Continuano a uscire stralci delle intercettazioni in mano alla Procura che coinvolgono i dirigenti della Juventus. Una delle ultime - riportate sempre da "La Gazzetta dello Sport" - riguarda anche un'operazione che ha coinvolto la Fiorentina: "Fabio (Paratici, ndr) ha drogato il mercato" - dice l'attuale ds Cherubini in un'intercettazione - "anche con Kulusevski o Chiesa, che sono ottimi giocatori, ma quando li abbiamo comprati noi li abbiamo pagati troppo (...) Kulusevski aveva fatto cinque mesi in Serie A e l'abbiamo pagato 35 più 9 di bonus: sono 44".
Le somme tornano!
Quello che era prevedibile, si avvera. Adesso, al capezzale della Vecchia Signora, tutti quelli che hanno da guadagnare, anche non solo in termini giudiziari, vengono a galla.
È di poche ore fa la notizia, sempre riportata dal quotidiano sportivo "Rosa" di Milano che Cristiano Ronaldo ha chiesto di visionare gli atti del procedimento penale in cui sono contenuti diversi dettagli sulle manovre degli stipendi del 2020 e del 2021. L'attaccante portoghese vuole avere quei 19,9 milioni di euro che, almeno secondo lui, ancora gli spettano per accordi presi con la Juventus sul taglio degli ingaggi a causa dell'emergenza Covid. L'informazione si trova nel faldone numero 14: la richiesta di CR7 è datata 4 novembre, con successivo decreto del Pubblico Ministero a disporre l'autorizzazione del 10 dello stesso mese.
Ogni giorno che passa, sembra sempre che un mattoncino vada, lentamente ma inesorabilmente, a costruire quel castello inquisitorio che porterà i vertici della Juventus (solo?) a giudizio per una serie di reati amministrativi. 
A livello sportivo, bisogna porci subito una domanda: "A cosa è realmente servito manipolare i libri contabili?". Se i giudici si renderanno conto del dolo, non solo per quanto concerne la giustizia ordinaria, sarà inevitabile che anche quella sportiva faccia il suo corso.
In quel caso ne vedremo delle belle anche perché gli affari, in sede di calciomercato e forse non solo, la società di Via Druento li ha fatti anche con altre squadre. Decisamente compiacenti.
Visto che, nonostante sia un accanito tifoso Viola, mi è sempre piaciuto sdoganare il tifo con obiettività, sarebbe troppo semplice se mi avventassi come un avvoltoio sulla carcassa della squadra bianconera. Per cui, invito i pochi che mi leggono a vedersi uno stralcio della puntata di Report in cui si parla del debito dell'Inter e dell'operazione imbastita con il Genoa per l'affare Pinamonti. La Juventus sarà l'apice, forse, ma anche altri non sono sicuramente illibati.
Intanto, in Serie A un miliardo di euro di perdite e 3 miliardi di debiti al netto dei crediti. Questa la situazione che stanno attraversando i bilanci in rosso di diverse società.
Inter 698 milioni
Juventus 611
Roma 523,4
Lazio 204,4
Milan 157,1
Genoa 152,8
Napoli 135,5
Sampdoria 104,8
Udinese 106,1
Sassuolo 88,1
Bologna 82
Cagliari 77,3
Torino 67,6
Atalanta 60
Fiorentina 57,8
Verona 45,5
Spezia 15,4

Per quanto concerne la Fiorentina, visto che i dati sono di maggio e la società del Presidente Commisso esegue il bilancio al 30 giugno, dopo l'affare Vlahovic è stato chiuso con un attivo di oltre quaranta milioni.
Sedici anni dopo i fatti di Calciopoli, la serie A è nuovamente nella bufera e sullo sfondo si intravede anche la rateizzazione che tanto sta a cuore a molti club, capitanati dalla Lazio (che gli permise di salvarsi dal fallimento, per un non certo dichiarato problema di ordine pubblico. Firenze e Napoli, invece, andarono a giocare in categorie e campi improbabili visto che le tifoserie erano "buone"...) e per la quale la Fiorentina ha giustamente preteso trasparenza e correttezza.
Tutti aspetti che picconano una credibilità già venuta ampiamente meno (direi ai minimi termini) con la seconda assenza consecutiva al torneo mondiale, segnale di un movimento che di tante vie per il miglioramento ha esclusivamente scelto quella del ritocco contabile. Affari e plusvalenze hanno gonfiato il pallone italiano fino a farlo esplodere.
Sarebbe necessario che ogni tifoso, visto come una slot, passasse un turno di campionato in assoluto silenzio disertando lo stadio. Se ci accomunasse questo desiderio, forse, potremmo fare capire il nostro stato d'animo.
Un'unica bandiera in nome della competizione sportiva.
Impossibile.


