Il 19 luglio del 1966 l'Italia esce dal mondiale inglese dopo una clamorosa sconfitta contro la Corea del Nord. Un risultato talmente inaspettato che per anni il termine "corea" nel calcio tricolore sarà sempre associato a questa disfatta.
Il 18 giugno 2002, la nazionale azzurra guidata da Giovanni Trapattoni scende in campo a Daejeon per gli ottavi di finale di un altro mondiale. I nostri, come ironia della sorte, affrontano una delle nazione ospitanti: la Corea del Sud.
L'Italia è partita per l'estremo oriente come una delle favorite, la sua rosa è fatta in gran parte di campioni all'apice della loro carriera. Il rischio di rivivere 36 anni dopo un'altra Corea era concreto, anche perchè gli Azzurri dovranno vedersela anche con un altro inaspettato avversario.
Per capire come siamo arrivati a questa drammatica situazione, dobbiamo fare un piccolo passo indietro.

La nazionale italiana, dopo la disfatta nella finale di Euro 2000 contro la Francia, decide di cambiare guida tecnica a causa dell'addio di Dino Zoff che ha avuto una discussione alquanto particolare con Silvio Berlusconi. La selezione viene affidata a Giovanni Trapattoni, uno degli allenatori più vittoriosi nella storia del nostro calcio. La rosa a sua disposizione è senza dubbio, una delle migliori degli ultimi anni. Il girone di qualificazione è tutto tranne che proibitivo, un gruppo modesto dove i nostri non brillano per gioco espresso, ma riescono comunque a qualificarsi come primi.
Dopo l'uno a zero fischiatissimo contro l'Ungheria, arriva il primo campanello d'allarme.
Come può una squadra che presenterà tra i 23 convocati nomi del calibro come Totti, Del Piero, Vieri, Inzaghi, Maldini, Buffon, Nesta e Cannavaro, preoccuparsi di qualche scialbo risultato? L'opinione pubblica mette gli azzurri come favoriti insieme alla Francia (campione in carica) e all'Argentina di Batistuta e Crespo. I primi problemi iniziano ad arrivare ad aprile, quando durante un'amichevole contro l'Uruguay, si infortunia il terzino titolare Gianluca Pessotto.
Un mese dopo arriva anche la sorpresa. A sperare in una convocazione da parte di Trapattoni era Roberto Baggio, che aveva cercato in tutti i modi di recuperare dall'infortunio per vestire un'ultima volta la maglia azzurra, e invece viene clamorosamente escluso dai 23. I tifosi la prendono malissimo e le giustificazioni del Trap non valgono a nulla: vuole giocarsela con i suoi, con quelli che da due anni lo hanno accompagnato nel cammino verso l'oriente.
Il gruppo della fase a gironi era francamente alla nostra portata. Ci sono Ecuador, Croazia e Messico. L'Italia ha senza dubbio il miglior reparto offensivo del torneo, migliore anche sommando le riserve di quello del Brasile. I nostri nonostante una formazione tutt'altro che votata all'attacco, vincono per due a zero nella prima partita contro gli ecuadoriani, senza strafare.
Tutto cambia all'inizio della seconda partita. Con la Croazia giochiamo una pessima gara. La nazionale nonostante i top player in squadra non è irrisistibile come tutti pensavano. Di mezzo ci si mette una classe arbitrale che lascia più di qualche perplessità, ci sono due episodi che non tornano nel secondo tempo. Sul risultato ancora fermo sul pari, Vieri mette in porta per l'uno a zero, il goal è valido, ma il guardalinee alza la bandierina per fuorigioco. Passano cinque minuti e la rete di Bobo è regolare.
Eppure, quella che poteva essere la rete della qualificazione, diventa lo spartiacque del nostro mondiale, la difesa azzurra va in confusione e nel giro di pochi minuti la Croazia passa per due volte in vantaggio, prima con Olic, poi Rapaic scherza Materazzi e ribaltano il risultato. In mezzo ci si mette la sfortuna e qualcos'altro. Prima Totti colpisce il palo interno su punizione, poi quando mancano una manciata di secondi al fischio finale, Materazzi lancia lungo per Inzaghi che partito in posizione regolare, non tocca nemmeno la sfera che entra in porta, ma ancora una volta l'assistente inglese annulla la rete del pareggio per fallo. 
