Cristiano Biraghi, in qualità di capitano, ha parlato dopo la partita tra Basaksehir e Fiorentina. Queste le sue parole: "Trovare il perché nei momenti difficili è sempre complicato. Può essere che, visto il campionato che abbiamo fatto l'anno scorso, ci sentiamo bravi. Non lo siamo, lo dicono i risultati. Dobbiamo avere la fame e la cattiveria che avevamo prima, quella di chi veniva dal basso, come due anni fa. Altrimenti torniamo a stare male noi, le nostre famiglie e non vogliamo far stare male la gente di Firenze".
Vincenzo Italiano, tecnico viola, ha commentato la partita di stasera: "Non mi aspettavo un secondo tempo così. Ci sgretoliamo, una partita che era in equilibrio finisce tre a zero. Alle prime difficoltà siamo fragili e non riusciamo a reagire. Dispiace perché eravamo partiti per fare un risultato diverso e reagire ai momenti difficili, invece affronteremo un altro periodo buio. Gli avversari sono tosti, mi rendo conto che in Europa è davvero difficile. I risultati che non arrivano vogliono dire, non aiutano a livello mentale e di autostima. Questa oggi era la differenza tra le due squadre, noi vogliamo uscire da questo periodo ma non ci stiamo riuscendo. Non riusciamo a trovare un episodio, una giocata, la scintilla che ci possa accendere. La partita, fino al gol loro non l'avevamo fatta malissimo. Poi abbiamo fatto un errore che potevamo evitare. Sono preoccupato, lo sono sempre. Gli avversari si preparano per metterti in difficoltà, noi adesso non troviamo il guizzo che ti cambia le partite. Le qualità le abbiamo ma dobbiamo tirarle fuori. Ma ci sgretoliamo alla prima difficoltà, non so come si possa reagire a questa situazione, non riusciamo a trovare quella scintilla che adesso ci penalizza. Ripeto, andiamo ad analizzare tutti i gol presi, sono tutti gol in cui abbiamo la palla noi. Non abbiamo la concezione del pericolo. Sono cose che non devono capitare, specie in questo momento. Continuiamo a fare errori evitabili e a perdere le partite. Le squadre senz'anima sono quelle che non ricercano la vittoria in maniera decisa. Non si afflosciano alle prime difficoltà, bensì reagiscono a tutto. Cercano di tirar su tutto quello che è negativo. Adesso è un momento di difficoltà, penso che sia stata una partita che una squadra come la nostra, che deve reagire a un momento del genere, abbia assolutamente alla portata. Quando vai in svantaggio se hai un'anima riesci a ribaltare il risultato. È un momento così, ma questa squadra l'anima ce l'ha. È un gruppo che l'ha dimostrato e la deve tirar fuori. Adesso le uniche informazioni le dà il campo, e adesso dice che noi non siamo incisivi e perdiamo le partite".

Ho voluto cominciare il consueto "momento voti" con la sala stampa. Ho evidenziato alcuni punti che devono fare riflettere. Partiamo dal capitano. Se è un problema di cattiveria agonistica significa che, oltre alle motivazioni, mancano anche gli stimoli e l'entusiasmo per stare in competizioni internazionali ma anche per partecipare al prossimo step che, a detta di molti, doveva portare la squadra e, conseguentemente, la società ad ambire a entrare nella prossima Europa League. Chi è predisposto a portare gioia nel proprio lavoro, anche calcistico? L'allenatore e la società. Il mister fa riferimento ad anima e scintilla che, soprattutto nel calcio, sono sinonimo di ambizioni e voglia, ardore, desiderio.
A Firenze abbiamo sempre perdonato tutto; a volte troppo! Una cosa però non la accettiamo: i mosci.
La maglia, al termine, deve essere sempre onorata per avere la consapevolezza di aver dato tutto. Ho scritto molte volte che Firenze è Fiorentina, che Fiorentina è Firenze, non accettiamo "gente che ciondola". Un milione di anni fa in Viale dei Mille, si ricordano le gesta di due calciatori che erano più vogliosi la notte piuttosto che la domenica pomeriggio; dopo una corsa di poco più di un chilometro (chi è della mia città sa a cosa mi riferisco), furono costretti a rifugiarsi all'interno della Standa. Chi "gli andò dietro", fuori dai famosi locali di allora, apostrofò loro così: "Almeno ora vu' siete sudati. Daevi una mossa; perdere s'accetta e ne siamo consapevoli. Ai vagabondi gli si dà uno scappellotto come fanno i babbi co' figlioli: noi di sacrifici se ne fa tanti quindi a modino e pochi discorsi. Le ciance le porta via i'vento...".
Uno di loro vive a Firenze...

