Salvate il soldato Ryan mi verrebbe da dire, dove Ryan è il povero e ormai rammaricato Paulo Fonseca.
L’abbiamo visto ieri in tribuna a Marassi, mentre osservava la sua Roma affrontare la squadra di Ranieri; l’abbiamo visto deluso da una squadra che non ha fatto nemmeno un tiro in porta; l’abbiamo visto con le mani legate perché voleva scendere in campo e mangiarsi vivi i giocatori, scatenandosi un po’ come quel Roma-Cagliari nel post-partita; l’abbiamo visto rassegnato in ottica infortuni perché perdere Cristante e Kalinic dopo 45 minuti di gioco, deve essere frustrante.
Ancora più frustrante è conoscere il giorno successivo, e cioè oggi, il responso dei bollettini medici.
Solo ieri nell’articolo inerente al match scrissi che Fonseca ancora non ha schierato il suo undici ideale e, a questo punto e di questo passo, credo che mai lo farà. Almeno nel 2019. Spero in un buon inizio di anno o magari già a Natale. Proprio per questo invito il caro Paulo Fonseca a pensare cosa scrivere a Babbo Natale e a quale desiderio chiedergli. E se lo facesse, non credo che chiederebbe nuovi giocatori, ma soltanto di vedere completa la sua rosa. Perché, parliamoci chiaro, i giocatori non è che non vengono alla Roma perché non ci si è piazzati in Champion’s, ma perché si ha la paura di entrare in un ambiente dove appena tocchi palla ti fai male, e per male intendo 1-2 o anche 3 mesi di stop.
Ma andiamo per gradi e analizziamo quanto successo da inizio stagione.

È il 31 luglio e la Roma si prepara a disputare l’amichevole contro il Perugia. Suona il primo campanello stagionale che vede Pastore chiedere all’infermeria di Trigoria “posso entrare?” e con una pacata risposta si sente rispondere “prego si accomodi, c’è posto per tutti”. Affaticamento muscolare che non prevede lesioni, ma non si comincia molto bene.

21 agosto, quasi un mese dopo, ecco che al campanello suona Spinazzola per un altro affaticamento muscolare subito accusato in allenamento. Il responso del bollettino medico recita: la risonanza magnetica ha evidenziato un evento distrattivo a carico del bicipite femorale sinistro. Nemmeno il tempo di iniziare che la squadra perde Leonardo Spinazzola per circa 3-4 settimane.

Tre giorni dopo il 21 agosto, siamo al 24, esattamente nella pre-vigilia del campionato. Al campanello viene trovato un Diego Perotti più amareggiato che mai in quanto sospetta un infortunio grave. Dopo qualche giorno arriva il responso del bollettino medico che dà ragione a “El Monito”: il calciatore ha subito una lesione miotendinea al retto femorale destro. I giorni di stop sono 45-60 e sembra esser ritornati alla stagione scorsa che l’ha visto più fuori che dentro il campo. Solo ieri il suo primo debutto stagionale.

1° settembre, giorno importante perché non è una partita qualunque, ma è Lazio-Roma, derby capitolino. Durante il riscaldamento che antecede il match, si sente un brusio in Curva Sud: Davide Zappacosta alza bandiera bianca e non ce la fa. Si tratta di una lesione di secondo grado al soleo sinistro. Lo stop previsto è di un mese, ma non farà più ritorno in campo, anzi, suonerà il campanello dell’infermeria per salutare Trigoria.

È il 5 settembre e, la vittima successiva, legge il nome di Under. Dopo esser partito bene visto il gol all’esordio stagionale, ecco che rimedia una lesione al bicipite femorale della coscia destra in seguito ad un colpo di tacco effettuato in Nazionale. 5 settimane di stop per lui che, scritte così non sembrano molte, un po’ quando al negozio ti dicono che il televisore costa 299 anziché 300, bene, qui la musica è la stessa. 5 settimane sono rispettivamente un mese e una settimana di stop, più eventuale lavoro differenziato.

