Avrei voluto pubblicare questo articolo qualche giorno fa, ma mentalmente non era assolutamente pronto. Certo, non è che dopo tre giorni possiamo dire che tutto sia passato, ma almeno possiamo avere la lucidità di poter analizzare la questione in maniera oggettiva e precisa tutto ciò che è successo. Nessuno avrebbe potuto mai immaginare per l'ennesima volta un esito del genere: l'Italia, la stessa identica Italia che 8 mesi fa ci regalò una delle imprese più belle della storia del calcio italiano e nazionale, quel gruppo bello forte e determinato che ha avuto la forza di competere con le più grandi nazionali d'Europa, vincendo un trofeo che mancava da ben 54 anni contro gli inglesi in casa loro dopo aver regalato spettacolo in tutta la competizione, quella che è stata capace di superare il record di imbattibilità della storia del calcio internazionale, con ben 37 risultati utili consecutivi(per quasi 3 anni non abbiamo perso una partita)... ecco, quell'Italia... questa Italia, non andrà al mondiale, per la seconda volta consecutiva. Paghiamo la sconfitta rimediata al 92º nello spareggio contro la Macedonia del Nord, dopo aver avuto per 95 minuti la partita in mano, ma paghiamo soprattutto una seconda parte di qualificazione(da settembre a novembre)dove abbiamo veramente buttato via troppe occasioni, troppi momenti, troppi attimi che sarebbero potuti risultare decisivi; non parlo solo dei pareggi contro la Svizzera, e precisamente dei due rigori sbagliati da Jorginho, ma parlo anche dei pareggi contro la Bulgaria a settembre e contro l'Irlanda del nord a novembre. Troppe partite che, nonostante siano state tutte DOMINATE, non siamo riusciti a portare a casa, complice la sterilità offensiva che questa squadra si porta dietro da oramai troppi anni. Ma nel calcio fino a prova contraria contano i goal, e chi segna vince,e soprattutto ha sempre ragione. Sicuramente questo esito questo paese, questi ragazzi, questo allenatore e questo staff questa volta, a differenza della scorsa, non lo meritavano. Ma cosa è mancato alla nazionale? Ripeto, il goal. Il gioco nel complesso non è mai mancato, e i goal subiti sono sempre stati molto pochi, ma se davanti segni due goal nelle 5 partite che ho sottolineato prima, significa che la mancata qualificazione te la sei cercata, e per certi versi, meritata. Poi ovviamente, è doveroso sottolineare che spesso il calcio è anche drammaticamente crudele: l'Italia nelle ultime 43/44 partite(gara in più o gara in meno), sapete quante partite ha perso? 2; una con la Spagna a settembre e poi quella dell'altra sera al 93º, quanto basta però per non andare al mondiale... un po' di crudeltà in tutto questo c'è, ammettiamolo. Ma non deve essere assolutamente un alibi: questa mancata qualificazione è l'ennesimo fallimento del calcio italiano. Un calcio che dal post mondiale 2006, ha avuto una decrescita spaventosa, sia  per quanto riguardi la nazionale che i club. Negli ultimi 15 anni abbiamo vinto 2 Champions league, abbiamo fatto due finali di Champions e una di Europa League. A livello nazionale invece, tolto il triennio Mancini(che dopo approfondiremo), tolto l'Europeo di Conte e Prandelli, sono stati commessi dei assoluti disastri: mondiale 2010 fuori ai gironi, mondiale 2014 fuori ai gironi, e mancata qualificazione a quelli del 2018 e 2022. Un disastro, una vergogna. Ricordiamoci chi siamo, ricordiamo la storia dell'Italia e del calcio italiano: sono poche le squadre che ci mangiano in testa. Rispetto al passato non si riescono a trovare giovani, non si seguono progetti di lavoro, non si riesce a formare dei potenziali calciatori. È tutto sbagliato, è tutto confusionario. È tutto un fallimento. Tutte le nazioni attraversano periodi difficili, ma non posso pensare che il calcio italiano sia passato dal creare fior e fior di giocatori per almeno 60 anni e tutto d'un tratto non ce ne siano più... io non voglio insegnare a nessuno a lavorare, ma dopo risultati simili bisognerebbe iniziare a porsi qualche domanda(tenendo anche conto che siamo il paese dei "risultatisti"). Le parole di Nicolato, il CT dell'under 21, sono esemplari: non ci sono più giovani, e quelli che ci sono non giocano. Eppure ogni città è strapiena di bambini che fin da piccoli vanno a giocare a calcio e che in ogni piazza si trovano sempre, appena usciti da scuola, a giocare con un pallone per ore ed ore... è possibile che in mezzo a tutti questi non ci siano più calciatori?  