La settimana scorsa, dopo tre tentativi andati a vuoto per improvvise ed improrogabili attività lavorative, sono riuscito con un amico ad andare a visitare Bratislava, capitale della Slovacchia, città asburgica con una popolazione di circa 490.000 abitanti a 70 chilometri da Vienna (ogni mezz’ora c’è un treno che in un’ora porta da una località all’altra).
Bratislava
non è Praga, non è Budapest, non ha quell’infinito museo a cielo aperto come le sue due più famose sorelle e come la sua famosissima mamma Vienna, capitale austriaca e città simbolo del più grande impero della storia europea dopo quello romano, quello austro-ungarico.
Bratislava non ha il ponte Carlo, piazza dell’orologio, la cattedrale di San Vito, il ponte delle catene, piazza degli eroi, l’antica città di Buda, non ha Schombrunn, il museo di Sissi, il Belvedere, la Schatzkammer, ovvero la Camera del Tesoro Imperiale che raccoglie il tesoro sacro e profano degli Asburgo.
La capitale della repubblica slovacca non ha tutte quelle bellezze, ha un piccolo, carino, ordinato e pulito centro storico pieno di ristoranti, pub, cocktail bar, enoteche, centri massaggi… un’area pedonale, a pochi passi dal Danubio, che offre tutto ciò di cui un turista medio ha bisogno per passare tre o quattro giorni di vacanza con tutti i servizi a disposizione.
Questa piccola ma non piccolissima città a tanti sconosciuta, ha però una cosa che le sue due sorelline famose non hanno: l’euro, la moneta tanto odiata dagli italiani

Lo sapevate che in Slovacchia c’è l’euro? Probabilmente, senza offesa cari lettori, fino a quindici secondi fa non eravate a conoscenza della moneta con la quale si paga il gulasch in un’osteria slovacca e con ancora più probabilità non sapete con quali stati confina il Paese che ha dato i natali a Milan Skriniar, roccioso difensore dell’Inter, e a Marek Hamsik, ex idolo della tifoseria napoletana.
La Slovacchia confina con Austria, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia e anche con la martoriata Ucraina, luogo di guerra fuori dall’Europa Unita ma così vicino a noi da condizionare anche le nostre vite in questi mesi di follia Putiniana.

La seconda domanda che mi verrebbe da fare è: sapete qual è la moneta ceca e quella ungherese? Probabilmente anche a questa domanda parecchi non saprebbero dare la risposta giusta: corona ceca e fiorino ungherese.
In Italia, non voglio essere cattivo ma ahimè sincero, il cittadino medio sa poco, si interessa di poco, ha idee confuse, crede a notizie in molti casi non corrispondono alla realtà.
Siamo un popolo che non legge, che non si informa, che crede alle stronzate che girano sul web, un popolo non sempre in grado di comprendere il significato di un articolo di giornale, un popolo che viaggia ma lo fa male, lo fa solo per farsi selfie e per dire sono stato…un popolo che non si ferma ad osservare i dettagli, un popolo che non parla con la gente o se ci parla lo fa per chiedere se tifa per lo Slavia o per lo Sparta Praga, non per sapere quanto guadagna mediamente un padre di famiglia, per conoscere quanto costa un litro di benzina, un etto di prosciutto crudo, una bottiglia di acqua e una di vino, una busta di insalata, una confezione di petti di pollo, la scuola pubblica e quella privata per i figli, una risonanza magnetica, un apparecchio per i denti, un’automobile utilitaria, una bicicletta, un biglietto del tram.
Siamo un popolo ancora convinto che comunicare a gesti, che vestirsi più alla moda degli altri, che avere il Colosseo e gli Uffizi basti per essere i migliori, per sapere tutto, per potersi lamentare di tutto.
Gli altri intanto parlano inglese come parlano la loro lingua madre, gli altri hanno le strade senza crateri, gli autobus in orario, il centro città senza cartacce, bottigliette di plastica e vetro per terra, gli altri hanno salari medi ormai vicini ai nostri, hanno anche costi medi della vita vicino ai nostri, perché signori, tutto è in proporzione.

Durante la breve vacanza a Bratislava, nella mia visita in giornata a Vienna, città in cui ero già stato ma nella quale sono tornato molto volentieri anche per farla vedere al mio compagno di viaggio che non c’era mai stato, ho parlato una ventina di minuti con un tassista, facendogli le domande mi interessavano: salario medio, tassazione media, affitto medio, costo energia, costo del carrello della spesa…le solite cose per capire chi sta peggio tra noi italiani lagnosi e il resto del mondo. La stessa cosa l’ho fatta dal parrucchiere a Bratislava (mi piace farmi tagliare i capelli all’estero, mi piace farlo perché stupidamente ogni volta penso di spendere la metà e invece mi ritrovo a pagare lo stesso conto che pago abitualmente in Italia, e mi piace farlo per provare il taglio alla moda del posto, accorgendomi alla fine che è lo stesso che mi fanno a Milano e zone limitrofe).
Non chiedo mai o quasi mai quanto costa la benzina, quel prezzo mi piace scoprirlo guardando i cartelli alla stazione di servizio che lo indicano.
Voglio guardare con i miei occhi per arrabbiarmi ancora di più con il governo italiano che ci fa pagare il pieno delle nostre auto tedesche il doppio di quanto pagano gli automobilisti fuori dal Belpaese (siamo così fieri del made in Italy che trovare una FIAT per i viali dello stivale è come trovare un ago in un pagliaio).
Un litro di benzina a Bratislava 1,9 euro, a Vienna 2,1 euro.
Volete sapere i prezzi del resto? Prendete un volo e andate a scoprirlo, io non mi permetto di riempire i social di stupidaggini che alimentano una situazione già di suo preoccupante, pesante per gli italiani. Sono andato, ho visto, ho toccato con il mio portafogli, sono tornato e ancora una volta mi sono detto: quante cazzate che spara ogni giorno la gente.
Italiani: disinformazione e lagnanza, che mal di panza.