Ieri, devo ammetterlo, è stata una giornata vuota: mi sembrava, girovagando per casa, che mancasse qualcosa. Ho deciso, con 34° e un'afa insopportabile, di fare un giretto per la città; arrivato in Via delle Belle Donne ho sorriso senza alcuna remora. Ho pensato cosa avrebbe detto Frankie dopo la mia "disquisizione ciceronica" sul perché del nome.
Dopo aver lavorato un mese in lungo e in largo, mi sono accorto che il silenzio era l'aspetto che più mi infastidiva. Non avere il messaggio che, oltre ad augurarmi buona giornata, mi metteva in riga per i "compiti da svolgere" era un aspetto che non avevo considerato. Aspettavamo la pubblicazione con uno stato d'animo da guasconi: "Sarà piaciuto?", scandendo, subito dopo, "R I D E R A N N O?". 
Oggi, a bocce ferme, ho voluto fare come quando, un tempo, si faceva recapitare un presente alla "padrona di casa" il giorno successivo all'invito a cena per ringraziarla dell'ospitalità.
Se non specifico, so già che Frankie metterà le mani avanti sulla propria virilità. Che sia un uomo, non ci piove (anche se la presenza della barba significherebbe poco...), voglio trattarlo con i guanti di velluto regalandogli il mio dono.
Quando si è illuminato WhatsApp per l'arrivo di un nuovo messaggio con la dicitura "Hei ghibellin fuggiasco, tutto ok?", non ho avuto bisogno di vedere chi lo avesse inviato; per questo, e non solo, mi è venuta questa idea...
Partiamo dal presupposto che è un rossonero (non tutte le ciambelle riescono con il buco...), però devo ammettere, come nella mitologia, che la formazione di quel Milan è entrata di diritto nell'Olimpo del calcio.

Zeus ---> Franco Baresi.
Zeus era il re degli dei, e dall'Olimpo governava il mondo mortale così come quello immortale. Ebbe svariate vicende amorose, che mandavano in bestia la moglie Era, prime fra tutte quella con Meti, da cui nacque Atena, con Latona, da cui nacquero Apollo ed Artemide, e con Maia, con cui generò Ermes. Da Mnemosine nacquero le nove muse, e da Temi le tre Moire. Ma Zeus generò anche figli mortali, come Eracle, con Alcmena, e Perseo, con Danae. 
Oltre che esserne il capitano, il “Kaiser Franz” rossonero, è stato l’icona del Milan di Sacchi, un rapporto, quello con il tecnico romagnolo, cominciato con diffidenza, studiando il video dei movimenti di Signorini, che nel Parma di Arrigo (Serie B), ricopriva il ruolo di Baresi. Prodigiosi i suoi recuperi difensivi, è stato fra i più veloci difensori della sua epoca. Come il compagno di reparto, Paolo Maldini, ha giocato l’intera carriera solo con una maglia, ma, prima di vivere i successi dell’era Berlusconi, aveva difeso i colori rossoneri anche in Serie B. Dopo l’addio al calcio, la maglia numero 6 è stata ritirata per sempre.

Era ---> Alessandro Costacurta.
Era, moglie di Zeus, e protettrice del matrimonio. Dura e vendicativa, combatté strenuamente con i Greci durante la guerra di Troia, per punire Paride che non l'aveva scelta come la dea più bella. Perseguitava le amanti e figli illegittimi di Zeus, come accadde con Io, Latona ed Eracle.
Fra i più longevi calciatori rossoneri della storia, cresciuto nelle giovanili, nel 1987 Sacchi lo inserì in pianta stabile nella rosa della prima squadra dopo il prestito al Monza in C1. Ci rimarrà per vent’anni consecutivi, vincendo 7 scudetti, 5 Coppe Campioni/Champions League e 2 Coppe Intercontinentali.

Atena ---> Paolo Maldini.
Atena era la dea della sapienza e degli aspetti "positivi della guerra", come l'onore e il trionfo. Nacque dalla testa del padre, già armata di tutto punto. Poseidone le contese la sovranità di Atene, ma la dea vinse e diede il suo nome alla città. Proteggeva con impegno i suoi protetti, tra i più famosi Ulisse, Perseo, Bellerofonte. Era anche protettrice delle arti, dei poeti e dei filosofi, e fu fondatrice della tessitura.
Il difensore più completo del calcio italiano. Sulla terza linea del Milan ha ricoperto tutti i ruoli, cominciando sulla fascia destra, consacrandosi su quella sinistra e quindi diventando un regista di reparto al centro. Detiene il record di presenze nel Milan (902), in Serie A (647) e nelle competizioni Uefa per club (174). In carriera ha vestito solo la casacca milanista: Liedholm lo fece esordire il 20 gennaio 1985; ha chiuso, con una standing ovation di tutti i tifosi viola a Firenze, al termine della stagione 2008-09. Ha vinto 26 trofei, fra cui 7 scudetti e 5 Coppe Campioni/Champions League. Con Gento condivide il record di otto finali del massimo trofeo continentale. Nella stagione 1997-98 ha ereditato da Baresi la fascia di capitano.