L'altra sera stavo seguendo un programma calcistico, la BoboTv, e sono rimasto schioccato nel vedere le tabelle che aveva preparato Lele Adani sulla Primavera1(il campionato giovanile Under 21 del calcio italiano)e sulla Serie A e B:la prima sottolineava i minuti in campo dei giovani italiani e stranieri nel campionato primavera, la seconda il minutaggio invece nei campionati di Serie A e B; in entrambi i casi, la percentuale di stranieri risulta essere quasi il doppio. C'è qualcosa che non va, direi... come è possibile che in un campionato giochino più stranieri che italiani? Un formatore dovrebbe dare la stessa importanza sia al calciatore straniero che a quello italiano, ma evidentemente non è così... evidentemente esistono dei guadagni maggiori o delle spese minori in base al luogo di nascita... oppure ci sono degli incompetenti... sennò non si spiega tutto ciò(soprattutto per quanto riguarda il campionato primavera...). La formazione di un ragazzo, il modo in cui viene educato e la costanza nel lavoro sono le basi delle basi per dare il via a un progetto di crescita. Se mancano le fondamenta, le case vengono giù. Inoltre bisogna dare tempo ai ragazzi di esprimersi, senza dare giudizi affrettati(come spesso in Italia succede...).

Passiamo però agli "alti livelli": sono pochissime le squadre in Italia che puntano sui giovani italiani. Tolte il Sassuolo, l'Atalanta e un po' la Fiorentina, è difficile trovare altre squadre che abbiano la costanza di lanciare qualche giovane, ma si preferisce sempre investire su calciatori stranieri oppure comprare i giovani italiani nel momento in cui sono in rampa di lancio(anche se ciò viene fatto soprattutto dalla Juventus). Esistono squadre che di giovani proprio non ne hanno, altre che invece gli lasciano appassire in panchina. Sia grandi squadre, che medie che piccole. Non abbiamo coraggio, non sappiamo osare. Nel nostro campionato un ragazzo a 24 anni viene ancora considerato un giovane, mentre negli altri vediamo grandi squadre(Liverpool, Chelsea, Barcellona...) che ne lanciano ogni anno 2/3 di 19/20 anni(anche meno...). Questo non significa che diventeranno fenomeni, ma almeno dimostrano di avere coraggio di puntarci, senza temere nulla. Qui invece abbiamo paura. Noi diciamo "Non è pronto fisicamente", "Non è pronto mentalmente", "Meglio aspettare", che possono anche essere concetti giusti se conclusi a seguito di alcune valutazioni, ma spesso lo si dice senza avere però nessun tipo di piano lavorativo per far sì che si possa arrivare a colmare questi "limiti" in modo tale da valorizzare successivamente ogni singolo percorso di crescita. Faccio un esempio molto semplice: adesso tutti ce l'hanno con Berardi, ma questo ragazzo gioca in Serie A dal 2013 e proprio 10 giorni fa ha realizzato i goal numero 100 e 101 in Serie A con la maglia del Sassuolo. Tenendo in considerazione della cifra spropositata che chiede il Sassuolo, ma come possiamo anche solo immaginare che Berardi possa avere la personalità e il carisma per poterci portare al mondiale se la partita di maggior spessore(tolto l'europeo)giocata fino ad oggi è stata una gara giocata contro l'Atletic Bilbao in Europa League ben 6 anni fa? Come possiamo avere una idea più marcata del valore di Berardi se lo lasciamo ogni anni al Sassuolo, con tutto rispetto(anzi, con grandissimo rispetto... perché la nazionale del prossimo futuro sarà composta da ben 5 calciatori scuola Sassuolo)? Parliamoci chiaro, il pallone dell'altra sera pesava un macigno... Ci sono certe Big del nostro campionato che in passato hanno buttato via soldi investendoli molto male su certi calciatori, perché non provare con un italiano? Non capisco onestamente. Noi abbiamo paura... mah. Come se esistesse baratro più profondo di quanto non sia già stato toccato...  

