"Complimenti a Italiano, la Fiorentina mi piace tanto; anche dal punto di vista individuale c'è qualche giocatore buono".
Ammesso e non concesso che non ci prendesse per le mele, come si dice a Firenze, Mourinho, come gli accade sovente, ha snocciolato una sacrosanta verità: qualche.

La differenza, al di là delle alchimie tattiche, la fanno sempre i calciatori; attenzione, non solo quelli bravi, anche e soprattutto i mediocri. Di questo aspetto, lato Roma, si è vista nitidamente in due giocatori: Dybala, che ha firmato una doppietta, e Abraham con due assist, di cui il primo davvero pregevole. Noi non abbiamo un centravanti dall'anno scorso e giocare al calcio senza un numero 9, degno di tale nome, è impossibile: ci sono riuscite poche squadre con rose e idee di un altro pianeta.
Tra i giallorossi, come ha spiegato il furbo, bravo e navigato coach portoghese, è Dybala, senza alcun dubbio, ad essere l'uomo in più. Pur non essendo un suo grande estimatore, ce ne siamo accorti. La Fiorentina non ha un calciatore che possa rovesciare le sfide come ha fatto l'argentino nella Roma. Sono sempre quelli di livello a orientare il destino di una società. In mancanza, inequivocabilmente, la palude della classifica si trasforma in una trappola mortale.
Di norma, plusvalenza non entra mai in campo...

Al di là degli otto punti in meno rispetto alla scorsa stagione e della differenza abissale di meno undici dall'ultimo posto disponibile per poter entrare in Europa, è chiaro come i numeri possano, in larga percentuale, raccontare sempre la verità. 
Come accaduto anche lo scorso anno, nonostante una piacevole cavalcata che ci ha consentito di partecipare alla Conference League, al cospetto delle prime sette della classe sono arrivati appena due punti (i pari casalinghi contro Napoli e Juventus). Questo dimostra, senza se e senza ma, che qualche problema a livello di organico (solo?) ci sia. Se "a sonare a' morto" ci pensano quei giocatori che in teoria avrebbero dovuto contribuire a far fare il salto di qualità alla truppa di Italiano (Dodò, pagato 18 milioni, ha commesso un errore inaccettabile per un giocatore di Serie A, ma anche Ikoné e Jovic hanno confermato di essere sovente inconsistenti) è chiaro che l'impresa da ardua si trasforma in titanica.
Sarebbe bastato, nel calciomercato estivo, andare a prendere Beto piuttosto che Arnautovic oppure Malinovs'kyj insieme a Lazovic e, probabilmente, senza sfogliare tante margherite avremmo una classifica migliore.
Attenzione: ho, casualmente (ma forse nemmeno tanto), citato quattro giocatori ampiamente alla nostra portata senza addentrarmi in pedine di livello superiore impensabile da poter immaginare di portare a calcare il campo dell'Artemio Franchi.
Mi chiedo se sulla via di ritorno da Roma qualcuno abbia incrociato il Presidente Commisso, in un ambiente consono, per parlare di Fiorentina.
Dico così perché il video che gira in rete, da cui si evince che il magnate americano, uscendo dal bagno di un autogrill viene sommerso da tifosi urlanti e gioiosi, è di una tristezza immane. Sembra di assistere a uno di quei film degli anni '70 in cui, da un momento all'altro, si vede spuntare la faccia spiritosa di Pierino, alias Alvaro Vitali.
Spero sinceramente di sì, perché la colpa di quanto sta succedendo alla Fiorentina parte dai vertici, e giù andare, fino al gruppo di lavoro che sta in panchina. 
In fondo anche il pesce...
Ma davvero gli basta solo il Viola Park per soddisfarlo? Lo sapeva che la Fiorentina gioca a calcio e il calcio va fatto da persone competenti? Senza offesa, ma non tutti siamo portati a saper fare tutto (poco o tanto è una mera disquisizione) ma possiamo avvalerci di persone preparate che lo facciano per noi. Il sottoscritto, in fondo, è il primo a essere un tifoso e non un manager con gli occhi foderati di prosciutto; a Firenze si comincia a essere stufi di vedere la nostra squadra in queste condizioni.
È vero che siamo in corsa in altre due competizioni: auguriamoci di non... "scalare" come accade ogni anno.
Ricordo spesso e volentieri, soprattutto negli Space dove i più giovani ascoltano in religioso silenzio (non tanto per le parole quanto per l'età) che un vecchio e grande dirigente del passato, personalmente conosciuto, diceva che le squadre di calcio si fanno in tre: Presidente, Direttore Sportivo e Allenatore. "Il resto" - sosteneva "sono di contorno".