13 settembre, quello meno grave, riguarda l’infortunio di Chris Smalling, il mister X preso in prestito negli ultimi giorni di mercato da Petrachi: piccolo fastidio all’adduttore e due settimane di stop. Un sospiro di sollievo.

16 settembre. Il povero Bouah, giocatore della primavera ma utilizzato da Fonseca nelle amichevoli pre-campionato, si rompe il crociato durante una galoppata sulla fascia destra. 6 mesi di stop.

Siamo arrivati al 24 settembre ed è il turno di Cetin che, ancora oggi, non ha giocato nemmeno un minuto. Il bollettino recita la rimozione del dente del giudizio a causa di una disodontiasi. Il rientro era previsto per ieri e, infatti, sedeva in panchina.

Il giorno dopo, durante un Roma-Atalanta, al 55’ Spinazzola chiede il cambio per un problema al flessore. Fortunatamente il bollettino esclude tutte le possibilità di lesioni.

27 e 29 settembre, due giorni diversi, ma che accomunano unico giocatore: Lorenzo Pellegrini. Nel giorno del compleanno di Francesco Totti, svolge il lavoro in piscina e in palestra a causa di una fascite plantare, di fatti, è in dubbio per la trasferta leccese. Fonseca però non indugia e lo schiera titolare. Finisce la partita e il futuro capitano della Roma rimedia una frattura al quinto metatarso del piede destro. Il prof. Santucci afferma che la fascite non c’entra nulla, ma due mesi di stop non glieli toglie nessuno. A fargli compagnia, non sia mai che in infermeria si sentisse solo, c’è Mkhitaryan che esce anzitempo dalla partita. Per lui tre settimane di stop a causa di una lesione tendinea all’adduttore della gamba destra.

3 ottobre e Pau Lopez lascia i guanti a Mirante. Nulla di che, una scelta precauzionale ma sempre per cosa? Piccolo risentimento muscolare.

4 ottobre, giorno del giudizio per Zappacosta. Qualche giorno prima era ospite al Liceo scientifico statale “Francesco d’Assisi” in succursale a Roma per un evento benefico in collaborazione con la scuola. Ad una domanda di un ragazzo risponde che non vedeva l’ora di tornare dopo l’infortunio rimediato al derby. Menomale caro Davide, perché il responso adesso parla di una rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro. Pensare che il prestito accordato con il Chelsea era di 6 mesi anche se in realtà per un anno. La squadra londinese si era coperta nell’eventualità gli potesse tornare utile il terzino, qualora un componente della rosa si fosse fatto male visto che il mercato dei blues è chiuso. Il destino, invece, ha voluto che il giocatore in questione fosse proprio Zappacosta. Grazie Davide, ti ricorderemo per quel liscio all’ultimo minuto in Roma Genoa terminata poi 3-3.

6 ottobre, giornata maledetta. Prima Diawara che, di punto in bianco, cade a terra in preda al dolore. Comprensibile, visto il bollettino medico ha recitato una lesione al menisco sinistro. Poi, come se non bastasse, arriva il turno di Dzeko. Uno scontro aereo che gli costa caro: rimane in campo ma la frattura all’arco zigomatico non gliela toglie nessuno. Ieri ha fatto gli straordinari per sopperire ad un altro infortunio.

20 ottobre. Dopo la doppietta di infortuni rimediata il 6 ottobre con il Cagliari, ne arriva un’altra ancora più drastica: Cristante ha subito un distacco del tendine dell’adduttore destro, Kalinic invece, dopo uno scontro con Murillo, ha subito una frattura della testa del perone. Per il regista giallorosso si sospettano tre mesi di stop e un’operazione in Finlandia; per il croato se ne temono due, ma ha già iniziato il recupero.

Una lista interminabile. In attacco siamo alla frutta, i centrocampisti sono finiti e la pazienza anche.