Il fine settimana, contrariamente a quanto visto e scritto, ha ravvivato una competizione sempre più ai margini rispetto al calcio giocato.
Ieri c'è stato un sussulto anche perché, inconsciamente e mi illudo sia così, la domenica (pur con il calendario... spezzatino) è solitamente al "centro del sistema" di noi tifosi amanti del dio pallone.
A proposito.
Al Mondiale in Qatar c'è il "pallone volante". Così lo ha soprannominato un blogger esperto di football, che sui social è stato uno dei primi a notare, nel silenzio generale dei media, come il pallone dei campionati non sia affatto il migliore possibile per una manifestazione del genere. Non è la prima volta che succede, già ai Mondiali in Sudafrica, nel 2010, ci fu il "mitico" Jabulani che cambiava traiettoria un po' come il vecchio SuperTele con cui tanti appassionati di calcio sono cresciuti. 
Quando ci giocavamo, per inquadrare la porta, su punizione, dovevamo mirare al ciliegio della corte accanto... 
Dei 41 gol finora segnati in Qatar nessuno è stato realizzato da fuori area. Un dato sorprendente che è possibile spiegare proprio con certe mancanze tecniche. Il pallone "Al Rihla", che in arabo significa "viaggio", è il 14° che l'Adidas porta in una Coppa del Mondo. L'intento, oltreché economico e sportivo, è anche umanitario. Sono state promosse iniziative di inclusione e uguaglianza. Il ricavato delle vendite (dai 15 ai 150 euro il costo della sfera) sarà donato ai progetti "Common Goal" e "Football Collective" che si impegnano per le pari opportunità, i diritti e le questioni sociali. Al Rihla, tra l'altro, è altamente tecnologico, progettato per migliorare la rapidità di gioco e la precisione dei tiri: così è stato presentato. Il disegno e i motivi sono ispirati all'architettura dei palazzi e alle linee delle imbarcazioni tipiche del Qatar con le sfumature che riprendono la bandiera nazionale e i colori della Fifa. La costruzione è eco sostenibile; è infatti il primo pallone ufficiale a utilizzare esclusivamente inchiostri e colle a base d'acqua. La superficie esterna è composta da 20 pannelli in poliuretano.
Ma i numeri non mentono e sono lì ad evidenziare che tutte queste belle idee non sono in sintonia con quello che un vero pallone da calcio debba essere facile da usare e, in qualche modo, incentivare lo spettacolo in campo. Ed ecco che, per esempio, in Arabia Saudita-Argentina, si sono visti due campioni del calibro di Messi e Di Maria non riuscire a fare tre passaggi di fila giusti. O come il campione belga De Bruyne, re degli assist, fallire miseramente contro il Canada proprio nella sua specialità migliore. Agatha Christie scriveva che "un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova". Così, si può sospettare che qualcosa nel pallone non funzioni. Ma di questo fondamentale dato tecnico non se ne è discusso. Almeno fino a quando, nell'intervallo di Svizzera-Camerun, l'ex calciatore Antonio Di Gennaro, oggi commentatore Rai, ha spiegato che "questo pallone va molto veloce: il Tango era un'altra cosa", facendo riferimento alla sfera, sempre Adidas, usata ai Mondiali dal 1978 fino al 1998.
Le differenze sono evidenti ed è proprio il tweep, a farle notare. "Non cambia direzione. Va a velocità supersonica, tende ad alzarsi e a non scendere più. Prende velocità nella gittata, ma poi va giocato basso e sui piedi. Inoltre è difficile il lancio profondo, il controllo è problematico ed è troppo leggero". Una analisi precisa e dettagliata che però è rimasta isolata. Nessuno lo ha notato o ha voluto farlo notare: sul "pallone volante" nessuna discussione o polemica. Una sfera che vedremo in tutte le partite della fase a gironi e a eliminazione diretta, ma non in finale. Lì ci sarà un suo "gemello": "Al Hilm" che significa "il sogno". 
Auguriamoci che il vero sogno sia quello di vedere, almeno nella finalissima, un bel tiro da lontano insaccarsi sotto al "sette". 