Veniamo al match che, pur preannunciando spettacolo, ha deluso le aspettative.
Nessuna sorpresa nei due schieramenti iniziali, dove tra le fila della Roma è assente Zaniolo per sindrome influenzale che l'ha colpito nel pomeriggio. Al posto del numero 22 Mourinho opta per il giovane Bove, alla prima da titolare in assoluto in Serie A, alzando Pellegrini sulla linea dei trequartisti assieme a Dybala. La Fiorentina risponde con il consueto 4-2-3-1 con Jovic unico riferimento offensivo (Sic!) supportato da Ikoné (Sic! Sic!), Bonaventura e Kouamé.
Il primo squillo della partita arriva allo scoccare del quattordicesimo minuto con Zalewski che prova a sorprendere Terracciano, ma la conclusione che ne esce è troppo centrale e il portiere respinge senza troppi problemi.
Al 19° la Roma si fa vedere nuovamente nell'area di rigore viola, con Zalewski che cerca Celik sul lato opposto, il numero 19 sceglie incomprensibilmente di rimettere il pallone in mezzo anziché tentare la conclusione in porta.
Al 22° primo squillo viola con Amrabat che prova a concludere da fuori area, la parabola è insidiosa ma non troppo veloce; Rui Patricio riesce a intervenire in tuffo. Al 24° arriva la prima svolta del match per il secondo giallo comminato a Dodò per un intervento in ritardo su Zalewski. Altra azione pericolosa della Roma al 34° con Cristante che va a pescare un inserimento di Pellegrini, il capitano della Roma prova una conclusione al volo senza inquadrare però lo specchio della porta.
Al 40° arriva la rete che sblocca il match: Abraham fa da sponda per Dybala, il numero 21 calcia al volo, la sua conclusione viene leggermente deviata da Milenkovic prendendo contro tempo Terracciano. Nel finale la Roma invoca un calcio di rigore per un presunto tocco di mano di Ikoné nella propria area, l'arbitro Giua ignora le protese e dopo due minuti di recupero manda la squadre negli spogliatoi con i padroni di casa in vantaggio.

Nella ripresa ci presentiamo con Nico Gonzalez e Barak in luogo di Ikoné e Jovic. Il nuovo schieramento mette un po' più in difficoltà la Roma, tuttavia la prima occasione importante della seconda frazione è ad appannaggio dei giallorossi con Bonaventura che sbaglia un alleggerimento all'interno della propria area di rigore, ma per fortuna Abraham scivola a pochi centimetri dalla porta.
Poche altre emozioni con un gioco molto spezzettato per i numerosi falli. All'82° arriva anche la seconda rete dei padroni di casa con Abraham che scappa a Igor sull'esterno di destra, l'attaccante giallorosso entra in area e serve Dybala che da pochi passi appoggia il pallone in fondo al sacco.
Nel finale la Fiorentina prova ad accorciare il passivo, ma trova sulla sua strada un Rui Patricio attento. Il match si chiude dopo tre minuti di recupero con i giallorossi che possono andare ad esultare sotto la curva (da brividi all'ingresso) grazie alla doppietta del loro numero 21.

Sentiamo il mister in sala stampa. "Lascio Roma con molto dispiacere soprattutto per chi è venuto qui, l'espulsione ha rovinato una partita potenzialmente spettacolare. Devo fare i complimenti ai miei ragazzi, l'abbiamo mantenuta viva ma non puoi giocare 75 minuti in inferiorità numerica, archiviamo e pensiamo alla prossima, la decisione affrettata ha rovinato la partita, era un po' che non rimanevamo in 10".
Amrabat? "E' cresciuto tantissimo, ha personalità e autostima, corre dietro a tutti e sradica palloni, sta imparando anche a gestire il possesso. E' tornato malconcio dal mondiale e ho dovuto preservarlo per 15 giorni, questa sera ha dimostrato tutta la sua crescita".
Gonzalez? "E' un calciatore che ha caratteristiche che gli altri non hanno, non averlo avuto per così tanto tempo ci ha penalizzati, attacca bene l'area ed ha qualità importanti di testa, sta ritrovando la forma e il giocare in 10 non lo ha aiutato. Può fare anche la prima punta se serve".
C'è da fare una scelta puntando solo sulle coppe? "Siamo in corsa in tutte e tre le competizioni, deve ancora finire il girone d'andata. Abbiamo superato gli ottavi di Coppa Italia, siamo nei playoff di Conference League e nessuno ha intenzione di staccare la spina o regalare qualcosa all'avversario. Da domani penseremo a fare meglio rispetto a stasera, poi proveremo ad andare avanti da tutte le parti, lo faremo con le nostre qualità. Penso che abbiamo avuto diverse assenze, spero che ci diano più qualità".
La chiosa finale è sul mercato: "Con il direttore stiamo parlando e valutiamo gli infortuni, poi se c'è da aggiungere qualità, la società non si tirerà indietro".

