Importante test di campionato contro l'Hellas Verona guidato dal fiorentino Cioffi.
Soltanto i tanti tifosi scaligeri, in pieno centro storico, in una giornata di assoluta primavera, hanno stemperato una partita che poteva essere la pietra tombale per più di qualcuno. La tensione si poteva tagliare con il coltello e le sensazioni, pur positive, potevano sciogliersi come neve al sole per tutto il brutto che avevamo assistito nell'ultimo mese e, in particolare, negli incontri con Bologna e squadra turca in Conference League.
Una vittoria molto più ampia nella prestazione che non nel risultato, risolve di sicuro tanti problemi e soprattutto fa ritrovare alla Fiorentina i tre punti e quell'anima che, a detta dell'allenatore, sembrava perduta. Il tecnico aveva lanciato un'accusa precisa ai suoi giocatori definendoli "vuoti e svuotati".

Oggi, prima della partita a Dazn, ha corretto un po' il tiro affermando che "di anima ne abbiamo tantissima, ma va tirata fuori", senza rinunciare dunque a spronare la squadra. Come piace al sottoscritto, già nel sottopassaggio gli sguardi e, di conseguenza la "garra", mi sono sembrati subito perfettamente in linea con quello che ogni tifoso aveva richiesto. Tifosi, tra l'altro, che in Fiesole erano stati espliciti esponendo uno striscione affinché, chi di dovere, facesse dimenticare una... non partita.
La Fiorentina ha risposto all'appello anche grazie agli aggiustamenti tattici portando Barak più a ridosso della punta in un 4-2-3-1 più congeniale per cercare di risolvere il problema del gol. La scelta di Kouame è risultata azzeccata per due ragioni. La prima perché, dopo la dipartita di Lui alla Lei, era da tempo che non vedevamo quello che Italiano vuole da un centravanti: smistare in ripiegamento palloni e, in velocità, andare a chiudere l'azione. Il secondo motivo è il segnale che il mister ha voluto dare ai due desaparecidos: occhio, che se continuate così in panca ci svernate. Kouame è stato anche confusionario ma, insieme al ceco e finalmente a Ikoné, ha creato molto più di Jovic e Cabral messi insieme. Quel modo di interpretare il 9 non mi è dispiaciuto, anzi... 
Emblematiche le parole di Barak a fine gara: "Solo con l'anima si vincono le partite, oggi siamo stati bravi tutti. Oggi c'era anche la mentalità giusta. Il pubblico ha acclamato perché vuole vedere i giocatori che lottano su ogni palla. Oggi eravamo così, qualcuno è uscito coi crampi ma abbiamo dato tutto".
Due appunti piccoli piccoli, come quando ci dobbiamo ricordare la lista della spesa e poi, una volta effettuata, cestiniamo.
Perché non mettiamo sul dischetto Barak? L'anno passato era il rigorista della squadra scaligera con un 4 su 4; la scelta di Biro, dopo che in settimana c'erano state troppe dita puntate, non è stata felice. La partita, in quel particolare frangente, andava subito archiviata.
Quando dalla panca è stato chiesto a Jovic di entrare a poco più di un quarto d'ora dalla fine, l'ex madridista si è rifiutato perché, dalle dichiarazioni post-gara della società, "non era al 100%". E allora perché convocarlo? Devo necessariamente credere alle parole di Viale Fanti ma, da vecchio tifoso, "ucci ucci sento odor di bruciaticcio". Staremo a vedere, come sempre.

Il Presidente Commisso, a fine partita, è sceso negli spogliatoi per testimoniare il suo apprezzamento per la prestazione fatta vedere sul campo e per complimentarsi con tutti gli interpreti. Nessun commento pubblico è stato rilasciato, però è sembrato molto più rilassato rispetto a quanto visto all'inizio e durante il match. È stato inquadrato quando abbiamo sbagliato il penalty: le mani su un volto tirato, dispiaciuto e collerico, lo avevano fatto sembrare una statua di cerea produzione.

Come ultima pillola, in questo caso davvero amara, giungono importanti novità per quanto riguarda Nicolas Gonzalez dall'Argentina. Secondo quanto riportato da Olé, nota testata sportiva sudamericana, l'esterno della Fiorentina potrebbe raggiungere la nazionale di Scaloni nelle prossime ore con un volo privato, nonostante non sia stato convocato dal commissario tecnico nella lista pubblicata giorni fa. Questo perché lo stesso allenatore aveva fatto sapere che se avesse giocato nel weekend lo avrebbe convocato. Quindi si presume che nei prossimi giorni Gonzalez raggiunga i compagni di nazionale. Visto che era un mese che non entrava in campo per la fastidiosa tallonite, se lo poteva risparmiare. Certe volte occorre avere il buonsenso di non aver senso comune...