La Fiorentina esce massacrata, probabilmente più di quanto fosse immaginabile, da una gara che si auspicava potesse dare una svolta a una stagione, per il momento, davvero deficitaria e che, invece, è finita per affossare ancora di più una squadra che dopo solo un mese di calcio giocato rischia già di andare alla deriva.
Non si segna più! L'unica vittoria risale al periodo di ferragosto contro una neopromossa per un errore madornale al 97° del proprio portiere. La cosa più preoccupante è che alla mancanza di gol si è aggiunta anche quella della lucidità, con alcuni giocatori che sembrano solo l'ombra di ciò che ci si aspettava da loro. Ikoné, con l'espulsione e l'ennesima prestazione abulica inconcludente e, quello che fa più male, insofferente, ha aggravato una situazione che si faceva già dura per lui. Anche gli errori di Igor (irriconoscibile rispetto allo scorso anno) e soprattutto Gollini (ma a questo punto non era meglio promuovere dodicesimo Cerofolini e dare la titolarità a Terracciano?) lasciano ancora più perplessi; figli di una superficialità difficilmente spiegabile. Domenica al Franchi c'è l'Hellas al termine di un tour de force che ha sostanzialmente distrutto tutte le certezze create in più di un anno di Italiano, dove, tra l'altro, cominciano già a girare strane voci sul futuro. 
Ma non è che dopo due anni di non calcio con i vari avvicendamenti in panchina tra Iachini e Prandelli ci siamo fatti abbagliare da gruppo tecnico e squadra? In realtà, anche lo scorso anno, con ben 14 sconfitte di cui alcune da deriva mentale (Sampdoria, Torino, Udinese e Salernitana) doveva farci vedere qualcosa che non andava? Non è che siamo stati degli allocchi? Non è che abbiamo loro sopravvalutato? Non è "oddio ci portano via il miglior centrale al mondo e il miglior tecnico dell'universo non vuol firmare il rinnovo" che faremo poi; che ne sarà di noi? Non è che correvano come matti perché avessero paura di andare all'Oviesse (la Standa non c'è più)? Non è che pensavamo di mangiare il salmone e invece era mortadella, con il massimo rispetto, che ha solo lo stesso colore?