Gli ottavi sono iniziati e, per il momento, poco pathos con partite indirizzate, fin da subito, per la differenza di valori in campo.
Un super Dumfries, con due assist e un gol, è il grande protagonista del successo dell'Olanda per 3-1 sugli USA nel primo ottavo di finale, disputato sabato scorso, in Qatar. 
Gli Orange passano presto in vantaggio con Depay, raddoppiano con Blind e chiudono tutti i varchi agli avversari che trovano un gol fortunoso con Wright. Subito dopo però arriva il sigillo del terzino interista. Van Gaal si giocherà l'accesso alla semifinale contro l'Argentina.
Il Guru dei tulipani, schiera Depay in attacco con Gakpo e Klaassen a supporto; Berhalter conferma il 4-3-3 recuperando all'ultimo Pulisic. Ed è proprio quest'ultimo ad avere la più incredibile occasione della partita dopo 2' trovandosi solo a tu per tu con Noppert che però respinge la conclusione di piede.
La legge del calcio è spietata per cui, come si usa dire, da gol fatto a gol subìto. Al 10° passa l'Olanda: azione manovrata che porta Dumfries a mettere in mezzo dove c'è Depay che di prima colpisce a rete e batte Turner per l'1-0.
Gli Stati Uniti si rimboccano le maniche e si mettono a dettare i ritmi, ma devono stare molto attenti alle ripartenze di Blind e Depay che tengono in apprensione la retroguardia avversaria. Gli sbocchi per la manovra americana sono pressoché inesistenti e allora il lungo giro palla diventa presto sterile. Al 42°, dal nulla, Weah trova spazio per un tiro potente ma che trova Noppert ancora attento. A venti secondi dall'intervallo arriva il raddoppio dell'Olanda: ancora assist di Dumfries, stavolta per Blind, che di destro infila il 2-0. 
Alla ripresa delle ostilità due cambi per l'Olanda, con Bergwijn e Koopmeiners al posto di De Roon e Klaassen, e uno per gli USA, che tolgono Ferreira per inserire Reyna.
Come nel primo tempo, passano un paio di minuti e c'è una chance per gli americani con un colpo di testa di Ream che finisce per essere una palla vagante che Gakpo spazzia via sulla linea di porta. Sul ribaltamento, Depay anticipa Zimmermann sull'ennesimo cross di Dumfries ma Turner è reattivo e respinge. Al 60° altra chance per Depay che da fuori area chiama all'intervento Turner che devia in calcio d'angolo. Le idee e il fiato delle stelle a strisce scarseggiano e allora arrivano altri cambi con l'ingresso in campo di Aaronson e Wright. L'Olanda però controlla le operazioni senza troppa fatica apparente e anzi va vicina al 3-0 al 70° con Koopmeiners che si fa dire di no da Turner.
L'occasione per gli USA arriva su un assist di Depay, che sbaglia il retropassaggio servendo Wright: sulla linea, dopo l'uscita a vuoto di Noppert, salva l'onnipresente Dumfries. Che però non può nulla al 76° su un colpo di tacco di Wright servito da Pulisic: la palla prende una traiettoria strana che mette fuori gioco l'esterno dell'Inter e Noppert. Partita dunque inaspettatamente riaperta. Gli americani iniziano a spingere con forza ma l'entusiasmo viene spento da Dumfries, che su cross di Blind si trova solissimo sul secondo palo e all'81° fa game over.
Olanda-Stati Uniti 3-1
Marcatori: 10' Depay, 46' Blind, 76' Wright, 81' Dumfries.
OLANDA (3-4-2-1): Noppert 7; Timber 7, Van Dijk 7, Ake 7 (93' De Ligt SV); Dumfries 8, De Roon 6 (46' Bergwijn 6), De Jong 6.5, Blind 7.5; Gakpo 6 (93' Weghorst SV), Klaasen 6 (46' Koopmeiners 6); Depay 7 (82' Simons SV).
Commissario tecnico: Van Gaal
STATI UNITI (4-3-3): Turner 6; Dest 5 (75' Yedlin 6), Zimmerman 5, Ream 5, Robinson 4 (92' Morris SV); Mckennie 5 (67' Aaronson 6), Adams 5, Musah 5; Weah 6 (67' Wright 6.5), Ferreira 5 (46' Reyna 5.5), Pulisic 6.
Commissario tecnico: Berhalter

