Ci risiamo. L'incubo Covid non accenna a placarsi, anzi, continua a riversare il suo strapotere sulla nostra comunità. Nelle ultime ore ci sono stati più di 8000 positivi, un dato che spaventa e che nonostante le varie preoccupazioni rimane comunque basso se paragonato agli altri Paesi Europei, Inghilterra e Francia su tutti.
E così, tra una mascherina che luccica di speranza e gli sguardi attoniti dei nostri nonni che hanno fatto la guerra, il caos regna sovrano. Non ce ne voglia la plurilaureata Azzolina, ma dalla riapertura delle scuole la situazione è precipitata, con numerose classi in quarantena e bambini che vengono contagiati molto facilmente; subentra la paura di tornare in aula, lo spauracchio del tampone e l'incertezza per ciò che succederà, soprattutto tra i ragazzi che frequentano elementari e medie. Dall'altra parte invece continua il malumore legato ai mezzi pubblici, con le città più importanti d'Italia (Roma, Milano, Napoli, Torino ecc.) che si trovano costrette a fronteggiare lunghe file di passeggeri per accedere ai bus, alle metropolitane e ai treni; fiumane di persone che pur di raggiungere il loro posto di lavoro o semplicemente spostarsi da una parte all'altra della città sono disposte a gettarsi a capofitto nella mischia, non essendo in grado di utilizzare la propria auto personale. E allora via agli assembramenti inevitabili, con o senza mascherina.
Infine, ultimi ma non ultimi, i sostenitori del "farsavirus", coloro i quali non hanno mai preso sul serio la pandemia e continuano a ritenere che il Covid sia semplicemente uno strumento montato per paralizzare l'intero sistema mondiale. Insomma, un mondo che è popolato dal disordine e dal controsenso, per fronteggiare una situazione più grande dell'umanità, un minuscolo virus che è entrato nelle nostre vite e che forse non se ne andrà mai. Forse, perché alla fine un modo di risolvere la situazione ci dovrà pur essere, con o senza vaccino.

Se fossimo in una partita di calcio definiremmo la situazione "paradossale", la classica sfida bloccata in cui le due squadre non riescono ad esprimere il proprio gioco, rimanendo ancorati ad un pareggio a reti inviolate. Servirebbe uno squillo, la giocata del campione, oppure la mossa strategica dalla panchina.
Tra i tanti allenatori che il mondo del calcio ci ha fatto conoscere, uno e uno solo rimarrà per sempre un personaggio: Josè Mourinho. Lo Special One nella sua lunga carriera ha vinto trofei su trofei, con uno stile che può piacere o non piacere. Il tutto per un semplice motivo, essere stato in grado di fare quello che nessun altro avrebbe potuto fare.
Ne sa qualcosa l'Inter del Triplete, squadra stellare che raggiunse il tetto del mondo grazie alla motivazione impressa dallo stesso Mourinho ai suoi giocatori. "All'Inter eravamo fratelli", pronuncia ancora oggi l'attuale allenatore del Tottenham, a testimoniare l'empatia che si era venuta a creare in uno spogliatoio che per storia rimane uno dei più difficili d'Italia. Mourinho è riuscito a trovare il coraggio e a prendersi le proprie responsabilità, dando vita a tecniche che rimarranno scritte nei muri eterni del calcio; i tre cambi esercitati tutti assieme per scuotere la squadra, le famose manette, le frasi a effetto contro Juve e Milan e la convinzione che i suoi ragazzi fossero i più forti in assoluto.  

Scelte che hanno lasciato il segno. Muoversi sul confine del rischio è un po' il gioco dei grandi personaggi, dallo sport alla musica, passando per la politica. La situazione che stiamo vivendo da diversi mesi almeno metaforicamente parlando avrebbe bisogno di una mossa alla Mourinho, che vada a buon fine e che permetta di poter salvare la pelle da un virus atroce e ancora sconosciuto. Una mossa che però deve partire dall'alto, perchè in campo ci sono i cittadini, che lottano ogni giorno e che innalzano le mani al cielo per il futuro dei loro figli. Come scriveva il famoso Dante, alla fine è tutta una questione di libero arbitrio.
Che cosa succederà di qui in avanti? Ci sarà qualcuno che farà una mossa alla Mourinho? Non lo sappiamo, intanto non ci resta altro che confidare in un miracolo.