Primo big match all'Artemio Franchi contro una delle formazioni più in forma del campionato. Il Napoli di Luciano Spalletti, con un mercato di ottimo livello (via tutti i senatori e squadra ringiovanita con ottimi elementi), si è presentato in riva all'Arno dopo aver maramaldeggiato contro squadre non certo di primo livello ma da prendere con le molle.
Un blogger ha presentato la sfida inneggiando (tifoso?) la squadra del nuovo fenomeno Kvaratskhelia andando a fare considerazioni non solo di parte, più che legittime, ma a volte fuorvianti.
"La Fiorentina ha pure giocato giovedì sera in Conference League, soffrendo molto in Olanda con il Twente, e salva solo grazie a vari interventi del portiere Terracciano che è il secondo portiere sulla carta dei viola".
La sofferenza c'è stata, inutile negarlo, ma non mi sembra che siamo passati al girone solo grazie al portiere; Terracciano, portiere di coppa e per il momento secondo a nessuno, ha salvato il risultato al 97° minuto ma la Fiorentina, ribattendo colpo su colpo, ha avuto diverse occasioni per chiudere la contesa prima dell'ampio recupero.

"Stasera sarà una partita molto aperta, dove il pareggio può star bene ai Viola, ma non al Napoli di sicuro per mentalità".
Perché ci sarebbe dovuto andare bene un risultato di parità? La mentalità dei ragazzi di Italiano è differente da quello del tecnico di Montespertoli? "... se il Napoli è quello visto con due squadre piccole però, sarà dura fare punti". Abbiamo assistito a una bella partita dove entrambe le formazioni potevano portare a casa la vittoria. I discorsi li porta via il vento così come l'obiettività che deve essere sempre la cornice per affrontare un concetto anche se, come diceva il grande Totò, "chi non si arrangia è perduto".
Del resto, il tempo e il silenzio sono le cose più lussuose dei giorni nostri...

GOLLINI - Con quelle sue "manone", appena entra in campo sulle note dell'inno di Narciso Parigi, saluta tutti come quando Gianni Morandi era sul palco dell'Ariston. Insieme alla "Cosa" Milenkovic, dei Fantastici 4, sbriglia una deviazione ravvicinata di "The Musk" Osimhen. Con un prodigioso scatto di reni manda in angolo il tiro di Raspadori con ottima reattività anche per la velocità di esecuzione. Parata importante in una serata più tranquilla di quanto preventivato: 6. Clean Sheet!

DODÔ - Trottolino amoroso du-du-da-da comincia a fare sul serio. Partita davvero tosta per qualità e quantità. Buonissimi recuperi dalla sua parte anticipando sistematicamente il "tutto e di più" Kvaratskhelia che deve uscire nella ripresa perché colto da... emicrania! Nel secondo tempo è autore di una bella discesa, palla al piede, che lo porta dalla sua area fino alla trequarti avversaria. Migliore prova anche come difensore: 6,5. Djalma!

MILENKOVIC - Provvidenziale, con calcina e mattoni, per alzare il muro sul tentativo ravvicinato di Osimhen dopo una ventina di minuti. Tiene d'occhio il nigeriano, Simeone nella ripresa, Raspadori nei minuti finali, gli spettatori del Parterre, le macchine in doppia fila e i tifosi più scalmanati. Un autentico baluardo: 6,5. Controllore!

QUARTA - Buona prova anche se... Come spesso accade per questo ragazzo, anche se. Dopo la buona prova di coppa, inizia bene con l'anticipo su Anguissa a metà campo, obbligando il centrocampista di Spalletti al primo cartellino giallo dopo appena un paio di minuti. Nel finale di primo tempo si prende un rischio enorme con un retropassaggio debole che per poco non crea problemi a Gollini, in prima battuta, e per una pericolosa ripartenza di Lozano. Ammonito nel corso della ripresa, esce per evitare rischi di doppio giallo, 6. Amletico! (dal 69' Igor - Si piazza, come di consueto, nel centrosinistra non soffrendo gli ultimi sterili tentativi della squadra azzurra: 6. Colosso!).

BIRAGHI - Reduce dalla dura prova in terra olandese, Lozano, dalla sua parte, crea la prima nitida occasione da rete, divorandose un'altra in apertura di ripresa in maniera incredibile. Si fa notare per un buon cross per Jovic a un quarto d'ora dalla fine senza però incidere con le consuete sgroppate che lo rendono insidioso e creano, nella "catena di sinistra", i consueti rifornimenti in mezzo all'area: 5,5. Affannato! (da 80' Terzic - Entra per fare rifiatare il capitano andando a sfidare, senza assolutamente demeritare, un Politano entrato nel minuti finali per portare brillantezza e "passo" a Simeone. Più sciolto e consapevole: 6. Soldatino!). 

BONAVENTURA - Arriva al tiro, dopo aver cercato di ricamare in lungo e in largo, con un esterno alla De Bruyne non centrando lo specchio della porta per un paio di metri. Non si risparmia nei duelli in mezzo ma si vede che le scorie di Conference, alla lunga, pesano; a metà ripresa, infatti, Italiano gli concede di tirare il fiato: 6. Caracollatore! (dal 69' Maleh - Si mette, come da copione, a disposizione aggiungendo muscoli e foga indispensabili per arginare il folto centrocampo tecnico di Spalletti: 6. Crocchiettatore!).