Adesso dopo aver analizzato le basi e dopo aver a analizzato gli alti livelli, passiamo ai poteri alti: come può un paese, una nazione, una federazione dare il via a un percorso di crescita e di formazione quando all'interno delle sedi nazionali principali ogni volta nascono delle battaglie civili? È stato votato 10 giorni fa il nuovo presidente della lega, Casini, con appena 11 voti. Delle 8 grandi(lasciatemici mettere anche la Fiorentina, dato che da quando la famiglia Commisso è arrivata sta provando in tutti i modi a far cambiare questo mondo...), solo Fiorentina, Lazio e Napoli l'hanno votato. Per la prima volta non è stato eletto un presidente favorevole alle 3 big storiche, che vengono viste male da tutti a seguito del fatto della Superlega. Come si può pensare di attuare una riforma quando all'interno degli organi c'è una persona che ogni volta vuole avere comando su tutto? Vi ricordo che abbiamo rischiato di finire il campionato in maniera anomala(e qui mi fermo...). Anche per Gravina non credo sia facile prendere decisioni... 

Resta il fatto che se non si inizia una riforma del sistema calcio italiano, non credo che ci si possa immaginare un futuro più prospero rispetto agli ultimi 15 anni, e il nostro campionato finirà per perdere valore sempre di più. La speranza è che questo ennesimo fallimento possa far cambiare qualcosa, ma sarà solo il tempo a darci risposta. Serve una riforma che parta dalle radici fino agli arbusti, che comprenda ogni singolo settore(giovanili, prima squadra, nazionale e anche arbitri)e soprattutto serve che tutti remino dalla stessa parte. Il calcio italiano non può continuare ad essere questo, dato che alla fine ci perdono tutti. L'unico aspetto che può garantirci ottimismo sono gli allenatori che stanno emergendo negli ultimi anni, con idee moderne e coraggiose, capaci di valorizzare giovani(De Zerbi, Italiano, Dionisi etc...). Queste persone vanno protette e valorizzate sempre maggiormente. 

Passiamo all'ultimo argomento che voglio trattare. Molti si stanno chiedendo come abbia fatto l'Italia a vincere l'europeo e come abbia fatto a far bene per così tanti anni. Semplice: dovete ringraziare quell'uomo che si siede sulla panchina. Partiamo dal presupposto che la mancata qualificazione anche per lui rappresenta un fallimento(come ha dichiarato), ma chi attacca, disprezza e disdegna Mancini dovrebbe solamente vergognarsi. Capisco la rabbia, capisco la frustrazione... ma dimenticare tutto ciò che ha fatto da quando siete su quella panchina, è vergognoso. Dopo la Svezia eravamo morti e decrepiti, non avevamo nulla su cui ripartire, non avevamo giovani, non avevamo certezze... in un momento in cui nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di sedersi su quella panchina, un allenatore, un uomo, che si chiama Roberto Mancini ha preso in mano la nazionale e DA SOLO, senza nessuno dietro(federazione, club, scouting...), con solamente l'aiuto del suo staff, ha costruito una squadra ripartendo dai giovani, creando una identità e trasmettendo un idea di calcio, arrivando a creare un gruppo vero, amato e rispettato da tutti, con dei valori umani veri. Ha preso le ceneri e ci ha costruito un grattacielo. Ha avuto coraggio di osare, convocando ragazzi che non avevano nemmeno una presenza in Serie A credendo fortemente in loro(Zaniolo è l'esempio lampante... ma sotto la sua guida ha fatto esordire ben 36 calciatori). Ha dato il via a un progetto di calcio che negli altri paesi viene organizzato da interi movimenti, e l'ha fatto DA SOLO. Ha riportato alla luce un paese, ha regalato emozioni che non vivevamo da