Qualcosa non torna. Per esempio nella gara tra Brasile e Turchia con i verdeoro bloccati sul pari, l'arbitro sudcoreano assegna a quattro minuti dal novantesimo il calcio di rigore per il momentaneo 2-1 ai sudamericani per un fallo fuori area di mezzo metro. Il primo segnale che qualcosa in questo mondiale non è chiaro, arriva alla terza partita del girone D, nel match decisivo con i portoghesi. 
L'argentino Sanchez lascia correre un'infinità di contrasti al limite del regolamento degli uomini di Hiddink limitandosi a qualche ammonizione, i lusitani cedono alle provocazioni e dopo nemmeno mezz'ora Joao Pinto si becca il rosso diretto. Nella ripresa con il risultato fermo sullo 0-0 finisce sotto la doccia anche Beto. Il goal degli asiatici arriva dopo qualche istante. Nonostante un palo clamoroso di Conceição il Portogallo è fuori. 
Gli Azzurri intanto si giocano il tutto per tutto nella gara contro il Messico. Inzaghi segna un altro goal non convalidato per questioni di millimetri dal guardalinee malese, i messicani vanno in vantaggio, poi Trapattoni decide far entrare Del Piero e Montella. Il romanista pareggia, ma ancora una volta la bandierina si alza, mentre il numero 19 era di pochissimo oltre la linea. Nonostante la sconfitta saremmo qualificati, ma un colpo di testa di Del Piero a sei dalla fine sigla l'uno a uno che qualifica gli azzurri. Siamo agli ottavi contro una rivale che non avremmo mai voluto affrontare: la Corea del Sud. Anche il Giappone si qualifica, ma l'attenzione sospetti sono tutti per gli altri organizzatori, ma non ci sono solo loro. 
Ad esempio, il Brasile che ha superato l'ostacolo del girone affronta il Belgio agli ottavi. I Diavoli Rossi si difendono bene e passano in vantaggio al trentacinquesimo minuto, ma l'arbitro incredibilmente annulla, i belgi non capiscono il motivo e la gara rimane sullo 0-0. Il Belgio resiste e subisce due goal della ripresa da parte dei verdeoro ed esce tra le polemiche. Si capisce che le favorite sono soltanto due: Italia e Brasile. I nostri devono superare l'ostacolo della Corea del Sud supportati da un paese intero. Gli uomini di Hiddink sembrano correre il doppio dei ragazzi del Trap.
Dopo due gare arbitrate in maniera pessima, la FIGC batte i pugni e chiede a gran voce un fischietto di caratura internazionale. 
Viene sorteggiato uno sconosciuto ecuadoriano. Si chiama Byron Moreno e diverrà nostro malgrado il protagonista assoluto dello sciagurato mondiale italiano.
Il 18 giugno 2002, il World Cup Stadium è una grande bolgia rossa, lo striscione "AGAIN 1966" ricorda i nostri il passo precedente del 66. Trapattoni con l'imperdibile acquasanta in panchina si gioca la gara più importante da commissario tecnico con tre punte: Vieri, Totti e Del Piero. Dopo due giri di lancette, Moreno fa capire subito agli azzurri l'aria che tira, prima estrae il cartellino giallo per Coco, poi Panucci e Seol si strattonano e per il fischietto sudamericano non c'è dubbio, è calcio di rigore per i padroni di casa. Sul dischetto si presenta Ahn; il giocatore del Perugia sceglie il tiro incrociare, ma Buffon devia in angolo. Dopo lo scampato pericolo, l'Italia inzia a macinare gioco. Totti batte il corner in mezzo all'area e Vieri di testa porta avanti i nostri e zittisce il pubblico di casa.
Nella ripresa Hiddink manda i suoi all'assalto, fuori Del Piero con tanto di occhio nero a causa di una gomitata non sanzionata e dentro Gattuso, ma la scena è tutta per Moreno. Coco prende un colpo alla testa ed è costretto a giocare per tutti i minuti con un enorme fasciatura, Zambrotta subisce un brutto fallo da dietro che regolamento alla mano sarebbe da cartellino rosso, ma dalla giacchetta nera di questo imprescidibile arbitro non c'è nulla. Dopo due occasioni divorate da Vieri, Francesco Totti corre con la palla a centrocampo, il nostro numero 10 dribbla mezza squadra e si presenta al limite dell'area, salta l'ultimo difensore che lo stende, è calcio di punizione dai 16 metri per tutti, tranne per Moreno che lascia correre. Quando mancano tre minuti al 90esimo, Panucci regala il pallone a Seol che fa uno a uno, Vieri nel finale ha un'occasione d'oro ma la spreca.