BARAK - E lui? Riprendendo una battuta di Pieraccioni, ci sorprende per l'esordio anche per le idee del tecnico sui nuovi arrivati. Si mette, quasi in punta di piedi, sulla sinistra per "ricamare" tra Sottil e Bonaventura. Resta sempre nel vivo del gioco e non disdegna le imbucate centrali andando, dopo un'azione personale, al tiro sfiorando il palo alla sinistra di Meret in sospetto fuorigioco. Spicca per prestanza fisica e piede vellutato in mezzo al campo: 6. Fisico!

AMRABAT - Adesso ne sono certo: l'anno scorso giocava il fratello brutto in quanto quest'anno sembra di un'altra caratura. Avvio in totale controllo con ovazione al momento della prima chiusura su Anguissa dopo trenta metri di campo e avendo digrignato: "io ti spiezzo in due". Resta sempre nel vivo del gioco, facendo a volte sparire il pallone, non disdegnando le imbucate centrali anche se nel finale potrebbe essere più preciso dando con il contagiri un pallone importante per l'accorrente Saponara. Spicca in mezzo: 7. Perpetuo!

IKONE - Una sì e una no; una buona e una meno; vedo e non vedo. Passo decisamente indietro rispetto al primo tempo di Enschede e, quando avrebbe spazio, si perde dietro a errori banali andando a incaponirsi in soluzioni buone per il subbuteo, forse  E' il primo cambio e, senza alcun dubbio, pare esser la logica conseguenza di una prova davvero incolore: 5. Allora! (dal 59' Kouame - Che voglia e che applicazione! Appena entrato avvia il contropiede che porta Barak a sfiorare il gol del vantaggio, facendosi successivamente apprezzare anche in ripiegamento. Ottimo impatto sul match: 6,5. Rimani!).

JOVIC - Un po' l'uno e un po' l'altro, però va buttata dentro. Poco servito dai compagni di fascia, la sua prima mezz'ora di gara è soprattutto di sofferenza. Si rivede nella ripresa con una percussione centrale senza esito ma paga il nervosismo con l'arbitro rimediando il giallo anche perché era parso evidente a tutti che il fallo subìto, a ridosso dell'ingresso in area, fosse da fischiare. Finisce in deficit fisico: 5,5. Umorale!).

SOTTIL - Il ragazzo, oltre a offendere la fascia di riferimento, cerca di arginare un osso duro come Di Lorenzo mettendolo in evidente difficoltà. Talvolta può sembrare che ecceda nel cercare il tiro, molto spesso sempre a giro sul secondo palo, ma quando pesca Barak dentro l'area di rigore è molto lucido. Resta il più pericoloso con un tentativo anche nella ripresa: 6,5. Biscia! (dal 80' Saponara - Avrebbe lo spazio per il tiro, come lo scorso anno contro il Milan, dopo un contropiede portato avanti da Amrabat ma il tocco del marocchino è, ahimè, al rallentatore. Ci riprova da fuori per sbloccare lo 0-0 ma la conclusione è debole: 6. Elegante!).

ITALIANO - Manda subito dentro, inaspettatamente, l'esordiente Ceco Barak, riproponendo, come i peperoni mangiati la sera, Ikonè con Jovic e Sottil. Il francese, in una serata da tumulto, non si digerisce anche se, facendo sentire tutti titolari, la squadra gioca ad armi senza alcun timore reverenziale contro una candidata al tricolore. Contando le fatiche europee, un ritardo di condizione che riguarda Jovic, il mercato ancora aperto e la mancanza di bocche di fuoco sugli esterni, non era scontato fermare un Napoli che, a detta di molti, faceva tremare: 6,5. Gruppologo!

PUBBLICO: Qualche scaramuccia sugli spalti soprattutto fra Spalletti e uno spettatore reo di aver etichettato la mamma novantenne con aggettivi fuori luogo e beceri. "Il pubblico di Firenze è maleducato" - ha chiosato, non rendendo giustizia agli altri 32.285 spettatori che hanno assistito in maniera impeccabile.
Mettere tutta l'erba in un fascio è sbagliato e il tecnico, contadino a perditempo nella sua campagna alle porte di Firenze, dovrebbe saperlo; la cicerbita con la gramigna non va mai mescolata...

Poche ore fa la Fiorentina ha lanciato la sua terza divisa da gioco (per quanto possa valere il mio parere bellissima); in tanti sono a chiedersi perché la società di Commisso abbia scelto la tonalità dell'azzurro carta zucchero con rifiniture dorate come svelato questa mattina, con un lancio via social, nel giorno della celebrazione dei 96 anni dalla fondazione.
La risposta è contenuta nel desiderio, da parte della società di Viale Fanti, di omaggiare uno dei luoghi simbolo di Firenze e in particolare la "Sala dei Gigli" di Palazzo Vecchio. Un ambiente che prende il nome dai motivi floreali che ne decorano il soffitto e le pareti (azzurro, appunto, con gigli dorati) e che conserva ancora oggi l'aspetto quattrocentesco di quando fu realizzata. Il giglio, che caratterizza la sala, è però diverso rispetto al classico rosso con gli stami che identifica la città di Firenze, dal momento che quello rappresentato è uno specifico omaggio al Re di Francia che a suo tempo era il protettore della Repubblica fiorentina. Non sono pochi, come la storia dimostra, i motivi di legame tra Firenze e il paese transalpino: Caterina de' Medici, fiorentina e figlia di un nipote di Lorenzo il Magnifico, fu infatti regina, come moglie di Enrico II, dal 1547 al 1559.
La tradizione è una bellezza da conservare, non un mazzo di catene per legarci; in fondo non si può ereditare, chi la vuole deve conquistarla con grande fatica. Come la conoscenza della propria storia.

Alla prossima; tanto garrisce sempre...