Storie di calcio - stagione II - episodio XIII

"Venezia è bella, ma non è il mio mare Il treno è fermo, io sono stufo di aspettare In questo mondo che pieno di lacrime Io certe volte dovrei fare come Dario Hübner E non lasciarti a casa mai a consumare le unghie."

Nel 2018, il cantautore latinense Calcutta dedicò questo singolo ad un calciatore, che sul finire degli anni novanta e il principio dei Duemila, divenne uno dei bomber nel suo neo di normalità lasciando un segno nella sua lunga carriera calcistica. La penultima puntata la dedichiamo a Dario Hübner per molti "Tatanka."
Nato il 28 aprile 1967 a Muggia in Friuli-Venezia Giulia, il giovane ha origini tedesche da parte di padre: il nonno era di Francoforte e sì stabilì a Trieste. Inoltre Hübner, ha anche origini austriache. Cresce nelle giovanili del Muggesana e alternava l'attività da calciatore con quella di fabbro. La vera carriera cominciò all'età di 20 anni nella Pievigina, nel Campionato Interregionale 1987-1988, dove mise a segno dieci reti.
Dopo una sola stagione col Pergocrema in C2 (con un bottino di sei reti), nel 1989 Hübner passò al Fano e contribuisce alla promozione in Serie C1. Rimase con le Aquile sotto la guida di Francesco Guidolin per tre stagioni ed è lì che l'attaccante friuliano assunse il soprannome di "Tatanka" oppure "Bisonte." Nel 1992 si trasferisce al Cesena. Con i bianconeri milita per cinque annate nella serie cadetta e conquista il titolo di capocannoniere nella stagione 1995-1996, nella quale mette a segno 22 goal.
A soli 30 anni, il Bisonte dopo la retrocessione del Cesena in Serie C1, passò al Brescia neopromosso in Serie A e il debutto avviene nella patita contro l'Inter. Poche ore prima del match contro i nerazzurri, l'attaccante si trovò nella sua stanza d'albergo la notte tra il 30 e il 31 agosto del 1997. Era sdraiato in mutande e maglietta sopra lenzuola completamente bianche, le stesse di ogni hotel, e non dormiva. 

A tenere sveglio Hübner fino alle 4 del mattino non era però l’ansia per il debutto: 
"Non ho mai sentito nessuna farfalla allo stomaco, né da giovane né all’arrivo in Serie A. Mai sofferto di tensione prima delle partite. Sapevo che mi ero preparato e che avrei fatto il possibile, e basta."

Nonostante le sedici rete messe a segno, le Rondinelle retrocedono in Serie B. Si rifà nella nuova stagione e Hübner, con ventuno goal segnati, riporta nella massima serie i Biancoazzurri. L'attaccante si ritrovò a far coppia con Roberto Baggio, ma Carlo Mazzone preferì il futuro attaccante laziale Igli Tare, quest'ultimo arrivato nel mercato invernale di gennaio. A fine stagione realizza diciassette reti e porta il Brescia verso la qualificazione della Coppa Intertoto.
Nel 2001 passò al Piacenza appena promosso in Serie A per un'affare da ben sei miliardi di lire. Per Hübner, il primo anno con i Papaveri si rivela avvincente. Con ventiquattro goal vinse la classifica marcatori insieme a David Trezeguet e inoltre contribuisce in maniera determinante alla salvezza del club emiliano. A soli 35 anni, divenne il più anziano giocatore capace di vincere il titolo di capocannoniere della Serie A. Il record verrà infranto dai 38 anni di Luca Toni nel 2015 (che a quel tempo segnò ventidue reti nella sua ultima esperienza a Verona).
Ci riprova ancora con il Piacenza e nonostante le 14 reti messe a segno nella stagione 2002-2003, la squadra non riesce ad evitare la retrocessione in Serie B. Una nota positiva è che Hübner divenne così il giocatore che ha siglato più gol in Serie A nella storia del Piacenza (38 reti con esattezza).
Nel 2003 si trasferisce ad Ancona che per la prima volta disputa il campionato di Serie A.
L'annata sarà disastrosa e l'attaccante nell'arco di sei mesi rimane a secco e nel mese di gennaio dell'anno successivo passò al Perugia. Con gli umbri disputa le sue ultime partite nella massima serie, mettendo a segno 3 reti che tuttavia condannano la squadra verso lo spareggio (poi perso) contro la Fiorentina che vale di fatto la matematica retrocessione in Serie B.

Negli ultimi anni ha vestito le maglie del Mantova, Chiari e Rodengo Saiano (in Serie D), scendendo addirittura in Eccellenza. Il trasferimento con l'Orsa Corte Franca Iseo divenne un caso, perchè secondo gli addetti ai lavori, Hübner avrebbe firmato un contratto di lavoro (comprendente stipendio fisso e diversi bonus) e venne così squalificato per un anno (poi ridotta a sei mesi). Appena rientrato in campo, l'attaccante mette a segno venti reti in diciassette presenze che risultarono decisive per la matematica salvezza.
Hübner scese così nella Prima Categoria (prima col Castel Mella e poi al Cavenago d'Adda) e l'attaccante ormai ultraquarantaquattrenne decise di appendere definitivamente le scarpette al chiodo. Dopo l'attività agonistica, ha cercato di fare l'allenatore ma senza ottenere risultati decenti. 

In seguito ci furono delle dediche all'attaccante friuliano tra cui: il cameo nel videoclip della canzone L'estate di Hubner della band Toromeccanica e poi quella di Calcutta tre anni dopo.
Oggi gioca negli amatori con un gruppo di amici.
 Calcio a 7, fa il portiere. Per lui è il suo ruolo preferito e lo faceva anche quando si allenava nel periodo della sua attività agonistica:

"Mi diverto, è la scusa per vederci. Abbiamo giocato anche ieri sera. C’erano tre gradi. Poi si è messo una mano all’altezza del bacino destro. Mi sa che ho anche preso una botta qui ma non mi ricordo come. In porta perché ha paura di farsi male giocando fuori? Non ho più voglia di correre. Ho corso talmente tanto che adesso sono stufo. E poi stare in porta mi piace. A volte lo facevo in allenamento, quando ancora giocavo. Non solo in allenamento. Non era così raro in quegli anni vedere un portiere venire espulso negli ultimi minuti di una partita, con i tre cambi già usati, e l’attaccante che mette l’enorme maglia col numero 1 del compagno, i suoi guanti, e va in porta. Era accaduto anche a lui in un Juventus-Brescia 4 a 0, per sostituire Cervone appena espulso dopo aver calciato forte il pallone in direzione del guardalinee per proteste, mancandolo. Eravamo 4 a 0 ed è finita così. Non ho preso gol.

Molti appassionati di calcio, ricordano ancora nei nostri giorni l'incredibile carriera del Bisonte, che al Brescia e al Piacenza ha lasciato la sua firma e non ha mai smesso di sognare. 
Un abbraccio Pasqui