Finalmente; ogni tanto una notizia che ci rende orgogliosi!
La Primavera Viola non tradisce mai e, a differenza della prima squadra, ci dà la possibilità di mettere il "petto in fuori".
Secondo trionfo di fila sotto gli occhi attenti di tutta la dirigenza; Amatucci e Berti regalano la Supercoppa dopo un match condotto in assoluto predominio facendo leva su un gioco moderno e ben articolato.
Gara subito in salita per i nerazzurri, costretti a effettuare un cambio obbligato: problema al ginocchio per Zuberek, sostituito dopo soli sette minuti da Curatolo. La partita si apre con un'occasione importante per l'Inter, con Iliev, dopo un errato retropassaggio (paratona di Martinelli), ma è la Fiorentina a portarsi in vantaggio all'11° con un magistrale calcio piazzato di Amatucci, poco fuori dal limite dell'area. La parabola perfetta a scavalcare la barriera, si insacca all'incrocio. Il raddoppio arriva al 25° con Berti su azione di contropiede dopo aver sfruttato il buon lavoro di Toci. Uno shock emotivo per l'Inter, surclassata in mezzo al campo dalla maggiore qualità dei nostri giovanotti! Il primo tempo si chiude con il doppio vantaggio. L'Inter prova a riaprirla nella ripresa con un gran destro di Owusu che riaccende le speranze nerazzurre con uno straordinario destro che va a insaccarsi sotto l'incrocio; la scintilla che infonde energie supplementari per attaccare a pieno organico la porta di Martinelli. Ma è ancora la Fiorentina a rendersi pericolosa con una traversa colpita da Distefano con un tiro a giro spettacolare: sul fondo il tocco successivo in allungo di Sene, poco reattivo. I nerazzurri, guidati da Christian Chivu, rimangono in 10 uomini all'89° per il rosso a Carboni. Dopo il triplice fischio i ragazzi festeggiano il quinto trofeo in tre anni (tre volte la Coppa Italia e due la Supercoppa) sotto lo sguardo del Presidente Rocco Commisso, del Direttore Generale Barone, del Direttore Sportivo Pradè, del Direttore Tecnico Burdisso e, ultimo (ma forse il più importante), del Direttore del Settore Giovanile Angeloni. 
Protagonista assoluto Amatucci con una prova degna di un veterano; per lui si spalancheranno le porte della prima squadra. Chissà se in un futuro non troppo lontano, insieme a Bianco, non possa rappresentare il nostro centrocampo. Sarebbe una soddisfazione immensa.
Sentiamolo giustamente ai microfoni di campo dove ha commentato il successo: "Siamo una grande squadra, che si è meritata questa coppa, lavorando ogni giorno. Quando lavori bene, questi sono i risultati. L'abbiamo preparata bene, loro sono una grande squadra. Poi ci siamo abbassati durante la partita, ma succede anche questo. Siamo la squadra da battere in finale, ora puntiamo allo scudetto".
Oltre alla bravura di tutti, nessuno escluso, non si può non dare merito a mister Aquilani. Ha iniziato la carriera con una etichetta antipatica ma ha saputo dare lustro al proprio lavoro con impegno, maturità e idee dimostrando che, più dei numeri delle tattiche, contano le filosofie di gioco e, soprattutto, il "materiale umano" a disposizione.
Le sue parole, in sala stampa, sono di gioia ma pacatezza allo stesso tempo. "È incredibile. Sono cinque medaglie, vuol dire che lavoriamo bene. Le finali le fanno due squadre, noi siamo qua continuamente. Sono contento, è il lavoro di sacrificio che fanno i ragazzi. Vuol dire che i giovani ci sono. Sono contento per loro, non so se faranno carriera ma di queste cose se ne ricorderanno per sempre".