Poseidone ---> Mauro Tassotti.
Poseidone era il re dei mari, fratello di Zeus, e come il re degli dei ebbe molte vicende amorose. Tra i suoi figli più conosciuti c'erano Teseo e Orione. Con il suo tridente comandava le acque, le calmava per permettere un tranquillo passaggio ai marinai da lui protetti, e le agitava per ostacolare gli eroi a lui poco graditi, come Ulisse, per il quale aveva sviluppato un vero e proprio odio.
Diciassette campionati in rossonero lo hanno trasformato dal ruvido difensore marcatore, che era nella Lazio, al portentoso terzino destro-ala della più forte difesa del mondo, espressa a cavallo degli '80-'90. Berlusconi arrivò a scomodare Djalma Santos per onorare le sue prestazioni.

Apollo ---> Roberto Donadoni.
Apollo era figlio di Zeus e Latona, fratello di Artemide, con la quale fu dato alla vita su un isola, Delo, che ancora stava nascendo, perché la madre potesse sfuggire all'ira di Era che le aveva proibito di generare figli di Zeus su qualsiasi terra. Fondò l'oraclo di Delfi, in cui fu sempre onorato, e ne rese sacerdoti i Cretesi. Era dio della luce e dell'armonia, e portava sempre con sé la sua cetra, con cui allietava la giornata di mortali e immortali.
Il primo acquisto di Berlusconi, che fu capace di rompere il patto d’acciaio che legava l’Atalanta alla Juve. Giocò per 12 campionati consecutivi in rossonero, vincendo cinque scudetti, tre Coppe Campioni e due Intercontinentali da protagonista, per tornare poi a fare la riserva di lusso, e vincere ancora.

Artemide ---> Giovanni Galli.
Artemide era la dea della caccia. Con il permesso del padre rimase libera da vincoli matrimoniali, e gradiva particolarmente la compagnia di Ninfe, Muse e Cariti. Non fu mai sconfitta in nessuna avventura, ad eccezione del momento in cui durante la guerra di Troia Era, che parteggiava, a differenza sua, per gli Achei, le gettò via le armi e la fece fuggire via.
L’ex numero uno della Fiorentina nel 1986 si rivelò fra i pochi autentici rinforzi che il neo presidente Berlusconi seppe rastrellare sul mercato italiano. Difese la porta del Milan di Sacchi nella stagione dello scudetto, per poi vincere due Coppe dei Campioni e una Coppa Intercontinentale, oltre a due Supercoppe Europee.

Ares ---> Daniele Massaro.
Ares era figlio di Zeus ed Era, ed era il dio della guerra. Non risultava particolarmente simpatico nè tra gli dei né tra gli umani, poiché aveva un carattere bellicoso e volubile, e, differentemente dalla sorella Atena, amava la guerra nella sua violenza e crudeltà.
Un jolly offensivo, nato calcisticamente in una Fiorentina che sfiorò lo scudetto, più che una vera e propria punta. Fu prezioso in due diversi momenti della storia milanista, utile per due allenatori diversi, Sacchi e Capello (Campione d’Europa con entrambi), lasciando il segno più profondo soprattutto agli ordini del tecnico friulano (3 scudetti e gol al Barcellona).

Afrodite ---> Ruud Gullit. 
Afrodite era dea dell'amore e della bellezza, e sono diversi i pareri sulla sua nascita; alcuni la considerano figlia di Zeus e Dione, altri generata dalla schiuma del mare quando Crono gettò in mare i genitali di Urano. Era moglie di Efesto per volere del re degli dei, ma donò il suo cuore a molti altri, come Ares e Poseidone, e mortali, come Anchise, da cui nacque il celebre Enea.
La sua esuberanza atletica, tipica per un decatleta non certo per un calciatore, unita alle treccine rasta, contribuirono a imporlo immediatamente come personaggio, sull’onda di un campionato eccezionale al suo esordio in A. Con il connazionale Van Basten, infortunato, le sue cavalcate poderose sulla fascia destra ne fecero il protagonista principe della vittoria dello scudetto nel 1987-88 in rimonta sul Napoli. Era l’inizio dell’era Sacchi, che impiegò Gullit stabilmente da attaccante: esterno nel 4-3-3 del primo scudetto, poi seconda punta, con il quale firmò, con una doppietta, il ritorno alla vittoria in Coppa Campioni contro la Steaua.

