Venghino Siori! Prego! Tutti in fila ad ammirare le evoluzioni del duo Paratici-Nedved, nuovo fenomeno dirigenziale del calcio mondiale! E poco importa se la società di apparteneza si chiama Juventus, quella da sempre arroccata sulle proprie ideologie, permeata di tradizioni e stili mai scalfiti da correnti di pensiero fluttuanti, mode repentine, metodologie avveneristiche estemporanee. 

E poco importa anche se qualcuno ancora ricorda che "Squadra che vince non si cambia", laddove "squadra", in questo caso, non si riferisce alla compagine tecnica (che va costantemente migliorata, ci mancherebbe!), bensì per società nel suo insieme, o, più ancora, per "Politica e filosifia aziendale".

Perché, passata assai velocemente la burrasca di caciopoli, davvero sorprende come nonostante si venga da 8 anni di trionfi, con altissime recenti puntate verso la vetta d'Europa che facevano presagire la necessità solo di piccoli accorgimenti tecnici per arrivare a completare l'opera, ci si trovi di fronte ad una svolta epocale in termini di approccio mediatico, valutazione del mercato, pianificazione ed organizzazione del gruppo.

L'arrivo di Cristiano Ronaldo ha evidentemente stravolto le logiche classiche di gestione: una icona costosissima e per ciò inesorabilmente da ottimizzare in tempo reale, a discapito dell'equilibrio che ha sempre caratterizzato i rapporti interni tra campioni e gregari nello spogliatoio bianconero, oltre che della solidità economica su cui poter costruire parchi giocatori con oculata competenza, senza dover cedere a pressioni finanziarie che da presenti potrebbero diventare pressanti... Così, svanita la cessione di Cancelo entro la tempistica auspicata per iscrivere una importante plusvalenza a bilancio, la società ha dovuto correre immediatamente ai ripari con lo scambio sull'asse Torino-Roma tra Spinazzola e Pellegrini (Luca, non Stefano...), assicurandosi entro il 30 giugno appena trascorso un ritorno patrimoniale più che significativo, grazie al fatto che "Spina", provenendo dal vivaio bianconero, era iscritto in bilancio a costo zero. Questo, nonostante le ottime potenzialità mostrate dal giovane talento umbro lo scorso anno, al netto del grave infrotnuio che lo aveva costretto a lungo fuori dal terreno di gioco.

Nel frattempo da Parigi è arrivato Adrien Rabiot, in scadenza di contratto, ma che pur essendo da ormai due stagioni ai ferri corti con la squadra capitolina, non risulta essere stato oggetto di clamorosi braccio di ferro tra i direttori sportivi dei migliori club d'Europa per garantirsene le prestazioni. Quindi, fedeli al motto "Lasciate che i parametri zero vengano a me!" (in questo, per la verità, proseguendo sulla scia tracciata da Marotta) tanto è valso prenderlo noi, regalando a madame Veronique giusto qualche spicciolo per le vacanze (10 milioni di euro, ndr) e coprendo il vezzoso galletto con un lauto ingaggio, incuranti delle bizze caratteriali a più riprese mostrate dal giovanotto e soprattutto della sua ... costante inconstanza di rendimento. Vedremo cosa accadrà.

Però c'è da stare tranquilli, perché comunque come vice Szczesny è tornato Gigi Buffon, e quindi anche per il termine della stagione 2019/20 ci siamo assicurati conferenze da libro Cuore del Presidente Agnelli, maglie celebrative con su scritto "Ari-Addio", no anzi "Ari-arrivederci"... e poi giri di campo ari-bagnati da lacrime di commozione, ari-occhiolini, ari-ringraziamenti e ari-dolci abbracci... Insomma, prepariamci ad assistere ad un pirotecnico "dejavù", per ricorrere ad un vocabolo della lingua che Gigi aveva adottato come propria per proseguire da protagonista assoluto la sua carriera DA INDISCUSSO E INSOSTITUIBILE NUMERO 1!

Ora si attende soltanto il colpo finale, quel Matthijs De Ligt che solo il pensiero di vederlo svettare al centro della nostra difesa fa venire i brividi (dopo quelli che - ahimé - ci ha fatto provare nel doppio confronto dei quarti di finale dell'ultima edizione di Champions League). Il fortissimo centrale olandese dovrebbe arrivare grazie ad una ingente offerta economica, un ingaggio da top assoluto e... una clausola rescissoria da 150 milioni di Euro, condicio sine qua non imposta dal Signor (...)  Rajola all'amico (...) Pavel Nedved. A memoria, MAI la Juventus ha inserito clausole del genere nei propri contratti, avendole Beppe Marotta sempre ritenute "Una follia - (cito testualmente) - che mettono la società in una posizione di debolezza, dal momento che il valore del giocatore si valuta al momento della cessione e non dell'acquisto". Ragionamento che ad avviso di chi scrive non fa una piega, ma che evidentemente non è tale da poter essere supportato da chi attualmente non ha sufficiente peso specifico e autorevolezza nel condurre le trattative in favore della Juventus.

Basta, mi fermo, qui; sono sicura di essermi attirata già abbastanza improperi, note di biasimo e commenti stizziti; del resto, il popolo bianconero è entusiasta del nuovo corso e sicuro della inarrestabile cavalcata trionfale verso traguardi mai sentiti così a portata di mano. Ed io mai come questa volta spero tanto abbiano ragione loro!