Dalla Lu-La alla Lu-La-Lu
Dicono che i fiori più belli sboccino in primavera. E l’idea dell’Inter, per quanto ancora tale, è una di quelle che ha bussato alle porte della nuova stagione. Almeno questo è quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport: secondo il quotidiano sportivo, dalle parti di Appiano Gentile, soprattutto tra i pensieri di Conte, si sia meditato di portare Luis Muriel come rinforzo d’attacco.
E chiamarlo semplicemente rinforzo sarebbe estremamente riduttivo, specie per chi, l’anno scorso, ha realizzato 18 gol e 11 da subentrato. Ma quando si guarda alla Lu-La non si può pretendere troppo: i due sono in simbiosi, parlano la stessa lingua ed è difficile trovarne uno che possa scalzare loro il posto. Però, uno come il colombiano, aggiungerebbe quel quid in più alle partite. O chissà, un bel tridente sin dall’inizio, passando dalla Lu-La alla Lu-La-Lu.
Che sia un progetto suggestivo è assodato, che sia veritiero un po’ meno. Quello che sappiamo oggi è meno di zero, ma non credo che ci sia qualcuno a cui Muriel non farebbe comodo in squadra. Specie con quei numeri. E allora, che sia verità o che sia bufala, chissenefrega. Intanto, immaginiamoci Luisito all’Inter.

Chi è Luis Muriel?
Prima di sapere di possedere una sorta di ricchezza palla al piede, la ricchezza, quella materiale, doveva portarla a casa. E lì, a Barranquilla, dove risiedeva il campo dell’Atletico Junior, per arrivarci doveva vendere i biglietti della lotteria. E quando nemmeno quelli bastavano, allora tentava con le frittelle della nonna.
Poi si accende e tutti lo notano. Prima il Deportivo Calì, poi Granada e Lecce. L’Italia è il paese in cui si trova meglio, ed ecco che la famiglia Pozzo – proprietaria dell’Udinese – lo acquista. Poi la Samp. Due stagioni e parte di nuovo per la Spagna, destinazione Siviglia, ma con scarsa incisività. Lì prese l’appellativo del “gordito”, anche se con il tempo diventò uno stigma. Due stagioni anche lì, ma poi mamma Italia chiama ed ecco che approda alla Fiorentina, presentandosi al pubblico con un gol clamoroso. Poi Bergamo, all’Atalanta di Gasp, dove trova la sua dimensione.
Nasce come centrale di attacco, anche se ha giocato come seconda punta e più sporadicamente come esterno di destra. Possiede la prerogativa di confondere gli avversari con le sue movenze, non banali, anzi, per tanti suscita ricordi sublimi. Quando non si fa prevaricare dalla pigrizia non lo fermi, anzi, non ti dà nemmeno il tempo di pensare che è già in porta.

Il paragone con Ronaldo
Camilo Ayala, ex compagno di Muriel ai tempi del Deportivo Calì, se ne uscì dicendo: <<ese pelado se parece a Ronaldo>>. “Questo pelato assomiglia a Ronaldo”. L’unica cosa che stona sono i numeri, ma insomma, il Fenomeno era su un altro piano anche per i “fenomeni” di oggi e quelli di ieri. Ma per i suoi movimenti, la somiglianza è lampante. I doppi passi, la coordinazione nel tiro, il modo di calciare.
Quel suo essere esotico che lo raffigura anche nel sorriso. È incredibile quanto il volto fanciullesco che apparteneva a Ronaldo e che appartiene a Muriel siano così simili. Sorridenti, smaglianti, tanto da trasmettere gioia anche dopo una sconfitta.
E spesso sono stati avvicinati anche per la loro forma, per il loro essere gorditos e annebbiati dalla presenza e dalla irrequietezza con il cibo. Luis ha cercato sempre di rispettare il peso forma e recuperare anche quando stava andando fuori strada; per Ronaldo sono passati gli anni e anche le motivazioni, ma insomma, non riguarda solo lui, è una conseguenza normale del metabolismo.
Ma ciò che più ha suscitato queste rimembranze è stato il gol alla sua Sampdoria da ex, dopo lo sbarco nella città gigliata e presentandosi in un modo da fenomeno.