Efesto ---> Frank Rijkaard.
Efesto era il dio della lavorazione metallica e il più brutto dio dell'Olimpo, in quanto zoppo. Era figlio di Zeus ed Era, che però alla nascita, vedendolo invalido, lo aveva abbandonato. Quando fu cresciuto si vendicò della madre imprigionandola con delle reti e solo dopo molte insistenze da parte degli altri dei la liberò. Fu lui il costruttore dei palazzi degli dei sull'Olimpo, dei cani immortali di Alcinoo, del gigante di bronzo, Talo, per Minosse, e fu sempre lui a forgiare le armature degli invincibili Ercole e Achille.
Non è vero che Sacchi lo trasformò da difensore in centrocampista. Nell’Olanda veniva impiegato al centro della difesa quando invece, nel Milan, il mister di Fusignano lo impiegava da mediano. In realtà, l’aitante olandese, giocava sulla seconda linea fin dai tempi dell’Ajax. Fisico imponente, intelligenza tattica straordinaria, l'ex allenatore della Primavera della Fiorentina lo "impose" a Berlusconi che si era invaghito dell’argentino Borghi. Rijkaard si mise in evidenza anche con gol importanti: nel 1990 decise la finale di Coppa Campioni sul Benfica (1-0) e nel dicembre successivo segnò una doppietta contro l’Olimpia Asuncion nell’Intercontinentale.

Dioniso ---> Carlo Ancelotti/Pietro Virdis.
Dioniso era dio del vino, figlio di Zeus e Semele, e subì la vendetta di Era che lo fece impazzire. Fu guarito da Rea, e, appena si rimise, viaggiò per tutta la Grecia diffondendo il suo culto e la coltivazione della vite. Nei suoi viaggi era sempre accompagnato dalle Ninfe Nisee, dal dio Pan e dai satiri.
Quando nel 1987 arrivò al Milan, sono molte le perplessità sulla tenuta fisica del centrocampista; invece diventa un pilastro dell’era Sacchi, con il quale vince uno scudetto, due Coppe Campioni, due Intercontinentali e tre Supercoppe Europee. Un’icona il suo gol dalla distanza al Real Madrid. 
Aspettando Sacchi, ci pensano i gol di Virdis a tenere in piedi il barcollante avvio dell’era Berlusconi. Capocannoniere nel 1986-87 (17 gol), poi degno sostituto di Van Basten nel Milan Campione d’Italia, grazie soprattutto alla sua doppietta al Napoli nello scontro diretto che decise il campionato.

Ermes ---> Chicco Evani.
Ermes era il dio dei ladri e dei viandanti, protettore delle strade e messaggero degli dei. Era anche il colui che trasportava le anime dei defunti nell'Ade. Fu il creatore della prima lira del mondo, che donò però al fratello Apollo per risarcirlo di un gregge che gli aveva rubato.
Il cursore mancino toscano fu una delle più importanti componenti tattiche per rendere al meglio l’elaborata e faticosa manovra voluta da Sacchi. Un lavoro oscuro e prezioso, premiato con il gol che decise la Coppa Intercontinentale 1989 contro i colombiani dell’Atlètico Nacional Medellin. 
Ho tralasciato, volutamente, Marco Van Basten; al più grande giocatore della storia, insieme a Maradona, visto all'Artemio Franchi ho dedicato, appositamente, un articolo solo per lui. Il dio del pallone ne sarà riconoscente...

Questo è il mio dono per Frankie, in particolare, e per gli amici milanisti che, meritatamente, hanno appiccicato al petto il loro tricolore. Il regalo più grande che ho potuto fare, non è stato condividere le mie ricchezze, ma fare riscoprire le loro.
Del resto, il guru di quel Milan, Arrigo Sacchi, diceva che "il calcio è la cosa più importante delle cose non importanti". È profondamente vero e bisognerebbe tenerlo bene a mente in questo particolare momento, non solo a livello calcistico.
Anche per questo, in fondo, bisogna sempre ricordarsi che, pur nella bellezza, il pallone è gonfio d'aria.
Il pallone...