TERRACCIANO - Riprende il suo posto, definitivamente? Non solo per l'infortunio, strategico? Di Gollini. Nel primo tempo non deve compiere interventi degni di nota, anche se rischia molto in una uscita "a farfalle" che spalanca la porta a Lasagna che, cognome docet, invece di... infornare, per fortuna, colpisce Henry. La parata, che dimostra una reattività eccelsa, in uscita su Kallon, con il risultato ancora in bilico, ha il sapore del miracolo di San Pietro: 7.
VENUTI - Che fosse una partita che girasse dalla nostra, si è visto dall'atteggiamento da attaccante aggiunto di Lollo visto che dalla sua parte non c'era molto da sudare da un punto di vista difensivo. Nella prima frazione può andare addirittura due volte alla conclusione: nella prima occasione sbaglia, dopo un bel triangolo, da posizione invidiabile davanti a Montipò; nella seconda calcia da fuori e trova l'ennesima risposta del numero uno dell'Hellas. Nella ripresa Lazovic alza i giri e lui inizia a soffrire, per fortuna il Verona pare tutt'altro che in giornata e lui se la cava come il resto dei compagni in difesa: 6.
QUARTA - "Il ritorno del Caudillo". Potrebbe essere il film che vede indiscutibilmente protagonista il centrale difensivo. Dopo lo stop per infortunio in Conference, si ripresenta in campo in versione "mamma mia c'è Passarella" con tanti anticipi "argentini" e un passo decisamente più sicuro rispetto alle prime uscite stagionali. Gioca, senza alcun dubbio, una delle migliori partite da quando è a Firenze, accollandosi la responsabilità di guidare una retroguardia fino ad allora in difficoltà: 7,5.
RANIERI - Rischio di essere ripetitivo ma ogni volta la vedo così. A lui, così come a Venuti, la maglia viola è appiccicata sulla pelle però, ed è evidente, più di questo non possono dare. E' chiaro a tutti che il centrale, nella difesa a quattro, non è propriamente pane per i suoi denti ma si batte al meglio delle proprie possibilità (arrivando alla fine con i crampi) con qualche sbavatura da annebbiamento. Alla fine si merita la sufficienza visto il clean sheet: 6.
BIRAGHI - In settimana gli è stato chiesto di dare di più in maniera alquanto spiccia e non si può dire certo che manchi l'impegno rispondendo non solo sul campo. Il problema è che si nota un certo nervosismo e, malamente, dal dischetto sbaglia il terzo rigore su cinque battuti. Un errore grave, davvero marchiano, che non permette alla Fiorentina di chiudere il primo tempo col doppio vantaggio. Per il resto della partita, una delle poche insufficienze, sembra con il freno a mano tirato. Senza grandi guizzi né affanni ma quell'errore la macchia senza rimedio: 5,5.
MANDRAGORA - Nel suo ruolo indiscutibilmente più congeniale, al fianco di Amrabat, gioca più libero e si vede. Non una prestazione da oscar del calcio, ma comunque utile alla squadra per gamba e cervello. Gioca finalmente in verticale, prova a calciare, confeziona assist. Si vede che con un compagno accanto ha più la propensione al gioco. Sembra strano, ma forse non dipende solo dalla stanchezza, ma quando esce dal campo Amrabat deve prendere le redini del gioco e invece si nasconde toccando meno palloni rispetto alla prima frazione. L'imbucata con assist, che toglie pathos, per il sigillo di Nico è al bacio: 6,5.
AMRABAT - Dove lo metti sta! Vederlo meno in mezzo al campo è un pregio poiché, bel suo ruolo naturale, agisce da frangiflutti senza preoccuparsi della costruzione. Prima dell'infortunio di oggi (speriamo sia di lieve entità) era il giocatore più in forma della rosa; accanto a un regista classico come Mandragora gioca più sereno. La sfortuna si abbatte anche su di lui, costretto a lasciare il campo anzitempo (pensare che voleva rientrare...). Incrociamo le dita: il capitano in pectore non possiamo perderlo: 6,5. (dal 50' Bonaventura -Entra in un momento delicato andando a fare il "lavoro sporco" in mezzo al campo. Palleggia con la solita qualità anche se il Verona, in quel frangente, sta meglio fisicamente e lui spesso viene messo nel mezzo. Sventola da fuori area al "sette" che esalta il portiere avversario. Cade in area, stremato, chiedendo il rigore senza ottenerlo: 6.
BARAK - Spostato qualche metro più avanti, a fare la "sotto punta", rispetto alla mediana, dà la sensazione di essere l'uomo che mancava all'attacco della Fiorentina. Tiene palla, spizza, va in verticale. Gira finalmente intorno al limite incuneandosi cercando più volte l'uno due. Di fino il filtrante che ci assegna il rigore poi sprecato. Risulta essere decisamente più presente rispetto a quando deve portare la croce in mezzo al campo in un ruolo di mezzala meno congeniale: 6,5. (dal 79' Duncan -  Si piazza nel consueta zona di campo distribuendo muscoli e fosforo. La palla in verticale che libera in area Mandragora, in occasione del raddoppio, è la fotografia di quanto sia mancato nell'ultimo mese. Fondamentale: 7).
IKONÉ - Finalmente Jonathan! Il primo tempo col Verona è imperfetto solo perché non riesce a segnare una doppietta, ma finalmente si vede il giocatore "spaccadifese" che fa la differenza. Esulta facendo il segno sul petto come di scrollarsi di dosso qualcosa: speriamo sia riferito al digiuno di prestazioni e non alle polemiche che lo hanno accompagnato per prestazioni nemmeno lontanamente parenti di quello che conoscevamo. Il gol è di pregevole fattura visto che si accentra, salta l'uomo e poi strizza il tiro dove Montipò non può arrivare. Nella ripresa scompare dal gioco perché la Fiorentina si abbassa e per aver dato il massimo anche mentalmente. L'approccio resta una delle note più liete di questo inizio di stagione: 7. (dal 66' Saponara - Entra per tenere palla e dare fiato alla squadra nei momenti di sofferenza, ma, pur migliorando fisicamente, è un compito che gli riesce davvero di rado: 5,5).
KOUAME  - Schierato titolare al posto delle "solite" (s)punte, dimostra subito cosa ha bisogno questa squadra per buttarla dentro: mobilità e vivacità per scardinare le difese e arrivare più facilmente in area. Entra in tutte le azioni offensive viola e conquista un calcio di rigore dopo un bell'1-2 con Barak. Tocca decine di palloni, cosa che di solito non accade alle due punte che si sono alternate fino a oggi. La bella nota è che, tornando nella propria trequarti, si libera dalla marcatura smistando sulle fasce o sull'uomo che cerca la verticale. Rischia, e nel calcio non sarebbe la prima volta, di diventare qualcosa di più di una semplice alternativa: 7. (dal 79' Cabral - Fa rimpiangere la verve di Kouame visto che gioca poco più di 10 minuti sembrando la bella statuina: SV).
SOTTIL - Dalla sua parte il difensore non lo vede mai; prende ancora meno. Strappa continuamente puntando l'uomo creando tante palle gol per i compagni. Si vede che non è al massimo, anche per colpa di una lombosciatalgia, calando alla distanza ma tra averlo e non averlo è come mangiare e stare a guardare. Una freccia essenziale: 6,5. (dal 66' Gonzalez - Lontano anni luce dalla forma migliore, dopo un mese forzato di stop, sembra quasi che non riesca nemmeno ad accelerare per provare le consuete incursioni. Poi, quasi augurandosi il cioccolatino di Mandragora, taglia tutta l'area per mettere dentro il 2-0 che ha il sapore di una meritata liberazione: 6,5).