Nel match delle 20, una partita che sembrava chiusa, poteva riservare la sorpresa, all'ultimo tuffo, dei supplementari.
L'Argentina supera l'Australia e vola ai quarti contro l'Olanda. Messi festeggia le 1000 partite con il primo gol in una fase finale di Coppa del Mondo, poi Alvarez con astuzia punisce l'incredibile e colossale errore di Ryan. Vano per i Socceroos l'autogol di Enzo Fernandez.
Scaloni rilancia a sopresa Gomez, mentre conferma il trio di giovani talenti Fernandez, Mac Allister e Alvarez. L'Australia si affida al suo 11 tipo. E' proprio il Papu a cercare subito la via del gol ma le sue conclusioni non sono ficcanti. L'Australia, dopo tanta difesa, prova a prendere campo con il cross di Leckie chiuso da Acuna e il tentativo di testa da corner di Souttar, ma al primo vero tiro in porta dei sudamericani si ritrova sotto. Nasce tutto dalla destra con il pallone addomesticato in qualche maniera da Otamendi che diventa buono per il sinistro di Messi. Palla che passa in mezzo a tante gambe e si infila all'angolino per il terzo gol al Mondiale della Pulce. l'Albiceleste torna in possesso del gioco, conducendo con sostanziale tranquillità il punteggio all'intervallo sull'1-0 a proprio favore, grazie al gol del suo capitano.
Nella ripresa non ci sono cambi, anche se dopo 4 minuti Gomez alza bandiera bianca. Scaloni si risistema nel momento in cui, un retropassaggio velenoso di Otamendi, fa correre qualche brivido ai suoi. Di ben altro spessore invece il pasticcio di Ryan che, sulla pressione di De Paul (onnipresente anche se costantemente plateale nelle rimostranze), cerca un dribbling improbabile. Alvarez gli scippa il pallone e segna il raddoppio. L'Australia, arcigna e coriacea, non molla, anzi, riparte con i cambi azzeccati. E' Goodwin a propiziare infatti il gol che riapre il match. Rilancio sbilenco di un impreciso Otamendi, su cui il giocatore australiano calcia forte, ma male. La sfera trova il corpo di Enzo Fernandez e si spegne alle spalle di Martinez. I canguri ci credono e sfiorano il pari con un guizzo di Behich murato da Lisandro Martinez. Messi nel finale cerca in tutti i modi di far sbloccare Lautaro, ma il Toro prima spara altissimo da buona posizione e poi colpisce Ryan in uscita. Nel finale è invece Martinez con una super parata a salvare su Kuol ed evitare l'extra time. Finisce con la vittoria dell'Argentina, alla terza di fila in questo Mondiale.
Argentina-Australia 2-1
Marcatori: 35' Messi, 57' Alvarez, 77' aut. Enzo Fernandez.
ARGENTINA (4-3-3): E. Martinez 7; Molina 5,5 (80' Montiel SV), Romero 6, Otamendi 5.5, Acuna 6,5 (71' Tagliafico 6); De Paul 7, Enzo Fernandez 7, Mac Allister 6 (80' Palacios SV); Gomez 6 (49' Lisandro Martinez 7), Alvarez 7 (71' Lautaro 5), Messi 7. 
Commissario tecnico: Scaloni.
AUSTRALIA (4-4-2): Ryan 4; Degenek 5 (72' Karacic 6,5), Souttar 5, Rowles 5, Behich 6; Leckie 6.5 (72' Kuol 6), Mooy 6.5, Irvine 5, Baccus 5 (58' Hrustic 6.5); McGree 5 (58' Goodwin 6.5), Duke 6 (72' MacLaren 6). 
Commissario tecnico: Arnold.