PAGELLE
TERRACCIANO
- Prima respinta su un tiro da fuori di Zalewski. Più incerto sul tiro di Dybala che vale il vantaggio giallorosso seppure ci sia la deviazione di Milenkovic; sembra mancare la giusta reattività su una conclusione forte ma centrale. Riscatto nei primi minuti del secondo tempo su Celik e poi su Abraham. 6
DODÒ - Ammonito nei primi minuti per un intervento ingenuo concede, da amatore, il bis a metà del primo tempo rimediando l'espulsione. Fossi in lui penserei meno al biondo platino! 4
MILENKOVIC - Puntuale in chiusura su Abraham allontana un brutto pallone intorno al ventesimo. Ha la sfortuna di spostare il tiro di Dybala beffando Terracciano. Pecca sul raddoppio dell'argentino sbagliando il fuorigioco, anche se nel finale sfiora il gol. 5.5
IGOR -  Un'incertezza iniziale, rischiando su un pallone velenoso perso a metà campo, in un primo tempo così così. Non sale di tono nella ripresa rimediando anche il giallo fino all'azione del raddoppio propiziata da Abraham. 5
BIRAGHI - Primo tempo sufficiente poi nei primi minuti del secondo scivola pericolosamente liberando Dybala al limite. Poca precisione nei calci piazzati. 5.5
AMRABAT - Primo tempo di sostanza, con recuperi e interventi all'altezza del mondiale disputato oltre all'unico tiro parato da Rui Patricio. Meno in evidenza in un secondo tempo deludente a livello generale. 6+
DUNCAN - Il tempo di entrare nel ritmo partita ed è sacrificato per il rosso di Dodò. 6 (dal 24° Venuti - Limita meglio di altri cercando di dare ordine e semplicità. 6).
IKONÉ - Il duello con Zalewski (davvero bravo) comincia subito in sofferenza e anche quando lo prende in consegna Kumbulla va sempre in confusione. Nell'assistenza alla punta fa mancare il suo apporto come quando ritarda colpevolmente il tocco per Jovic al termine di un buon contropiede. Tempo scaduto. 4 (dal 46° Gonzalez - Basta la sua presenza in campo a togliere il sonno ai giallorossi (Mancini e Cristante dovevano essere ammoniti prima), liberando bene Bonaventura. Elettrico, si fa ammonire per una reazione. In generale spicca sugli altri, ma da solo predica nel deserto. 6+
BONAVENTURA - Comincia benino, ma quando viene arretrato per via dell'espulsione di Dodò gestisce  malissimo il pallone che la Roma tramuta nel vantaggio. Non va meglio in avvio di ripresa quando centra Kumbulla su una buona ripartenza. Che non sia serata lo dimostra il retropassaggio killer che la Roma non sfrutta con Abraham. 5 (dall'85° Castrovilli - SV).
KOUAMÈ - Parecchi problemi negli appoggi nel primo quarto d'ora. Gioca il secondo tempo da punta centrale provandoci di testa sugli sviluppi di un corner. Pericoloso nel finale, bisogna sempre sottolineare che deve essere considerato un buonissimo rincalzo. 5.5
JOVIC - Prova a liberarsi di Smalling costringendolo al giallo in avvio di partita. Col passare dei minuti torna nella consueta, preoccupante, ombra. Game over. 3 (dal 46° Barak - Meglio del serbo, è tutto dire, non entrando in partita. 5).

Il granduca Cosimo II passava un giorno sul Ponte a Santa Trinita e vide il poeta Fagioli che scriveva.
Si fermò e gli chiese: "Cosa scrivi?".
E il letterato rispose: "Registro tutti gli imbecilli e i grulli che passano".
Dictum sapienti sat est (Plauto Persa, 729)

Alla prossima; tanto garrisce sempre...