Le stelle della Champions l'Inter le ha riviste nella stagione appena passata, e, visto come si erano messe le cose nel girone infernale con Barcellona e Tottenham, il rammarico per non aver raggiunto gli ottavi di finale è stato grande; ci si è accontentati del minimo per mancanza di cultura vincente: questo è stato il grande limite dell'era spallettiana.

E per infondere la vittoria nelle vene, per tornare a riveder le stelle vere, in campo e in bacheca, la società nerazzurra ha messo le mani su uno dei migliori tecnici al mondo: Antonio Conte. Già, proprio lui, eterno nemico da giocatore della Vecchia Signora e da allenatore vincente dei bianconeri proprio mentre l'Inter post-Triplete era in declino. 

Il calcio di oggi, però, insegna che non c'è più molto spazio per i sentimentalismi. Ciò che conta è la bravura, il professionismo di un profilo, qualunque esso sia. Marotta- Conte e il ritorno di Lele Oriali, lui sì cuore nerazzurro. 

L'interismo non è solo in chi ha fatto la storia del club da giocatore e da dirigente, ma il nerazzurro scorre nelle vene di Antonio Conte, il "nemico", come forse nemmeno ai tifosi dichiarati autentici e poi scoperti in realtà solo delinquenti. Conte vuole determinazione, fame, carattere ed ambizione; in poche parole, vuole una squadra vincente che duri negli anni e non si esaurisca ad una sola e sporadica stagione esaltante. Per far questo lavorerà sulla mentalità di un gruppo apparso troppo spesso arrendevole in passato, e abbiamo visto quanto il Conte "psicologo" in passato abbia portato a cure rapide ed efficaci. 

Certo, questa terapia di gruppo da sola non può bastare; ci vogliono le stelle, i top player come li definiamo oggi. I giocatori dotati di esperienza e personalità che vadano ad affiancare i migliori prospetti giovanili in circolazione. Anche sotto questo aspetto, l'Inter può considerarsi in una botte di ferro, con la lungimiranza di un a.d. come Beppe Marotta, e l'abilità di Piero Ausilio nel cercare la formula giusta per comporre un puzzle di acquisti mirati.

Già da gennaio i dirigenti interisti si sono mossi, strappando il sì a costo zero di Diego Godin, uno dei centrali pù forti al mondo che con De Vrij e Skriniar formerà una difesa rocciosa e di livello assoluto. In arrivo ci sono Edin Dzeko che rinforzerà l'attacco mettendo i suoi muscoli al servizio di Conte, egli stesso "muscolare" per eccellenza, e il talento del Cagliari Niccolò Barella, che saprà unire sapientemente la sua classe e la sua forte personalità in un mix potenzialmente esplosivo.

Si andranno a potenziare le fasce, fondamentali nel 3-5-2 di Conte, magari col sogno Federico Chiesa, anch'egli giovane talento italiano e già in possesso di buona esperienza e qualità. Ci sarà da risolvere il caso Icardi che, visto chi c'è ora alla guida del biscione, in un modo o nell'altro verrà risolto e in tempi non lunghissimi.

Infine, si cercherà e arriverà dopo anni, l'erede di Esteban Cambiasso; un giocatore di qualità, di estro in grado di risolvere, con un assist o una punizione, una partita scorbutica. Sarà uno tra Eriksen, nome nuovo, o i già citati Rakitic, in bilico al Barcellona, e quel Luka Modric sogno dello scorso anno, che, dato difatto, ancora non ha rinnovato col Real Madrid.

Sarà un'Inter di sostanza e di qualità, di testa e di muscoli, di grande personalità e spirito vincente. Tornerà ad essere l'Inter insomma, col generale Conte alla guida dell'armata che dichiaratamente e senza paura ha già lanciato la sfida alla storica rivale bianconera per riveder le stelle, quelle vere.