L'Italia comincia ad innervosirsi, in panchina il Trap continua a fischiare senza mai fermarsi, Gattuso subisce un colpo da taekwondo del suo marcatore, poi si divora il golden goal complice un miracolo di Lee.
Nel mezzo ci si mette anche l'episodio che cambia la gara: Totti si infila in area con il difensore che tocca il pallone avversario, per Moreno non ci sono dubbi, è simulazione. 
Secondo giallo ed espulsione per il nostro 10. Gli azzurri accerchiano l'arbitro, Trapattoni colpisce con il pugno il plexiglass che lo divide dagli addetti FIFA, mentre uno di loro allarga le mani come a dire:
"Noi non c'entriamo."
La ciliegina sulla torta, la mette il guardalinee argentino Rattalino, che annulla il golden goal di Tommasi, partito in chiara posizione regolare. E' il colpo del K.O. per i nostri che in dieci e svuotati fisicamente e moralmente subiscono la rete del 2-1 a pochi minuti dai rigori. 
Indovinate chi lo segna? Ahn, il giocatore del Perugia. 
Finisce una competizione, iniziata con l'entusiasmo di chi partiva come favorito. Il mondiale 2002 diventa una delle spedizioni più deludenti della nostra storia. Il presidente federale Carraro annuncia azioni legali e ricorsi. La FIFA indaga Moreno, ma senza conseguenze.

Cosa accade nel nostro paese? Il presidente Gaucci, dopo aver visto la rete di Ahn, decide di mandarlo via dalla squadra perchè secondo lui ha umiliato un paese intero. Nel frattempo la festa dei coreani continua e ai quarti di finale trovano la Spagna. Anche quì ci sarà l'ennesimo scandalo come nella precedente partita degli azzurri.
L'arbitro egiziano e il guardalinee ne concedono di tutto e di più, le Furie Rosse vanno in vantaggio, ma il fischietto africano annulla per motivi inspiegabili, sembra la fotocopia di Belgio-Brasile. Si arriva così all'episodio più clamoroso, cross sulla sinistra di Joaquin e rete di Morientes. Quel goal manderebbe la Spagna in semifinale, invece il guardalinee alza la bandierina, per lui la palla era uscita, ma le immagini parlano chiaro, la sfera è completamente dentro il campo e nel secondo tempo supplementare ci pensa l'altro collaboratore di linea a completare l'opera, ferma Joaquin in fuorigioco davanti al portiere. Ai rigori gli iberici vanno a casa, mentre la Corea del Sud va in semifinale. Sui giornali spagnoli diranno a gran voce:
"L'Italia ci aveva avvertiti."

Che fine ha fatto Byron Moreno? Nel settembre dello stesso anno viene accusato di aver truccato il big match del campionato d'Ecuador tra Barcelona e il Liga de quito. Il 9 gennaio 2003, venne invitato come super ospite nel programma della Rai "Stupido Hotel", ormai trasformatosi in un fenomeno da baraccone, passa la serata tra balli, ridicole interviste ed umiliazioni che subisce anche in occasione del famoso carnevale di Cento dove viene bersagliato di sputi, lanci di uova e frutta.
Infine arriva anche l'ennesima sopresa. Il 21 settembre 2010 mentre cerca di entrare negli Stati Uniti, la DEA, il dipartimento federale antidroga lo trova in possesso di sei chili di eroina. Condannato a due anni e sei mesi, viene scarcerato anticipatamente per essere estradato in Ecuador che lo aspetta per un'altra indagine, questa volta per evasione fiscale.
Ultima fermata di una vergognosa carriera per il personaggio più odiato della storia del calcio italiano, simbolo di un mondiale che passerà alla storia come una delle più grandi disgrazie sportive di sempre.

Un abbraccio Pasqui.