Alla luce delle indiscrezioni scaturite da fonti vicinissime all’ambiente bianconero, al termine dell’Assemblea degli Azionisti della Juventus, tenutasi il 15 ottobre, si è svolta nella “war room” della Continassa, una riunione segretissima, presieduta da Andrea Agnelli.
Alla riunione, hanno partecipato, oltre al Presidente bianconero, il Vice Presidente Pavel Nedved, il Chief Football Officer Fabio Paratici, il neo Football Director Federico Cherubini ed il tecnico Andra Pirlo. All’ingresso della Sala, Pirlo aveva lasciato - assicurandolo alla porta con una lunga catena a tripla maglia come guinzaglio - il fido molosso Igor Tudor che, per tutta la durata della riunione, si è dedicato a scarnificare, con la tipica sapienza croata, la tibia del predecessore allenatore in seconda, Martusciello.

Prima di aprire i lavori, al Presidente è stato consegnato un documento della Security, in cui si certificava che la sala era stata appena bonificata e che erano stati rinvenuti i seguenti reperti: una cimice di colore nerazzurro, con la scritta “Made in Appiano Gentile” ed un biscione in rilievo (preso atto di ciò, il Presidente ha dato immediatamente mandato a Paratici di scoprire gli autori del tentativo di spionaggio…); diversi mozziconi di sigarette sul pavimento e numerose caccole spiaccicate sotto il tavolo delle riunioni (Agnelli ha quindi commentato che poi uno si chiede ancora il motivo per cui non si era creata nell’ambiente bianconero quella “particolare alchimia” con il precedente tecnico…).
Come prologo alla seduta, si è svolto tra i presenti il preliminare e consueto torneo di freccette, che consiste nel lanciare i dardi contro un tabellone in cui sono effigiati i volti di Massimo Moratti (100 punti), Antonio Conte (70 punti), Beppe Marotta (50 punti), Aurelio De Laurentiis (30 punti) Marco Materazzi (20 punti) nonché personaggi antijuventini minori, tra i quali alcune illustre firme del giornalismo sportivo, degni eredi dei mitici Gianni Brera e Beppe Viola, ovvero Maurizio Pistocchi e Paolo Ziliani (al solo sentirli citare, ai presenti in sala si crea un particolare fastidio, assimilabile alla sabbia tra le mutande…).

Esauriti gli adempimenti preliminari, si è passati all’esame degli argomenti all’ordine del giorno.
Il primo riguardava l’“Assegnazione delle deleghe operative”. Agnelli ha introdotto l’argomento, precisando, per quanto occorrer possa, che gli incarichi formalizzati in Assemblea, erano soltanto il classico specchietto per le allodole da dare in pasto ai media. In realtà, i compiti strategici dei presenti erano così definiti:

- a Pavel Nedved, sono stati delegati i rapporti con le Curve. In proposito, Agnelli ha precisato al Vice Presidente che la delega riguardava le relazioni con la tifoseria bianconera più turbolenta e non le sinuosità dei giovanissimi esemplari del genere femminile, che la furia ceca aveva iniziato da tempo ad apprezzare, in modo assolutamente proporzionale all'avversione per Francesco Totti; 

- a Fabio Paratici, formalmente Chief Football Officier, sono stati delegati i compiti in materia di rapporti con l’Amministrazione Pubblica, con particolare riferimento alle relazioni con l’Università degli Stranieri di Perugia e alle varie Questure d’Italia, per il rilascio dei passaporti. In merito a quest’ultima delega, Agnelli ha precisato a Paratici, che si aspettava dallo stesso risultati di pari livello a quelli riscontrati da altre squadre nel passato, riferendosi in particolare alla seconda squadra di Milano 

- a Federico Cherubini, formalmente Football Director,i rapporti con la Sanità Pubblica e, in particolare, con le ASL in materia di rispetto dei protocolli sanitari. In proposito, il Presidente ha precisato preliminarmente che la scelta non poteva ricadere su candidato migliore, stante il cognome che evocava comportamenti improntati alla massima rettitudine e bontà. In secondo luogo, Agnelli ha chiarito che il messaggio che Cherubini doveva far passare alle ASL era il seguente: “La Juventus rispetta i protocolli sanitari anche quando sembra che non li rispetti”