Luis Muriel è all’altezza dell’Inter?
Quello che ha dimostrato e che sta dimostrando qui a Bergamo non è superficiale. Nemmeno banale. Gasperini ha creato una macchina perfetta, dove tutti si muovono coordinatamente e, all’errore di uno, c’è sempre qualcuno pronto per risolvere il disagio. Muriel è questo e anche altro.
Entra e ti spacca le partite in due, senza pietà. Trova compiacimento nell’estetica delle movenze e nel sorriso che diventa incubo per gli avversari. Con Gasperini ha trovato il suo spirito guida, un maestro che sapesse fargli trovare la giusta dimensione. E con Conte può fare ancora di più. Antonio è un martello pneumatico che ti pressa fino allo sfinimento. Non puoi mollare un centimetro altrimenti sei già fuori. Forse, un tempo, non sarebbe stato in grado di reggere l’urto del lavoro estenuante del tecnico leccese. Ma a quasi trent’anni suonati, Muriel sa di essere Muriel. E se ci fosse la reale e concreta possibilità di spostarsi di quei quasi 80 km, non credo ci penserebbe due volte.
Arrigo Sacchi dice che Luisito deve essere più mobile e pecca nella sua staticità. E qui riemerge il concetto di pigrizia. Ma con le esigenze di Conte, con una super squadra come l’Inter e un palcoscenico importante come San Siro, credo che la pigrizia evaporerebbe nel giro di pochi secondi.

Muriel per la Champions
Un acquisto così importante – perché Muriel è un acquisto importante – non vale di certo per il campionato. Che l’Inter sia così in alto non è un caso. Non ha le coppe da giocare e questo sicuramente è un fattore che allontana la stanchezza. Ma per l’esercito di cui dispone c’è poco da dire.
Un arrivo del genere varrebbe per l’Erasmus del martedì e del mercoledì. L’uscita drastica ai gironi scotta ancora a Conte, specie perché non ha la nomea del tecnico europeo. Ma l’arrivo del colombiano garantirebbe un frullato di inventiva lì davanti. Una scelta tutta sudamericana con Sanchez, Lautaro e lo stesso Muriel. Tanta garra che può trasformarsi in alternativa a gara in corso o come strategia dall’inizio.

Anche le idee hanno un prezzo
Seppur un’idea sbocciata in primavera, per vedere una sua concretizzazione, necessita di una estraneazione dal solo pensiero. Va bene l’appeal di una squadra forte, va bene la possibilità di avere uno degli ultimi contratti così importanti della carriera, ma per espropriarlo all’Atalanta, serve una cifra sostanziosa.
Ad oggi Muriel ha un contratto fino al 2023 da 1.8 milioni a stagione. Parliamo di un giocatore estremamente formidabile, capace di rimanere ancora sul podio della classifica marcatori (davanti ha “solo” Lukaku e Ronaldo). Con la squadra di Gasperini si è trovato, spesso, ad interpretare un ruolo da subentrante. Un po’ per scaramanzia, un po’ perché diventava utile nello sbloccare le partite, adesso, sembra esser tornato al vertice dell’undici titolare. Cosa che non farebbe nell’Inter. Per questo bisognerebbe anche convincerlo sul fronte economico. La base di partenza dovrà essere almeno di due milioni.
Convinto Muriel, bisognerà convincere anche l’Atalanta, soprattutto Gasperini. La cifra – sempre secondo la Gazzetta dello Sport – si aggirerebbe intorno ai 25-30 milioni. E si parlerebbe di titolo definitivo, al massimo di obbligo di riscatto. Provare ad immaginare un prestito con diritto non convincerebbe neppure a sedersi per trattare.
Di questi tempi, una cifra così non sarebbe una piuma nemmeno per chi ha le casse incontaminate dalla pandemia. Occorrerà svendere, mediare e abbassare il monte ingaggi.

Come giocherebbe Muriel all’Inter?
3-5-2 insieme a Lautaro Un tandem d’attacco insieme a Lautaro dove riposerebbe Lukaku, cosa che accade veramente di rado. Muriel giocherebbe o come fa il belga - spalle alla porta e mandando in conduzione l’argentino - o come variante di movimento fra le linee, sfruttando la possibilità di inserirsi alle spalle della difesa.
3-5-2 insieme a Lukaku Qui il sistema di Antonio Conte rimarrebbe letteralmente invariato, perché il colombiano andrebbe a sostituire il lavoro che compie Lautaro Martinez. Forse è la versione più possibile e probabile: in primis perché offrirebbe la possibilità di giocare allo stesso modo; in secundis perché è molto più facile che riposi Lautaro piuttosto che Big Rom.
3-4-3 Qui si vedrebbero tutti e tre assieme. Un’ipotesi probabile perché l’esterno di destra è stato ricoperto diverse volte da Muriel, sia a Siviglia che in altre occasioni. Ma meno possibile, perché il sistema a tre punte non è l’habitat naturale del modulo Inter e metterebbe in crisi diversi giocatori. Uno fra tutti Hakimi, non potendo più spingere a tutta fascia.

Sono solo idee, fantasticherie. Quello che sappiamo oggi è che all’Inter servirebbe un altro attaccante e che Muriel è titolare nella squadra di Gasp. Semmai ci dovesse essere un avvicinamento bisognerebbe scendere a tanti compromessi, ma immaginare un Luisito ad Appiano, darebbe un ulteriore somiglianza a quel 9 che San Siro lo calpestava danzando.