Forse non tutti sanno che una leggenda narra che Acca Larentia fu la madre adottiva di Romolo e Remo, colei che svezzò i due fratelli, il primo dei quali, dopo aver ucciso il secondo reo di non riconoscerne l’autorità, fondò la città di Roma divenendone il primo Re.

La figura mitologica, divina di Acca Larentia passa spesso in secondo piano perché quel nome viene il più delle volte accostato alla via del quartiere Tuscolano in Roma, dove il 7 gennaio 1978 davanti alla sede del partito politico di destra Movimento Sociale Italiano furono assassinati da militanti dell’estrema sinistra extraparlamentare tre ragazzi ritenuti “colpevoli” di pubblicizzare un evento musicale di una band vicina agli ideali fascisti.

Sono passati quarantasei anni da quel giorno in cui persero la vita i tre ragazzi missini e da quel momento, ogni anno il 7 gennaio, in quel posto si radunano centinaia di persone per commemorare con una breve cerimonia il ricordo di quelle vite finite portando tra le mani volantini pubblicitari, come fanno tanti giovani da sempre per guadagnare qualche spicciolo durante gli anni universitari o semplicemente per dare una mano ad amici proprietari di bar e discoteche, a compagni di vita che provano a far musica nella speranza che qualcuno la ascolti.

Più di quarant’anni di cerimonie al grido “per i camerati caduti” “presente!”, con un fiume di braccia alzate al cielo a modo di saluto romano, simbolo inequivocabile del periodo fascista.
A me vedere quell’immagine, sentire quel coro all’unisono fa un po’ effetto, mette una leggera angoscia, fa per esempio ricordare le parate militari della Corea del Nord, temutissimo Paese governato da una dittatura folle e pericolosa.
Mette angoscia a me e presumo a molte altre persone che amano la democrazia, la libertà. Riempie di orgoglio, gonfia il petto a chi stupidamente crede che un regime dittatoriale, militare possa portare splendore.

La cosa che invece mi fa ridere è il fatto che una certa parte politica, che certi mezzi di informazione, che certi intellettuali, storici, sapientoni di ogni genere si siano accorti solo ora, dopo quarant’anni, che circa un migliaio di persone ogni 7 gennaio si radunano in stile militare, usando parole e gesti fascisti per ricordare quei tre ragazzi morti sotto i colpi di pistola di un terrorismo schifoso, vigliacco, omicida per il solo gusto di uccidere.

La sinistra italiana ha perso credibilità, non sa più dove sbattere la testa, non ha più argomenti, non ha più uomini e donne di valore in grado di attrarre le folle, di portare queste folle alle urne facendogli mettere una x sul simbolo di un partito che non sia di centro destra o di destra centro come si usa dire adesso.

La sinistra italiana è allo sbando, utilizza come voce il marito di una influencer milionaria che promette, e a quanto pare non mantiene (beneficenza), un ideale di politically correct che ha stufato anche chi lo ha creato (figuriamoci gli altri), l’ombra del ritorno del fascismo che più che un’ombra è un miraggio da incubo nel deserto, la famiglia moderna che neanche chi vi appartiene capisce bene che cos’è, l’immigrazione a tutti i costi ipotizzando un’integrazione più utopistica del socialismo reale di Breznev.

Alla gente non interessa nulla di quattro esaltati che da quarant’anni il 7 gennaio alzano il braccio e urlano “presente!”, la gente è stufa di quella sorta di radical chic che ormai da una trentina d’anni si aggira insistentemente nelle sedi sinistroidi, la gente è stanca di non poter più dire uomo perché bisogna dire persona, altrimenti si è offensivi, ignoranti, stupidi.
La gente non ne può più di dover a tutti i costi accogliere/aiutare chi arriva da lontano non si sa per quale motivo.
La gente vuole lavoro dignitosamente retribuito, pace, sicurezza, diritto alla salute, strade senza buche e libertà.