, io invece vinco sempre, tiè!).

Veniamo a Medoro, all’umile ma comunque ricco di virtù soldato avversario dell’Orlando (furioso). Chi potrebbe essere costui nella nostra trasposizione fantasiosa? Inzaghi?
No signori, il buon Massimiliano ha detto ai suoi ragazzi negli spogliatoi di mangiare l’erba dei rettangoli di gioco da qui alla fine, perché arrivare davanti all’Inter in serie A è l’obiettivo numero uno di questa magnifica stagione juventina.
Follemente, non si è limitato ad insultare gli avversari, non si è fermato alla strigliata ai suoi giocatori, ha indossato le vesti da profeta, impugnato il microfono dello speaker di San Siro, e ha cantato a squarcia gola: arrivate sesti!
Quindi niente Angelica, ehm scusate, niente vittoria per Simone da San Nicolò? In campionato sicuramente, che vince è una squadra sola e sarà al 99,9% il Napoli (non la Juve), ma l’ex compagno di Ambra Angiolini dimentica che l’Inter una finale se l’è già assicurata proprio contro di lui e un’altra…
Non succede, ma se succede caro Massimiliano…