ITALIANO - Doveva inventarsi qualcosa e qualcosa ha inventato, sorprendendoci! Cambia l'attacco bocciando dal 1' sia Jovic sia Cabral in favore di Kouame mentre a centrocampo schiera per la prima volta insieme da titolari sia Mandragora che Amrabat varando un inedito 4-2-3-1. Sembra che mi abbia ascoltato: sarò stato io l'artefice? Prima che qualcuno mi dica "che ho perso i' capo", devo ringraziare per le tante modifiche effettuate alla ricerca della famosa scintilla. La trova grazie a uno dei giocatori più criticati di questo inizio stagione, ovvero Ikoné e con quel Nico che è mancato tantissimo fino a questo momento. La condizione fisica non è ancora buona (le scorie di giovedì più fisiche che mentali si vedono nel finale) quando l'Hellas va vicina al pareggio, ma la squadra ha fatto la squadra, stringendo i denti tutta insieme, merito sicuramente anche dell'allenatore. Ha fatto vedere di avere l'umiltà necessaria per modificare i propri dogmi non dimostrando, e avrebbe sbagliato, di essere uno zemaniano duro e puro. La sosta gli permetterà di studiare queste nuove soluzioni con più serenità anche grazie ai 3 punti: 7.
PUBBLICO: Sembrava una partita di cartello con oltre trentamila spettatori. La Fiesole non va mai considerata visto che è un cuore che non si ferma mai. Anche gli altri settori dello stadio hanno percepito la difficoltà "vociando" fino alla fine e oltre. I ragazzi hanno capito, speriamo, andando tutti sotto la curva. In fondo non chiediamo che questo: dare tutto per cercare il tutto per tutto sempre.

Siamo arrivati alla prima sosta, finalmente! Servirà per ricaricare le pile e cercare di recuperare qualche infortunato. Subito dopo le partite della Nazionale (c'è n'era bisogno?), ci sarà un tour de force da non fare dormire la notte. Ma tanto io sono abituato...
La mia chiosa, solo per ribadire il linguaggio "oltraggioso" dei fiorentini, è doverosa nei confronti di Lei.
Il dirigente Maurizio Arrivabene (scrissi, a suo tempo, un articolo appositamente sulle dichiarazioni, palesemente fuori luogo, sulla cessione di Vlahovic e sulle tematiche aziendali bianconere) non si è smentito. In quattro anni di Ferrari e in due di Juventus non ha mai vinto a Monza...
Non è necessario mostrare bellezza ai ciechi né dire verità ai sordi. È sufficiente non mentire a chi ti ascolta né deludere chi si è fidato di te. Le parole conquistano temporaneamente però i fatti, quelli sì che ti fanno vincere o perdere per sempre. 
Del resto i più grandi dolori sono quelli di cui noi stessi siamo la causa...
Alla prossima; tanto garrisce sempre...