"La solitudine tra noi, questo silenzio dentro te, è l'inquietudine di vivere la vita senza te" recitava una famosa hit musicale di Laura Pausini, celebre artista che ha incantato ed emozionato intere piazze con i suoi capolavori in musica.

La solitudine è un qualcosa di inconscio che è presente nell'essere umano in determinate circostanze, è il cosiddetto "vivere con te stesso, lontano da tutto e da tutti".
Si tratta di un fenomeno studiato e commentato dai più grandi teorici del passato, ma che trova libera espressione nel ruolo di portiere e viene comunemente battezzato come "la solitudine del numero 1".
In un mondo dove al primo errore piovono da ogni parte critiche e insulti, ecco che possiamo capire ciò che in queste settimane sta provando Loris Karius, estremo difensore del Liverpool.

Nell'ultima finale di Champions League il portiere dei Reds si è reso protagonista di una serie di errori imperdonabili che hanno consegnato la coppa più importante d'Europa per la terza volta consecutiva al Real Madrid. Al termine della gara, la gioia per aver giocato la prima finale si è trasformata nel peggiore degli incubi per il portiere tedesco.
Solo, disteso in mezzo al campo tra i festeggiamenti degli spagnoli e abbandonato dai suoi compagni di squadra. In lontananza si sentivano i cori dei tifosi dei Reds, i più spettacolari per il fascino di Anfield e per la meravigliosa "You'll never walk alone". A livello di immaginazione è proprio così, Karius non camminerà mai da solo, ma l'indifferenza totale e il rammarico per non essere arrivati a salire sull'arca della gloria lo faranno precipitare nel baratro della solitudine.
Il ruolo del portiere è proprio questo. Sin da piccoli, il portiere era colui che non sapeva giocare a calcio e l'ultimo ad essere preso in squadra perché tutta l'attenzione era puntata sugli attaccanti che con i loro gol facevano gioire chiunque, dall'allenatore al magazziniere.
Eppure, il portiere è colui che spesso mette una pezza sull'errore dell'altro e evita con le sue parate il gol del suo primo grande nemico, l'attaccante. Ma è proprio così, quando fai la parata nessuno ti abbraccia e quando è la tua squadra a segnare, i compagni si abbracciano fra loro. E quando commetti un errore piovono critiche da ogni parte.

La Premier League inizierà esattamente venerdì 10 agosto e il tempo per riflettere, considerando anche le prime amichevoli, è giunto al termine. È difficile poter trovare un rimedio immediato per colmare i pesanti errori del passato, ma la vera cura potrebbe trovarsi nella letteratura. Un grandissimo autore di nome Giovanni Pascoli appoggiava apertamente la "poetica del fanciullino",  secondo la quale in ogni essere umano è presente una parte infantile che con il passare del tempo tende ad essere soffocata; il poeta è colui che fa riemergere il fanciullino che è in lui.
Paragonando la letteratura al mondo del calcio è facile capire come il portiere sia un ruolo sentito già in età adolescenziale; si tratta di un dono di natura perché non tutti hanno la passione di gettarsi senza paura tra le gambe dell'avversario.
Ebbene, Karius dovrà fare proprio questo: ritrovare quel fanciullino che è in lui e che gli permetteva di compiere parate su parate, perché nel ruolo di portiere non ci si può mai abbattere.

Coraggio Karius, rialzati perché la partita è appena iniziata.