Ieri sera, dopo una deliziosa pasta allo scoglio presa d’asporto alla pizzeria del paese e mangiata davanti al camino al bar di sempre in compagnia di amici, non mi sono mosso di un millimetro e mi sono “goduto” la vergognosa telecronaca di Fiorentina – Inter.

Se invece di guardare la partita alla TV, l’avessi ascoltata alla radiolina come facevo le domeniche pomeriggio degli anni ’80, quando nel campo fangoso dell’oratorio tiravo calci ad un pallone sognando di indossare un giorno la maglia numero dieci nerazzurra del mio idolo Evaristo Beccalossi, probabilmente avrei pensato a tutt’altro rispetto a quello che hanno visto i miei occhi.

Per il telecronista ogni intervento dei giocatori interisti era un fallo gigantesco, ogni spintone dei viola di Firenze passava inosservato (vedi N’Zola su De VriJ nell’area milanese che per poco non realizzava un goal), ogni tiro sbilenco dei padroni di casa veniva esaltato con urla che facevano pensare al tiro mondiale più bello dell’anno.

Nell’occasione del penalty assegnato alla Fiorentina, il telecronista, prima dell’assegnazione, ha continuato a ripetere che Sommer aveva tirato un cazzotto all’avversario e che quello era rigore: “quello è un pugno in faccia, quello è un pugno in faccia”. Sembrava che quel pugno, che poi di pugno non si tratta, l’avesse preso lui e stesse denunciando la cosa alla polizia.

Dopo ogni vittoria dell’Inter giornali e televisioni non fanno altro che parlare di irregolarità, di favoritismi, di un piano per assegnare ad ogni costo la seconda stella alla Beneamata. Ormai si parla solo di quello, come se i gesti tecnici dei calciatori non contassero nulla, come se 54 punti, 50 goal realizzati e 10 subiti in 21 partite non importassero, non avessero valore, non determinassero lo stato delle cose, ossia che l’Inter è meritatamente prima in classifica.

Il Milan, che ha spesso circa 150 milioni di euro nel mercato estivo, sabato ha pareggiato in casa con il Bologna ed è potenzialmente a 11 punti dalla vetta, è fuori dalla Champions League e dalla Coppa Italia, ma ieri mattina il primo titolo che ho letto è stato: il miglior Loftus – Cheek di sempre. Ridiamo che è meglio.

La Juve ha il monte ingaggi più alto della serie A, una coppia d’attacco costata 150 milioni di euro, non facendo le coppe europee si può allenare e riposare regolarmente, ma il traguardo è il quarto posto. Continuiamo a ridere che è meglio.
L’Inter invece è obbligata a vincere il campionato dell’Universo. Non ridiamo più, ci arrabbiamo.

Ci arrabbiamo perché siamo stanchi di mezzi di comunicazione contro, di giornalisti o pseudo tali che cercano in ogni modo di convincere milanisti, juventini, napoletani eccetera che ogni vittoria interista è una palese ladrata. I tifosi si sa, mediamente, per ragioni passionali, non riescono a guardare con i propri occhi e a pensare con il proprio cervello, perdono facilmente ogni forma di razionalità quando si tratta della squadra del cuore o di quella sportivamente più odiata, e questo continuo voler far credere che c’è del marcio nell’Inter in testa non va bene, non fa bene.