Tutto facile per i transalpini che battono 3-1 la Polonia volando ai quarti di finale dove troveranno L'Inghilterra. In gol Giroud nel primo tempo e Mbappé due volte nella ripresa prima del rigore di Lewandowski (mondiale davvero in ombra). 
La prima occasione della Francia arriva all'11°: Mbappé sfugge via a Cash e serve Dembelé, tiro deviato e Polonia salva. Poco dopo, sassata di Tchouameni da fuori, attento Szczesny a respingere. Alla mezz'ora Frankowski perde una palla sanguinosa in uscita, Dembelé mette in mezzo per Giroud ma la zampata del milanista incredibilmente non inquadra lo specchio. Al 38° doppia chance colossale per la Polonia con Zielinski e Frankowski da dentro l'area: prima Lloris di puro istinto e poi Varane sulla linea salvano. Quando le squadre sembrano avviarsi all'intervallo in parità, ecco il vantaggio transalpino; assist geniale di Mbappé per il 9 rossonero Giroud: l'attaccante incrocia col mancino, senza vedere la porta, e batte Szczesny per l'1-0.
Nella ripresa lo spartito non cambia: la Francia fa la partita a caccia del raddoppio, la Polonia si difende strenuamente e cerca una ripartenza vincente. Al 56° Mbappé sfugge ancora via a Cash e spara dal limite, tiro deviato e Szczesny battuto ma la sfera si perde a lato di poco. La girandola di cambi coinvolge anche Milik, ma la situazione resta la stessa e la Polonia non riesce a rendersi pericolosa dalle parti di Lloris. Al 74° ecco il 2-0: in contropiede Dembelé serve Mbappé, sassata sotto la traversa e Szczesny ancora superato. Nel recupero c'è persino il tris: Thuram, giocherellando sulla fascia, appoggia a Mbappé, destro a giro da fermo all'incrocio per il 3-0. Splendido! A tempo scaduto Lewandowski spiazza Lloris su rigore timbrando il cartellino.
Francia-Polonia 3-1
Marcatori: 44' Giroud, 74' Mbappé, 91' Mbappé, 95' Lewandowski.
FRANCIA (4-2-3-1): Lloris 6; Koundé 6 (92' Disasi SV), Varane 6.5, Upamecano 6, T.Hernandez 6; Rabiot 6, Tchouameni 6 (66' Fofana 6.5), Griezmann 6.5; Dembelé 6.5 (76' Coman 6), Giroud 7 (76' Thuram 6), Mbappé 7.5. 
Commissario tecnico: Deschamps
POLONIA (4-1-4-1): Szczesny 6; Cash 4, Glik 5, Kiwior 5 (87' Bednarek SV), Bereszynski 5; Krychowiak 5 (71' Bielik 6); Frankowski 5 (87' Grosicki SV), Szymanski 5 (64' Milik 5), Zielinski 5, Kaminski 5 (71' Zalewski 6); Lewandowski 5. 
Commissario tecnico: Michniewicz

L'ottavo in cui erano impegnati i Leoni d'Inghilterra e quelli del Senegal, si apre con due forfait dell'ultima ora nelle file della squadra di Southgate.
Il difensore inglese Ben White ha lasciato il ritiro per ragioni "strettamente private". La Federcalcio inglese, nel comunicare la partenza anticipata del terzino dell'Arsenal, ha chiesto di rispettare la privacy del giocatore, che non è previsto possa fare ritorno in Qatar prima della fine del Mondiale.
White, protagonista di un'ottima stagione con i Gunners, non è mai entrato in campo in questa Coppa del Mondo, saltando tutti gli allenamenti dell'ultima settimana. Dopo l'annuncio, l'Arsenal, ha voluto inviare via twitter un messaggio al difensore inglese: "Ben, siamo tutti con te".
A svelare il giallo legato all’assenza di Sterling è stata la Federazione che, prima della partita, ha diramato un comunicato parlando di "questione familiare". Al termine del match si è saputo qualcosa di più sull’imprevisto, piuttosto drammatico, capitato all'attaccante del Chelsea, costretto a lasciare il Qatar in tutta fretta per correre dalla propria famiglia, vittima di una brutale rapina nella propria abitazione nel Surrey.
In base a quanto trapelato è avvenuta quando i i tre figli Melody Rose, Thiago e Thai, si trovavano all’interno dell’abitazione.

