Sono andato a letto ieri notte pensando allo spettacolo meraviglioso che la tradizione ci riserva. È il mese di dicembre, quello delle luci e della consapevolezza che stelle e desideri si uniscono in una magia unica, perché sono le notti che profumano di allegria, di speranza e di unione. Sono le notti che precedono il Natale.

Al sorgere del Sole, sono salito in macchina per cominciare la mia solita routine; accendo la radio e subito la mia attenzione si concentra su un brano di Eros Ramazzotti, intitolato “Bambino nel tempo”. Una canzone che porta il cantautore a riflettere sul passato, in modo inconscio, ma mai banale.

“Mentre guardo il mare il mio pensiero va, alla latitudine di un’altra età, quando ci credevo nelle favole, sempre con la testa tra le nuvole, sogni e desideri diventavano realtà, dentro il libro della fantasia, era la stagione della vita in cui non c’è malinconia”. Parole dense di significato, ma racchiuse in una scatola segreta da andare a recuperare quando il ricordo del passato mira a mettere in un angolo le angherie e gli inganni che il mondo reale ci riserva. Continuo il viaggio e nel frattempo rifletto sulle tradizioni che mi sono state trasmesse da famiglia e parenti. Sono cresciuto con calcio e musica, con il Manchester United che dominava la Premier League e con l’Inter di Mancini e Mourinho che asfaltava chiunque osasse mettersi sulla sua strada. Era un periodo diverso che trovava la sua bellezza nella semplicità più estrema; in Serie A ogni partita era combattuta, non vi erano squadre cuscinetto che giocavano due volte all’anno per regalarsi una notte da guastafeste, ma soprattutto vi era lo spettacolo vero e proprio, il grande gioco che oggi manca anche al vertice della classifica. E accanto al massimo campionato italiano, c’era la Premier League, il torneo più affascinante sulla terra: appoggiavo apertamente il Manchester United, perché Old Trafford trasformava in vittorie le preoccupazioni delle interrogazioni scolastiche e l’astro da mago di Sir Alex Ferguson mi faceva innamorare della filosofia calcistica britannica. Porterò per sempre nel cuore il blasone dei Red Devils e ancora oggi, quando ho un po’ di tempo a disposizione, desidero guardare da vicino quello stadio perché rivedo quel ragazzino che aspettava il Saturday afternoon per cantare ad alta voce l’inno di Old Trafford, “Glory Glory Man United”.

Ma la consapevolezza di essere nel bel mezzo delle festività si stacca anche dal concetto calcistico e illumina il solito trend lavorativo con una luce offuscata, che simboleggia l’inizio di una bontà d’animo e la voglia di passare una giornata riuniti attorno ad un tavolo ricco di gioia e pace, per parlare, ma soprattutto per interrompere lo stress della vita lavorativa che ti annebbia il pensiero e ti costringe a stare sempre sul pezzo. E così le luci che oscillano al gelo in città, gli alberi di Natale presentati dai vecchi commercianti che non dimenticano le tradizioni e le festività locali fanno da cornice ad una rappresentazione fiabesca e appartenente al dicembre dei sogni e delle virtù.

La dedica più profonda e sentita va però ai bambini, la fonte di vita più bella dell’universo. Il sorriso di un ragazzino che ti viene incontro perché sa che gli hai trasmesso qualcosa, la voglia di parlare e la capacità di attraversare il confine della vita reale con i sogni rendono il Natale la tipica festa dei bambini. Sì, perché sarà proprio in queste sere che i piccoli posizioneranno i loro occhi veritieri in direzione del cosmo, per ammirare le stelle e individuare la cometa, ma soprattutto per ricordare, perché i bambini non dimenticano niente e vivono nell’idea di un mondo migliore attraverso desideri e valori che adesso sembrano essere definitivamente spariti.

Anche la musica svolgerà un ruolo nell’immaginario natalizio: correva l’anno 1994 quando Mariah Carey decise di presentare in radio “All i want for Christmas is you”, un brano pieno di vitalità e sentimento, volto a testimoniare l’affetto per le persone più care tralasciando il solito consumismo che anima i desideri dei grandi industriali. Oppure, chi si dimentica del grande John Lennon che cantava “Last Christmas”? Tutte canzoni di qualche anno fa, accomunate però da quella voglia di vita e dalla bontà d’animo, qualità che rendono pittoresco il mese di dicembre nella sua complessità. Le stelle splenderanno alte in cielo, i vecchi saggi continueranno a sperare e le melodie musicali daranno vita ad una sceneggiata invernale piena di ricordi, magari sotto la neve che popolerà i villaggi di alta montagna.

Ci sarà da divertirsi anche guardando lo sport, unico passatempo che in una fase intermedia di magia e innovazione, continuerà a penetrare nel cuore dei tifosi. I bambini italiani, all’indomani del tipico pranzo di Natale, saranno costretti a smaltire rapidamente le energie assunte con l’appoggio sfrenato ai propri club di appartenenza; sì, perché mercoledì sera gli occhi saranno puntati su Inter-Napoli, big match da vedere assolutamente, per sognare una stagione diversa e per consolidare quanto di buono è stato fatto nel corso degli ultimi anni. Sarà anche la sfida tra due strateghi del calcio italiano; da un lato Spalletti, animato dalla voglia di tornare a lottare per il vertice, dall’altro il re Ancelotti, tecnico italiano più importante e vero mago della trasformazione di gioco partenopea. In Inghilterra invece, si continua a correre perché il Natale non interrompe il concetto calcistico, unico desiderio di natura shakespeariano che anima il popolo britannico. Il boxing day regalerà un catalogo ricco di offerte, con il Liverpool di Klopp che scenderà sul prato verde del tempio di Anfield contro il Newcastle dell’ex Benitez, allenatore che ricorderò per sempre perché manager dei Reds nel periodo in cui ad Old Trafford sedeva Sir Alex Ferguson. E ancora, il Chelsea di Sarri giocherà in trasferta contro  il Watford, mentre il Manchester United ospiterà l’Huddersfield in un match ad alta tensione viste le prestazioni casalinghe dei Red Devils contro club di medio/bassa classifica.

Il potere del Natale regnerà comunque e anche questa volta la figura del Grinch, che animava la cinematografia mondiale, verrà sconfitta da stupore, pazienza e virtù. I bambini continueranno a sognare e l’argomento calcio, che le più volte precede le giornate scolastiche, si piazzerà in una sorta di attesa pacifica, naturale e desiderata in ogni sua sfaccettatura. La figura del pacifico Babbo Natale continuerà il suo percorso e i bambini precipiteranno in un mondo astrale, ma ricco di pace e amore.

Nel frattempo sono arrivato a destinazione e se dovessi spiegare ad un bambino che cos’è il Natale probabilmente non riuscirei a trovare le parole giuste. Si, perché la notte del Natale è il momento in cui sogni e desideri si uniscono e dove la pace popola le fredde strade di città e dintorni. La notte del pensiero, della calma e della magia, la notte della felicità. La notte del Natale, la notte dei bambini, unica fonte di verità nell’infinitezza dell’Universo.