- ad Andrea Pirlo che “stranamente” era rimasto silenzioso sino a quel momento, solo una raccomandazione, ovvero di evitare le “pirlate” commesse a Roma, dove aveva impostato la squadra con un modulo all’Oronzo Canà (5 – 5 – 5 ), dimenticandosi che aveva a disposizione solo 10 giocatori di movimento, per cui il modulo si era trasformato in (0 – 5 – 5 ). Non è stato comunque semplice far comprendere a Pirlo che con tale schema la difesa fosse un “po’ scoperta”.

Esaurito il primo argomento all’ordine del giorno, il Presidente è passato al successivo, ovvero “Esame del Mercato Estivo 2020”, precisando di aver sentito parlare molto bene di due profili appena emersi sullo scenario bianconero e che si erano resi protagonisti dell’ultimo, roboante successo sul Napoli. In particolare, il Presidente – assente per motivi di lavoro (????) da Torino – aveva appreso dalla stampa della schiacciante vittoria sulla squadra partenopea. I titoli dei giornali erano stati infatti eloquenti: “Juventus, unica squadra in campo”, “Il Napoli non si è neanche presentato”; “ La Juve si impone 3-0 a tavolino”; “Mastrandrea pone il sigillo sul 3 – 0 “.

Il Presidente ha quindi chiesto chiarimenti e delucidazioni ai presenti su questi giocatori emergenti, Tavolino (in merito, Agnelli ha rammentato che un omonimo in passato, era stato protagonista assoluto della “conquista” di uno scudetto da parte dell’Inter) e Mastrandrea. I due avevano addirittura oscurato CR7 (in perenne isolamento fiduciario “dinamico” tra Torino, Madeira e Lisbona). Ad Agnelli non risultava che Tavolino e Mastrandrea fossero presenti nell’organico bianconero.

Terminato l’intervento del Presidente, si è creato il gelo ed un comprensibile imbarazzo tra i presenti. In particolare, si è sentito Pirlo proferire “E adesso che c@@@@@ gli raccontiamo??”. Con un coraggio al limite dell’incoscienza, ha preso la parola Paratici per confermare che Tavolino e Mastrandrea erano state due intuizioni di mercato dell’ultimo minuto. 

Occorre premettere che il coraggio dimostrato da Paratici era da ascrivere alla circostanza che allo stesso erano state imputate alcune clamorose “pippe” di Mercato che, alla Juventus, non si vedevano da tempi di Zavarov. 

Agnelli aveva infatti rimproverato (per usare un eufemismo) Paratici per aver ingaggiato, seppur a parametro zero, due cefole quali Rabiot (che ancora non si è compreso se e quando evolverà positivamente, tanto è vero che è già in preparazione un remake del famoso dramma teatrale di Samuel Beckett, “Aspettando Godot”, rieditato in “Aspettando Rabiot”) e Ramsey (l’unico calciatore che riesce a rispettare alla lettera i protocolli sanitari, in quanto è perennemente infortunato), nonché l’ultimo tecnico, Maurizio Sarri, con un contratto triennale (???) e sul quale era già stato steso un velo pietoso, in occasione della prima conferenza stampa.
Ormai, in preda ad un delirio di onnipotenza, tra lo sguardo incredulo di Nedved e Cherubini (nel frattempo Pirlo si era leggermente assopito), Paratici ha precisato che Tavolino era effettivamente il nipote del rinomato Tavolino interista. Si trattava di un centroavanti di origine brasiliana, il cui nome completo era  Edson Arantes do Nascimento, detto anche Tavolino (nell’udire queste parole, Nedved e Cherubini si accasciavano sulla sedia, simulando crampi gastrointestinali, in seguito al catering organizzato dal JHotel per l’assemblea appena conclusa: ostriche DOP, fatte pervenire in cassette con il marchio ADL, quale gentile omaggio da parte di un ignoto imprenditore cinematografico partenopeo).