anni. Ha fatto ammirare un paese in tutto il mondo. Ha fatto sognare un paese, e l'ha fatto in mezzo al periodo più difficile della storia del calcio italiano. Ma soprattutto ha nascosto i problemi e i limiti del sistema del calcio italiano. Un progetto che parte dalla vittoria in Nations League al 90º contro la Polonia, con goal di Biraghi, fino alla vittoria dell'europeo. Mancini ha fatto tantissimo, ha fatto tutto. E in cambio cosa ha ricevuto? Nulla. Perché nessuno dei 20 club ha dato la disponibilità nel rinviare l'ultima giornata del campionato per permettere alla nazionale di avere 4/5 giorni in più per preparare gli spareggi... non è un alibi, ma conferma il fatto che nessuno dei club voglia remare dalla stessa parte, e conferma il fatto che la nazionale non venga vista di buon occhio, se non durante un Mondiale o un Europeo. Poi però ci lamentiamo, si cerca sempre un capro espiatorio, quasi sempre paga l'allenatore anche se sarebbe l'ora che tutti si facessero un esame di coscienza. Il problema non è Mancini, come non era Prandelli, come non era Lippi, come non era Donadoni... il problema è il sistema del calcio italiano, che non funziona da oramai troppo tempo. Un paese serio, un paese che vuole aspirare alla grandezza, invece di attaccare Roberto dovrebbe chiedergli scusa, e dovrebbe prendere da spunto il suo lavoro fatto in questi anni per poter dare il via a una riforma che possa riportare l'Italia ai fasti di un tempo(vorrei ricordare la frase che si diceva qualche mese fa:"eccetto l'Atalanta, la squadra che gioca il miglior calcio... è la nazionale). Immaginatevi se il 50% di quello che ha fatto Mancio venisse fatto da tutti... se abbiamo una certezza, quella è proprio l'allenatore. E non bisogna assolutamente toccarlo. Ma evidentemente anche la sua bacchetta magica non è infinita. Mancini ha aiutato tutti, adesso dobbiamo essere tutti noi ad aiutare lui, iniziando un percorso di crescita chiaro e serio. Una base di squadra ce l'abbiamo, ci sono diversi giovani interessanti su cui ripartire. Da questa dovremo ripartire per poterci ricostruire in viste del futuro. Ricordiamoci chi siamo, da dove veniamo. Guardiamo la nostra terra, guardiamoci intorno: sismo italiani! Siamo allegri, spensierati, bonaccioni, fedeli, a volte siamo un po' incoerenti, ma dentro di noi scorre sangue tricolore. La nostra storia parla chiaro: quando cadiamo, siamo unici a rialzarci. L'abbiamo fatto nell'82 a seguito del calcio scommesse... l'abbiamo fatto nel 2006 a seguito dello scandalo calciopoli e dopo il mondiale complottato del 2002... l'abbiamo fatto quasi 9 mesi fa nel periodo più difficile della storia del calcio italiano. E potremo farlo ancora, ma però servirà l'apporto di tutti quanti, dagli scouting fino ai poteri alti, passando dai settori giovanili fino alle prime squadre. Solo così potremo tornare a vivere altre notti magiche come quelle della scorsa estate, come quelle del 1990("Italia 90", la semifinale contro Maradona), del 2000(il goal di Trezeguet nei supplementari in finale contro la Francia dopo lo storico "ora gli faccio il cucchiaio" detto in romano di Totti contro l'Olanda), del 1970(la partita del secolo vinta in semifinale contro la Germania, prima della finale persa contro il Brasile dei 5 numeri 10), del 1994(il rigore di Baggio)... tutte annate diverse, alcune terminate bene e altre un po' meno, ma che hanno scritto le pagine della grande e affasciante storia del calcio italiano.
L'obiettivo di tutti adesso deve essere tornare a vivere quelle serate, a costo di rimetterci la vita, perché... "SIAM PRONTI ALLA MORTE, L'ITALIA CHIAMÒ".