L'Inghilterra batte il Senegal, non senza sofferenze, e andrà i sfidare la Francia nei quarti grazie ai gol di Henderson, Kane e Saka.
Southgate conferma Foden con Saka e Bellingham alle spalle di Kane. Il Senegal si affida davanti a Dia, con Diatta e Sarr. L'inizio migliore è quello del Senegal, con un Dia scatenato. L'attaccante della Salernitana, viene prima chiuso da Maguire, poi chiama alla deviazione rischiosa (fianco e poi mano) di Stones (con Sarr che spreca da due passi), e infine chiama Pickford al miracolo per mantenere lo 0-0 iniziale dopo un presunto fallo di mano precedente. Nel momento migliore degli africani, passa l'Inghilterra. Kane lancia Bellingham che trova in area Henderson, il quale non può sbagliare il rigore in movimento. Gli albionici salgono e vanno vicini al raddoppio con Kane, che spreca, e con Shaw, prima di trovarlo con il loro bomber, questa volta implacabile, su passaggio in profondità di Foden. Uno-due letale, al tramonto del primo tempo, che è un durissimo colpo per il Senegal.
Gli africani iniziano la ripresa subito con tre cambi, ma la musica non cambia. Saka continua a imperversare e Kane a cercare la doppietta. Alla fine la soddisfazione se la toglie l'attaccante dell'Arsenal, che deposita in rete il secondo assist di giornata dell'ottimo Phil Foden, il quale legittima le critiche a Southgate per le esclusioni iniziali. Il Ct inglese comincia a ruotare gli uomini pensando già alla Francia, mentre il Senegal prova a imbastire qualche trama per il gol della bandiera, che non diventa cosa semplice per l'organizzazione difensiva dei Tre Leoni e per l'uscita dal campo di Dia, che era stato fino ad allora il pericolo pubblico numero uno per Pickford e il reparto arretrato. Vince così l'Inghilterra regalandosi ai quarti una bellissima sfida contro la Francia di Kylian Mbappé.
Inghilterra-Senegal 3-0
Marcatori: 38' Henderson, 48' Kane, 57' Saka.
INGHILTERRA (4-2-3-1) Pickford 7; Walker 6, Stones 6.5 (76' Dier 6), Maguire 6.5, Shaw 7; Henderson 7 (82' Phillips SV), Rice 7; Saka 7 (65' Grealish 6), Bellingham 7.5 (76' Mount 6), Foden 7.5 (65' Rashford 6); Kane 7.5. 
Commissario tecnico: Southgate
SENEGAL (4-3-3) E. Mendy 5; Sabaly 6, Koulibaly 5, Diallo 5, Jakobs 5 (84' Touré SV); Diatta 6 (46' Dieng 5), Mendy 6.5, Ciss 5 (46' P. Gueye 6); I. Sarr 5, Dia 6.5 (72' Diedhou 6), Ndiaye 6 (46' P. Sarr 5). 
Commissario tecnico: Cissé


Mentre sto scrivendo, a Radio Rai 1, riguardo la situazione della società della famiglia Agnelli, è intervenuto Mattia Grassani, noto avvocato. Queste le sue parole che meritano di essere riportate: "Questa penso che sia l'indagine più pesante della storia della Juventus, anche superiore rispetto a quella di Calciopoli nel 2006. I comportamenti illeciti che gli sono imputati non hanno precedenti. A livello sportivo rischia di più dell'ammenda o della modesta penalizzazione. Tutto questo potrebbe portare a una forte penalizzazione perché la norma stabilisce che se ci sono alterazione di documenti, come le scritture private, può portare conseguenze superiori rispetto alla semplice penalità. La norma prevede che se il club si è iscritto al campionato grazie a questi espedienti, può essere esclusa dallo stesso, può portare alla retrocessione e anche alla perdita del titolo di campione d'Italia".
Le dimissioni di tutto il consiglio d'amministrazione servono a qualcosa?
"Le dimissioni in blocco ricordano la scelta fatta nel 2006 da Moggi, Giraudo e Bettega. Certamente è un segnale positivo in un quadro preoccupante. La Juventus in questo modo ha tagliato col passato ma non basta per ridurre la gravità dei fatti, se accertati. È un segnale che la dice lunga sulla volontà della società di isolare gli elementi che sono coinvolti".
Questa situazione è peggiore rispetto a quella legata a Calciopoli del 2006? "Allora il sistema Juventus fu quello di inquinare il sistema arbitrale dal vertice. Oggi il fatto che gli stessi protagonisti parlino di una situazione peggiore di Calciopoli, dimostra la consapevolezza di comportamenti ancora più gravi rispetto al 2006. Un conto è avvicinare gli arbitri, un conto è drogare i conti della società".
Il percorso giudiziario sportivo e quello penale possono essere correlati? "Tecnicamente sono due percorsi autonomi. In tanti casi abbiamo assistito ad assoluzioni da una parte e condanne dall'altra. La giustizia sportiva arriverà prima; chiaramente dovrà tenere conto della giustizia penale ma il criterio sarà autonomo. Il movimento deve eliminare le mele marce sia che si tratti della Juventus sia che si tratti del Borgorosso FC".

Correva l’anno 1970 quando nei cinema italiani usciva “Il Presidente del Borgorosso Football club", indimenticabile film interpretato da Alberto Sordi.
Un calcio delle bandiere con l’asta di legno e delle trombette, quello dei pantaloncini da gioco corti e la tuta attillata, della passione popolare e di presidenti padroni.
Testimoniava uno spaccato di una società imprenditoriale che non c'è più.
O forse sì.

Alla prossima...