Prosegue: "Voglio precisare che ho uno staff importantissimo. L'abbiamo studiata egregiamente, in campionato nelle ultime gare non avevamo avuto il dominio che cerchiamo. Oggi è andata bene, potevamo fare anche meglio ma era una finale, sono partite sporche. Si vincono anche con lo spirito e la voglia, oltre all'aspetto tecnico. L'esperienza ti porta a migliorare. Ma i ragazzi mi fanno stare tranquillo, abbiamo rischiato poco, poi l'Inter ci ha messo in difficoltà. Le partite non finiscono mai, è proprio alla fine che bisogna lottare e non mollare mai".
Una dedica? "Va ai ragazzi, perché se lo meritano. Vincere è importante, noi lo abbiamo fatto più volte. Mi auguro abbiano il giusto premio e facciano la loro carriera. Ma il campionato è ancora lungo, adesso c'è da fare bene e andare avanti al meglio". 
Sul futuro. "Quando ho iniziato volevo fare esperienze. Il mio modo di vedere il calcio ha bisogno di sperimentazione. Questa estate potevo andare ad allenare i grandi, ma non mi sembrava il momento giusto. Non ho fretta, la mia idea è crescere: mi voglio migliorare come i ragazzi. Come faccio a dire di non voler allenare la prima squadra della Fiorentina? E' un qualcosa che mi riempirebbe d'orgoglio, avendo giocato qui diversi anni ed allenando questa squadra ormai da quattro stagioni".
Su Commisso. "Il Presidente c'è sempre. Poteva stare benissimo a casa a vederla al caldo. Invece sta qua e tornerà a Firenze alle tre di notte. Lo ammiro e lo stimo. Ci ha sempre fatto sentire in famiglia, non possiamo fare altro che ringraziarlo".

INTER-FIORENTINA 1-2
Marcatori: 11' Amatucci, 25' Berti, 75' Owusu.
INTER (4-3-2-1): Botis; Zanotti, Di Pentima (78' Stankovic), Fontanarosa, Dervishi (83' Esposito); Martini (46' Kamate), Grygar, Andersen (46' Owusu); Valentin Carboni, Iliev; Zuberek (7' Curatolo). All. Chivu
FIORENTINA (4-3-3): Martinelli; Vigiani, Krastev (80' Comuzzo), Biagetti, Lucchesi; Berti (87' Vitolo), Amatucci, Falconi; Kayode, Toci (79' Sene), Distefano. All. Aquilani

PAGELLE
MARTINELLI
- Questo ragazzo del 2006 farà sicuramente strada. In città si sussurra che l'acquisto di Sirigu serva anche a farlo crescere. Se rimarrà umile, sarà il futuro portiere Viola. 7
VIGIANI - Uno stantuffo sempre pronto a proporsi in avanti così come a soffrire in difesa. 6.5
KRASTEV - In rampa di lancio per andare a imparare dai grandi. Già aggregato alla prima squadra, si farà. 7 (dall'80° Comuozzo - Stringe i denti nel forcing finale. 6).
BIAGETTI -  Compone una diga soprattutto nei minuti finali in cui i nerazzurri buttano palloni in mezzo all'area. Una sicurezza. 7
LUCCHESI - Un ragazzo con grande impegno e costanza che non si risparmia anche come quinto di difesa. 6.5
BERTI - Muscoli e sudore in mezzo al campo; porta la croce durante tutta la partita. Un esempio per sagacia tattica e abnegazione. Se riuscirà a farsi fisicamente diventerà una colonna. 7 (dall'87° Vitolo - SV).
AMATUCCI - Un predestinato! Prima della fine della stagione dovrà abbandonare i pari età per la promozione con i grandi. 8
FALCONI - Ricama geometrie non disdegnando la copertura ma anche la sovrapposizione tra le linee grazie alla propria verticalità. 6.5
KAYODE - Tuttologo! Può ricoprire tutti i ruoli della fascia sia in difesa (come lo ha già provato Italiano), che in attacco. Qualità fisiche eccellenti. 7
TOCI - Già titolare della propria nazionale, risulta essenziale anche nel lavoro sporco come dimostra il raddoppio. Già navigato e pronto, sa essere letale come pochi. 7 (dal 79° Sene - Si mangia un gol già fatto. Distratto. 6).