Mario Sconcerti, penna sublime e soprattutto tifoso viola (anche se molti ce l'hanno con lui perché dice la verità), ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: "Stasera è stata la somma di tutte le delusioni. Abbiamo preso tre gol assolutamente improbabili. A parte Jovic nel finale, non ha mai calciato nessuno. È un momento davvero difficile, parlando da tifoso vorrei invitare tutti al silenzio, a un momento di riflessione e di calma. Non deve vincere la voglia di polemica. Rovineremmo una squadra che non ha personalità. C'è solo un progetto di gioco, siamo portati dal modulo ad essere lenti. La palla passa sempre per vie laterali per andare al cross, che poi incontra la difesa avversaria. Pochi giocatori vanno in area! O si fa un grande casino, o si fa un grande silenzio. Sono per la seconda, perché conosco la piazza e i giocatori, che non penso sarebbero in grado di reggere tale pressione. Italiano pure, ha una sola visione di gioco, andrebbe solamente in crisi. Adesso non serve questo. Credo che si possa aiutare la squadra solo stando zitti. Cercare di aiutarsi l'un l'altro. Adesso non funziona niente, va tutto rivisto. C'è un allenatore che non è stato mai discusso, anzi si discusse la società per i 20 giorni che ci vollero per il suo rinnovo. Adesso tocca a lui e alla squadra. Questa Fiorentina va rivista, ha buoni giocatori e siamo in un campionato dove ci sono abbastanza squadre peggiori, ma bisogna cambiare modo di avvicinarsi alla porta. Siamo una squadra vecchia, che muove la palla troppo lentamente. Non si arriva al tiro. Per cui credo che, in questo momento, la cosa migliore sia soffrire ed incassare, perché questa è una squadra debole caratterialmente, se gli diamo una spinta cade del tutto. Credo che domenica col Verona sia già un match determinante. Si deve pensare solo a quello, e non a ciò che si è visto finora. Italiano è un ottimo tecnico, vede certe cose e deve reagire: il vero medico cambia cura, non il malato".

Quando un tecnico, tramite il proprio potente procuratore, chiede un rinnovo "tre volte tanto" di contratto ancora in essere, vuol dire che sa di valere, molto? troppo? E vuole che gli venga riconosciuto il proprio lavoro. Quando scrissi su un social che "a volte una stanza buia ci sembra più grande" fui attaccato da ogni dove. Adesso tocca al tecnico, perché o cambia lui o va cambiato lui, non ci sono altre vie d'uscita. Può darsi, per inesperienza, che non abbia saputo gestire, non solo fisicamente, gli incontri così ravvicinati. Dopo Bologna il tecnico siciliano ha detto che "se fra 6-7 gare si continua così c'è da preoccuparsi". Io già lo avrei fatto almeno dopo Udine. Rifletta Italiano, perché la squadra non c'è. Credo che qualunque società (e qui si potrebbe riempire una voragine di parole che sarà, non augurandomelo, di prossima pubblicazione) abbia il dovere di farsi la domanda e darsi la risposta che reputa migliore. Commisso, Barone e Pradè, seguendo i tifosi, sono sempre stati dalla parte di Italiano; lo trovo un ottimo tecnico ma con una visione sola.
Che è un limite, anche grosso.

