E' vero, in Italia siamo tutti allenatori e sicuramente è troppo facile parlare a partita finita. Ma a volte nella testa di alcuni allenatori, quelli veri, succedono cose pazzesche ed incomprensibili a noi umili tifosi o addetti ai lavori. L'Inter ieri ha perso meritatamente contro un Empoli più deciso e cattivo. E no, aver giocato in 10 per più di un tempo non può e non deve essere una scusa per una squadra come l'Inter.
Non esistono scusanti che possano giustificare un Inter - Empoli 0-1.

Partiamo dalla formazione iniziale, va bene il turnover ma va fatto con criterio: è assodato da tempo che Correa non è calciatore da Inter e non sarebbe male pensare ad una cessione e sostituirlo con qualche giovane della Primavera come ad esempio il bulgaro Nikola Iliev o il polacco Jan Zuberek, due elementi molto interessanti. Certo, la soluzione ideale sarebbe quella di cercare un'alternativa sul mercato, ma se proprio non si può allora valorizziamo qualche giovane piuttosto che puntare ancora sull'argentino che sembra una falsa copia di quello visto con la maglia della Lazio. Turno di riposo lo avrebbe invece meritato Mkhitaryan uscito esausto dalla sfida di supercoppa.

Passiamo ora ai cambi: l'Inter ha sofferto l'Empoli anche in parità numerica, allora diventa incompresibile la scelta di sostituire Correa con Bellanova piuttosto che pensare di dare peso all'attacco con l'inserimento immediato di Dzeko o Lukaku o un esterno più devoto alla fase offensiva come Dumfries.
Infine, la scelta di Skriniar
: il forte difensore negli ultimi giorni, soprattutto dopo la gara di SuperCoppa, è stato al centro di una serie infinita di polemiche con una parte di tifosi delusi dalla sua scelta di andare via e soprattutto di farlo a zero, voltando le spalle a quei colori che diceva di amare e voler difendere fino a fine carriera. Proprio per questo, considerando il suo stato d'animo, la sua voglia di cambiare aria e la testa al mercato non doveva essere schierato. 

Scelte che dimostrano, per l'ennesima volta, le paure di mister Inzaghi, che ancora non è riuscito a calarsi nella mentalità vincente di un grande club e forse, probabilmente, non la farà mai.
L'anno scorso è stato regalato uno scudetto al Milan, quest'anno già a gennaio la corsa al tricolore è chiusa e la vittoria della SuperCoppa è solo un contentino che non può salvare una stagione.
A questo punto penso sia arrivato il momento di iniziare a guardarsi intorno e pensare ad un nuovo allenatore per la prossima stagione.