DISTEFANO - Ha già esordito in Conference League dimostrando il proprio valore. Fisicamente ancora non pronto ma di una classe assolutamente cristallina. 7.5

Se è vero che per un cuore fiero non può esserci via di mezzo, un grazie immenso per quello che avete saputo e voluto fare. Bravi!
In questo periodo sono diventati tutti commercialisti. Si parla di plusvalenze anche quando, in santa pace, si dovrebbe poter bere l'unico "basso al vetro" della giornata.
"Parla, la gente purtroppo parla
Non sa di che cosa parla
Tu portami dove sto a galla
Che qui mi manca l'aria...", c
antavano i Maneskin, e forse tutti i torti non avevano.
Prendo, solo per esempio, una vera plusvalenza della società di viale Manfredo Fanti per farlo capire a qualche "duro di comprendonio".
La vendita a Lei di Vlahovic ha significato per le casse viola un "guadagno" di circa 68 milioni di euro.
L'errore più comune che viene fatto nelle chiacchiere da bar è sostenere che se una squadra compra un calciatore a 25 facendogli sottoscrivere un contratto di 5 anni e al termine di tre stagioni lo rivende a 15, si faccia una minusvalenza. In realtà il club cedente realizza una plusvalenza di 5. Il motivo è determinato dal cosiddetto ammortamento. Se il calciatore viene complessivamente acquistato a 25 e firma un contratto quinquennale, sui bilanci annuali peserà per un quinto di quanto è costato, ovvero 5. Pertanto dopo tre stagioni i 25 saranno "ammortati" di 15 e il valore netto residuo per i due anni di contratto rimanenti sarà di 10. Ecco che vendendolo a 15, pur avendolo acquistato a 25, realizzo un guadagno di 5.
Il calciatore serbo fu acquistato dal Partizan Belgrado e firmò con la Fiorentina un contratto quinquennale, con inizio il 1° luglio 2018 e termine il 30 giugno 2023. Il valore di acquisto fu di € 3.190.000. Ogni stagione calcistica del centravanti, quindi, pesava per € 638.000 di ammortamento. 
Il 28 gennaio 2022, data di cessazione del contratto, dopo 7 mesi scarsi di ammortamento pari a € 370.362, il valore netto di Vlahovic era di € 904.939 (€ 2.285.061 di ammortamento complessivi da sottrarre a € 3.190.000 di costo iniziale).
Dunque la vendita per € 68.994.841 ha generato una plusvalenza di 68.089.902 € (il prezzo di vendita, meno il valore residuo).

Giuseppe Chiné dal 2019 é il nuovo responsabile della Procura Federale della Figc. Ha 54 anni, è un magistrato nel Consiglio di Stato. 
Dopo pochi giorni dalla sentenza che ha portato la Juventus alla penalizzazione, ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Le nuove prove evidenziano la particolare gravità dal punto di vista sportivo delle condotte tenute che hanno impattato su più campionati professionistici di Serie A falsificandoli. Nelle stagioni al vaglio il club aveva perdite molto significative ma invece di mettere le mani in tasca e ripianarle ha creato plusvalenze fittizie che le hanno permesso di mettere soldi veri sul mercato e acquistare giocatori che ha poi schierato falsando la competizione sportiva a danno di altre società che hanno davvero ripianato e che non hanno fatto mercato ma magari hanno venduto gioielli di famiglia. Ci sono club che hanno dovuto cedere calciatori da 20 gol a campionato e l'anno successivo in classifica hanno pagato dazio".
Sarà tifoso Viola o sarà "solo" un giudice che si è reso conto di quello che è successo?
Ai posteri l’ardua sentenza, come scrisse Alessandro Manzoni nella lirica "Il Cinque Maggio" dedicata a Napoleone Bonaparte. L’espressione sta ad indicare che in caso di avvenimenti, fatti ambigui, controversi, avvenuti in un determinato periodo storico, il giudizio, la valutazione su di essi spetterà alle future generazioni. 
Appunto.
Alla prossima; tanto garrisce sempre...