GOLLINI - Quasi mai impegnato osserva l'unica conclusione turca del primo tempo finire alta sopra la traversa. Va peggio nel secondo tempo sul tiro ravvicinato di Gurler che lo supera per il vantaggio turco dopo che ci aveva messo un mese per spazzare un retropassaggio mandandolo in corner ma soprattutto quando, palleggiando al limite dell'area di rigore, si fa rubare palla ancora da Gurler che firma il raddoppio. Ci mette del suo anche sul terzo gol. Serata da incubo: 4. 
VENUTI - Tiene d'occhio Chouiar dalla sua parte nel corso del primo tempo, poi nella ripresa, con un suo  retropassaggio da Luna Park da metà campo, Gollini combina la frittata. Si vede al tiro sul finire della ripresa ed è una notizia per sé e per la Fiorentina: 5.
AMRABAT - A sorpresa fa lui il centrale accanto a Igor e tutto sommato si difende senza grossi affanni anche se, per inerzia, tende a venire a centrocampo per la manovra. Apre la ripresa con un bel cambio di campo per Saponara poi però dopo il gol si fa ammonire. L'unico a salvarsi, l'ultimo ad arrendersi. Come sempre: 6.
IGOR - Si prende qualche rischio di troppo sulla prima occasione del Basaksehir con il tiro alto di Chouiar ma non è sicuro nemmeno nella ripresa quando appoggia male per Gollini che regala il corner del gol. Imbambolato e stranamente molle, nonostante i 90 chili di muscoli, contro qualsiasi avversario che lo spazza come foglie al vento. La brutta copia del brasiliano ammirato l'anno scorso: 4,5.
TERZIC - In avvio prova a cercare la profondità ma senza grande successo e poco dopo il quarto d'ora rischia facendosi saltare da Gurler che poi cade in area di rigore. Resta in difficoltà fino al momento del cambio senza aver dato mai la sensazione di un cambio di passo: 5,5. (dal 66' Biraghi - Manca nell'unica cosa per cui era entrato: i cross. Non pervenuto: 5.)
MANDRAGORA - Titolare dell'ultimo minuto per via dell'infortunio di Quarta agisce da centrocampista centrale. Cerca di tanto in tanto la verticalizzazione e arriva al tiro dal limite ma senza grossa fortuna. Assente ingiustificato nella ripresa quando non la vede mai: 5.
MALEH - Cerca di metterci più dinamismo possibile ma oltre a un buon velo che chiama Mandragora al tiro non riesce a far molto altro. Tanto movimento per poco costrutto: 5. (dal 66' Barak - Entra nel momento di sconforto. La vede meno: 5).
BONAVENTURA - Provvidenziale su un pallone dalle retrovie nel fermare un contropiede pericoloso dei turchi, i giri del motore però restano sempre troppo bassi. Fa tenerezza in sala stampa per le responsabilità che deve prendersi come tutti i campioni che ci mettono la faccia: 5,5.
IKONÉ - E' il primo ammonito della sfida per un fallo al limite dell'area di rigore, di lì a poco manca un controllo semplice e, sistematicamente, non salta mai l'uomo. Resta nell'ombra, non tirando mai, fino a quando si fa espellere a un quarto d'ora dalla fine. Insolente perpetuo: 4.
CABRAL  - Il primo pallone arriva dalla sinistra da parte di Maleh ma non è semplice da controllare. Dopo la mezz'ora non è tempista su un pallone vagante davanti al portiere avversario che doveva essere solo appoggiato in rete. Chi si aspettava una gara simile a quella in Olanda, per foga e sagacia tattica, resta particolarmente deluso: 5. (dal 46' Jovic - Vederlo vagare è un colpo al cuore pensando a quello che smitragliava... Poco movimento, pochi palloni giocati e un tiro da buona posizione che abbatte un bimbo con il nonno in curva: 5).
SAPONARA - Poco prima della mezz'ora ci prova dal limite dell'area ma la conclusione è troppo centrale, poi perde il pallone che manda Chouiar al tiro nel primo tempo. Sembra in ritardissimo di condizione: a volte il caracollare pare più per una partita da scapoli contro ammogliati. Combina poco anche nel secondo tempo quando invece avrebbe più spazio a disposizione: 4,5. (dal 77' Kouame - Pe' i'cche: SV).
ITALIANO - Senza Milenkovic, Gonzalez e Sottil (nemmeno partiti per la Turchia) perde anche Quarta nel riscaldamento ed è costretto ad adattare Amrabat al ruolo di centrale accanto a Igor con Mandragora in cabina di regia. L'anno scorso contro il Milan, non contro il FiesoleCaldine, fece giocare centrale Venuti che se la cavò egregiamente. Se nel primo tempo si rivede la solita squadra lenta e prevedibile degli ultimi tempi, nella ripresa si assiste a un vero e proprio crollo e suicidio generale; il risultato finale, perciò, è lo specchio del peggior momento che da quando è arrivato a Firenze: 4.

PUBBLICO: Sono cinquantasei gli eroi che si sono fatti sentire, eccome, durante la partita (Firenze, Firenze è stato scandito ripetutamente) e nel finale quando hanno preteso gli "attributi":... e lode. Come sempre.

È consapevole della propria dignità solo colui che sa onorare ogni passo che compie.
Anche in campo.
Alla prossima; tanto garrisce sempre...