"Date a Cesare quel che è di Cesare" recita un famoso detto popolare. Bene, a distanza di millenni, oggi questo antichissimo proverbio calza a pennello con la situazione di stallo che virtualmente si è venuta a creare attorno al mercato dell'Inter; la storia però cambia il protagonista, con il console romano che viene sostituito dal nuovo generale nerazzurro Antonio Conte, che non si piega di fronte a niente, figuriamoci di fronte al mercato. Una scelta, quella portata avanti dai dirigenti di Corso Vittorio Emanuele, che si identifica in quella famosa domanda recitata dal tecnico leccese nel video di presentazione lanciato da Suning nei primi giorni di giugno: perchè proprio io? Di storie buffe nel calcio ne abbiamo viste, ma effettivamente l'arrivo di Antonio Conte sulla panchina dell'Inter ha diviso la tifoseria, animata da sostenitori che condannavano a cielo aperto il passato juventino dell'ex tecnico del Chelsea. Le motivazioni però hanno optato per un cambiamento drastico, volto a scagliare la pietra verso un futuro tutto da scrivere, e ecco che in casa nerazzurra possono stare sereni, perchè Marotta si è aggiudicato uno degli allenatori più forti al mondo, capace di tirare fuori il meglio da ogni calciatore con il lavoro pressante sul campo di allenamento. C'era tanta curiosità durante la sosta estiva per capire soprattutto l'approccio che avrebbe mostrato Conte nell'intraprendere questa nuova avventura, e fin dal primo giorno di allenamento in quel di Lugano si è potuto constatare che l'impegno profuso in ogni singolo attimo risulta vitale per poter raggiungere un obiettivo. Un po' come è successo in questa prima parte di pre-season, con i nerazzurri impegnati nell'International Champions Cup, prestigioso torneo estivo che offre alle stelle calcistiche la possibilità di scendere in campo all'insegna dell'onore e della volontà di primeggiare. Il problema di tutto ciò ruota attorno al mercato, unica variabile impazzita che molto spesso non permette di potersi esprimere al completo; lo sa bene proprio l'allenatore dell'Inter, preoccupato soprattutto per i problemi legati attorno alla fase offensiva. Come ormai tutti sanno, i nomi indicati da Conte sono quelli di Edin Dzeko e Romelu Lukaku, con il secondo sponsorizzato fortemente per la tenuta fisica e la capacità di segnare; se per il bosniaco lo stop si è verificato circa due settimane fa, per il belga pare che adesso si sia inserita anche la Juventus. Fatto sta che, pur consapevoli di tutte queste inaspettate difficoltà, l'Inter si è ritrovata a dover sfidare squadre importanti del calibro di Manchester United, Juventus e Psg con un attacco formato da Longo, Esposito e un adattato Ivan Perisic; il rischio della classica figuraccia era altissimo, ma, nonostante tutto, il gruppo di Conte è riuscito a resistere mostrando ottimi sprazi di gioco. Vediamo in dettaglio che cosa è successo durante la tournee in terra asiatica.

UN DEBUTTO IN "CARICO" - Chi ha fatto sport al livello agonistico capisce bene che nel corso dell'anno le fasi di allenamento prevedono un periodo di carico, in cui l'organismo acquisisce la capacità di resistenza, ed un periodo di scarico, animato da uno stato di forma importante che permette di dare il meglio di sè. La prima partita dell'Inter contro il Manchester United (persa per 1-0) ha messo in scena una squadra non brillante sotto il punto di vista fisico e bloccata sul piano del gioco, forse anche per la diversa preparazione effettuata dai Red Devils che inizieranno il campionato il prossimo 11 agosto ad Old Trafford contro il Chelsea. Ecco che allora una sconfitta di misura contro uno dei club più affascinanti dell'Inghilterra non deve scatenare la critica, anche perchè per altre squadre (Napoli, Milan, Juve) nessuno ha pronunciato una parola. 

DERBY D'ITALIA - Non c'è neanche tempo per rifiatare, perchè a Nanchino arriva la Juventus di Maurizio Sarri, per una sfida stellare che appassiona pure in Cina. Un'Inter a due facce, animata da un primo tempo illustre sotto tutti i punti di vista ed un secondo tempo più sofferto e rovinato da un gol su punizione di CR7, complice una netta deviazione ad opera di Skriniar. Sfida importante, centrata su un'ottima tenuta difensiva e pregevoli sprazzi di gioco pur avendo a disposizione un attacco inedito e non titolare. La vittoria della Juventus arriva soltanto ai rigori, anche se la vera partita rimarrà sempre quella vista in campo, e benchè se ne dica, il derby d'Italia si è giocato alla pari, con il classico detto "un tempo per uno non fa male a nessuno".

SHOW CONTRO IL PSG - Inutile stare a nascondersi: la partita giocata contro il Psg quest'oggi è stata gestita in un modo esemplare da Antonio Conte. Classica difesa a tre, con Bastoni a supporto di De Vrij e Skrinar, centrocampo composto da Barella e Sensi e solito attacco privo dei desideri del mister. Gioco sulle fasce, filtranti precisi e pressing altissimo, con i campioni di Francia che non riuscivano ad uscire dalla propria metà campo; rimane il rammarico per il pareggio, anche se la vittoria ai rigori riequilibra almeno in parte ciò che si è visto sul terreno di gioco.

SUNING, ADESSO TOCCA A TE - Archiviati questi tre big match, l'insegnamento che arriva dall'Asia è ben chiaro a tutti: Conte ha dato il gioco, ma senza attaccanti non può fare miracoli. La palla passa inevitabilmente a Marotta e alla società, perchè il mese di agosto è ormai alle porte e l'Inter è ancora due gradini sotto alle altre per quanto riguarda il fronte offensivo. Come già detto, per Edin Dzeko, che oggi non è sceso neanche in panchina con la Roma, sembrava tutto fatto, salvo un rallentamento inaspettato nei giorni scorsi. A diversi km di distanza Lukaku vede solo il nerazzurro, ma si sa, il Manchester United non fa sconti e sogna Aubameyang per sostituire il belga. Il tempo passa e il ritorno in patria dovrà per forza portare qualcosa, soprattutto per lo sforzo e le ottime qualità di Antonio Conte, che ha già dato un gioco alla sua squadra. Se Suning è veramente tutta questa grande potenza, il momento di dimostrarlo è adesso, nella speranza che quell'1% di possibilità di vittoria del titolo possa alzarsi giorno dopo giorno. Nel calcio mai dire mai, ma un allenatore top merita calciatori top, e allora diamo a Conte ciò che vuole Conte.