Per quanto riguarda Gerardo Mastrandrea, Paratici – ormai totalmente privo di freni inibitori – ha confessato ad Agnelli che si trattava di una autentica genialata dell’ultima ora.. Il “ragazzo” – ha puntualizzato il CFO bianconero – è stato segnalato dal capo occulto degli osservatori juventini, il prof. Luciano Moggi, quale profilo in grado di ricoprire più ruoli nello scacchiere bianconero. Per contro, Paratici ha segnalato che altre risorse, allo stato assolutamente superiori al Mastrandrea, erano sotto osservazione da parte dei competitor della Juventus. In tale ambito, Paratici ha indicato un tale Piero Sandulli, estroso e sapiente calciatore a tutto campo, che ha già dimostrato – almeno a parole – di voler incidere sulle vicende del campionato. In modo singolare, tale “ragazzo” è anch’esso nipote del ben più celebre ed omonimo, che sigillò, con il Tavolino dell'epoca, la citata conquista dello scudetto da parte dell’Inter.

Rinfrancato dalle parole di Paratici e con la consapevolezza che i due nuovi virgulti sarebbero stati la chiave di volta per l’agognata Champions, Agnelli è passato al terzo ed ultimo argomento all’ordine del giorno “Informativa sul 120° ricorso contro le sentenze di Calciopoli”. Prima di procedere, ha chiesto ed ottenuto la parola Andrea Pirlo, che si era nel frattempo svegliato a seguito dei gemiti di Nedved e Cherubini. Pirlo ha chiesto il permesso di abbandonare i lavori, in quanto era giunta l’ora di far uscire sui campi della Continassa il molosso croato Igor Tudor per i bisognini quotidiani.
Agnelli ha concesso immediato permesso a Pirlo, anche perché nel corso dell’ultima riunione, Tudor aveva marcato tutto il perimetro della war room con schizzi di urina maleodorante e feci dalle enorme dimensioni. Agnelli ha raccomandato solo a Pirlo di lasciare libero Tudor sui campi della Continassa nello stesso momento in cui Khedira svolgeva il proprio allenamento individuale e ciò allo scopo di indurre il tedesco ad una bonaria e serena risoluzione del rapporto contrattuale.

Il Presidente ha iniziato quindi – tra la noia mortale dei presenti (Nedved faceva finta di prendere appunti, disegnando in realtà immagini di giovani fanciulle in abiti succinti; Paratici inviava da sotto il tavolo messaggi a Friedkin, pregando di essere assunto alla Roma, anche come magazziniere;  mentre Cherubini simulava grande attenzione ma, in realtà, era assorto a tentare di comprendere cosa diavolo  significasse “Football Director”) - ad illustrare le motivazioni, poste a fondamento dell’ennesimo ricorso contro le sentenze di Calciopoli, che si basavano su presupposti giuridici di assoluta rilevanza tecnica.

In particolare, il principale motivo del ricorso era incentrato sulla circostanza che, in caso di ennesimo rigetto, la Juventus avrebbe finalmente provveduto a togliere i due enormi scudetti 2005 e 2006 allo Stadium, affidando i lavori all’aviazione militare statunitense (e finalmente si sono comprese le misteriosi ragioni dell’ingaggio di McKennie), che avrebbe avuto poi il compito di sganciarli sopra la sede dell’Inter, nel corso di un incontro conviviale per ricordare il Triplete, con la presenza straordinaria di Massimo Moratti.

Alle ore 19,48, il Presidente ha quindi dichiarato chiusa la riunione ed i partecipanti hanno così potuto prendere atto, con estremo disappunto - dall'immensa vetrata della war room, prospiciente i campi della Continassa - che Igor Tudor, steso, in segno di piena sottomissione, con la schiena a terra, era intento a leccare la mano di Khedira. Nel mentre, il calciatore tedesco sussurrava al molosso croato: "Fai il il bravo, altrimenti ti faccio sfidare in un combattimento tra cani, il mio caro amico Mario Mandzukic".