Adesso che l'esclusione del Milan dalla prossima Europa League è ufficiale, ci pare opportuno evidenziare alcuni aspetti della questione che finiranno inevitabilmente col divenire propedeutici ad una completa revisione dell'impalcatura del Fair Play finanziario come lo conosciamo ora.

I parrucconi dell'UEFA hanno celebrato la supina e concordata accettazione della sanzione inflitta al Milan come il trionfo delle regole e soprattutto il ripristino dell'autorità precostituita in seno alo loro organismo; in realàfinge di  "dimenticare" come siano stati costretti ad addivenire per la prima volta nella Storia a un accordo con un club che se da un lato ha ceduto sulla sanzione di esclusione dal secondo torneo europeo per importanza, dall'altro ha ottenuto esattamente le condizioni per le quali aveva trascinato la UEFA davanti il TAS; vale a dire: sanare in modo definitivo e totale ogni violazione contestatale fino al 30 giugno 2018.

Ne ha conseguito la revoca di tutte le sanzioni comminate alla Società rossonera, che oltre a una fedina per così dire che torna intonsa, al momento non paga dazio in termini di limitazioni e di bilancio. Cosa evidentemente non da poco.
Ovviamente ciò non significa che la UEFA non moniterà il rispetto delle regole del FPF da parte rossonera, a cominciare dal bilancio che si è chiuso il 30/6/19, il primo da ascrivere totalmente alla gestioe Elliot, che come ampiamente previsto chiuderà con una forte perdita, vicina ai 100 milioni, comunque ampiamente fuori dalla tolleranza ammessa.

Ma se i più integerrimi credono che il Milan possa quindi essere deferito e soggetto a nuove sanzioni, tipo la esclusione dalle coppe, si sbaglia di grosso. Infatti non aver ancora chiarito quali siano i termini di tempo concessi al club per il cosiddetto Break even di bilancio ha un duplice e ben positivo significato. Sappiamo che il precedente termine del 30 giugno 2021 è stato cancellato con l'ultimo provvedimento di esclusione dalla EL, ergo il termine di scadenza ORA NON ESISTE PIU'. 

Sotto questo aspetto il provvedimento comminato al Milan è chiaramente lacunoso, al punto da far pensare che tra la Società e la UEFA sia già stato concordato anche il seguito della storia, che verosimilmente ci sarà nella prossima primavera, sia perché teoricamente il Milan dal 1/7/2019 NON ISCRITTO a competizioni europee non deve sottostare alle regole del FPF e la stagione sfugge al controllo esercitato dall'Organismo svizzero, sia perché conseguentemente la ripresa del monitoraggio UEFA sul club dipenderà dalla classifica finale del prossimo campionato.

In parole povere la UEFA a primavera potrebbe rinunciare a deferire il Milan, in quanto non iscritto a competizioni europee per il seguente discorso: sei stato scorretto ma non hai beneficiato della tua scorrettezza; in alternativa è probabile che verrà reso pubblico una parte di accordo già concluso tra club e UEFA per un rientro nei limiti FPF in 3/5 anni.

Ma nel frattempo si apriranno vari fronti di contestazione con alcuni tra i top club europei, che compresa la difficoltà dell'UEFA di fronte alle decisioni spesso contrarie del TAS, corre il rischio di essere disarmata della indispensabile autorità. Real Madrid, Manchester City, PSG e la stessa Juventus stanno per entrare in rotta di collisione E QUESTO E' UN RISCHIO CHE LA UEFA NON VUOLE CORRERE.

Per questo si affretterà a cambiare le regola dell'ormai superato FPF.