Ora bando alle ciance e rituffiamoci nel vortice del calcio giocato con partite e sorprese, finalmente.
Dopo la vittoria della Polonia sull'Arabia, l'Argentina batte il primo colpo sconfiggendo il Messico per 2-0 con i gol di Messi e Fernandez. L'Albiceleste si porta a 3 punti, al pari dell'Arabia Saudita, a +2 sul Messico e a -1 dalla Polonia, che affronterà proprio nell'ultima giornata in un girone in cui tutte possono ancora accedere agli ottavi. 
I primi 15 minuti sono intrisi di paura, soprattutto per la squadra di Scaloni, ma allo stesso tempo ricchi di aggressività e intensità. Poche occasioni degne di nota, ma tanta foga e cattiveria agonistica: un Messico organizzato e compatto stringe ogni varco opponendosi a un'Argentina inizialmente troppo timida, contratta e psicologicamente non libera, appesantita dall'idea di una obbligata vittoria. Lautaro tocca pochi palloni, Messi e Di Maria non brillano particolarmente e allo stesso tempo Lozano e Vega provano a colpire in contropiede.
La palla pesa troppo per l'Argentina e il timore di sbagliare prende corpo nelle giocate imprecise del singolo. Il Messico si difende bene, ma non colpisce con concretezza. Il primo tempo, poco pimpante, finisce a reti bianche, e non poteva essere altrimenti.
Nella seconda frazione il copione non cambia: il Messico si difende con ordine, in maniera compatta, provando a ripartire in contropiede. Dall'altra parte, le trame troppo sterili e imperfette, non impensieriscono più di tanto Ochoa.
Man mano che il cronometro scorre, Lionel Messi prova a salire in cattedra: la Pulce scende spesso a prendere il pallone, risale il campo con la sfera attaccata al mancino e prova ad inventare. Marcato ad uomo, spesso raddoppiato o addirittura triplicato, il numero 10, spinto dalla voglia di incidere, guadagna terreno e sembra finalmente esser entrato in partita.
Al minuto 64' lo dimostra definitivamente: Di Maria riceve palla sulla sinistra e serve la stella della squadra parigina al limite dell'area che controlla, guarda la porta e in un secondo incastra la palla nel centimetro che passa tra la mano del numero 1 messicano e il palo alla sua sinistra. L'Argentina, spinta dal suo leader, passa in vantaggio ed entra in controllo della partita.
A questo punto, l'impostazione ultra difensiva del Messico resta incorporata negli uomini di Martino che non riescono in alcun modo a impensierire Emiliano Martinez. L'Argentina raddoppia dagli sviluppi di calcio d'angolo, con un'altra grande giocata di Messi: un'imbeccata d'oro per Fernandez che libera il destro e dà vita a una traiettoria fantastica che batte Ochoa.
Termina così, con la vittoria dell'Argentina che, tra il timore e la paura, supera il Messico e si regala una speranza concreta per credere ancora nella qualificazione.

Argentina-Messico 2-0
ARGENTINA (4-3-2-1) Martinez 6; Montiel 6 (63' Molina 6), Lisandro Martinez 6, Otamendi 6, Acuna 6; De Paul 6, Rodriguez 6 (57' Fernandez 7), Mac Allister 5.5 (69' Palacios 6); Di Maria 6.5 (69' Romero 6), Messi 7.5; Lautaro Martinez 5.5 (63' Julian Alvarez 6). 
Commissario tecnico: Scaloni
MESSICO (3-5-2) Ochoa 6; Araujo 5.5, Montes 6, Moreno 5.5; Alvarez 5.5 (66' Antuna 5.5), Chavez 5, Herrera 5, Guardado 6 (42' Gutierrez 5), Gallardo 6; Vega 5 (66' Jimenez 5.5), Lozano 6 (73' Alvarado 5.5). 
Commissario tecnico: Martino

Ieri sera, poco prima di cadere tra le braccia di Morfeo (non l'ex giocatore Viola mai amato in riva all'Arno...), il Dio dei sogni, il cui nome vuol dire "forma" poiché era la divinità che di notte prendeva la forma e le caratteristiche dei sogni, l'edizione online del Times ha messo... pepe sulle terga dei tifosi transalpini aprendo squarci di calciomercato. "L'Inter Miami è vicina all'accordo con Lionel Messi. Il club statunitense confida che la superstar argentina sottoscriva il contratto dopo i Mondiali qui in Qatar". La franchigia calcistica della Florida, di cui è comproprietario David Beckham, farà del 35enne Messi "il giocatore più pagato nella storia della Mls". Non viene specificata l'entità dell'ingaggio, ma il quotidiano britannico scrive anche che per invogliare ancora di più Messi, nell'ambito di un progetto tecnico, l'Inter Miami intende ingaggiare anche due grandi amici, ed ex compagni al Barça della Pulce: Luis Suarez, libero dopo l'esperienza in patria al Nacional, e Cesc Fabregas che ora sta giocando in Serie B con il Como. 
Notizia ulteriore di pochi minuti fa, anche Cristiano Ronaldo sarebbe tentato da un ingaggio monstre di 35 milioni annui da una squadra, di cui non viene fatto il nome, facente parte del campionato quatariota.
La Fiorentina è interessata a Pereyra dell'Udinese, prossimo allo svincolo...
Il match Giappone-Costarica (0-1) mi ha lasciato l'amaro in bocca perché con almeno un pareggio, la squadra del Sol Levante, avrebbe messo a rischio, molto a rischio, la qualificazione della Germania. Peccato. L'altra... simpatia (sempre personale, ovvio), la Francia (2-1 alla Danimarca) ha avuto molte difficoltà e, come accade a chi ha i fuoriclasse, ha sbrogliato la matassa con Mbappé accedendo agli scontri ad eliminazione diretta.
Croazia-Canada (4-1) entrerà nella storia per due record che sono stati infranti. Alphonso Davies è stato il giocatore che ha segnato il gol più veloce del campionato mondiale illudendo i tifosi canadesi di poter portare a casa la prima vittoria. Inoltre, la stella del Bayern Monaco, incocciando di testa un bel traversone dalla destra, ha di fatto violato per la prima volta la porta avversaria. Il Canada, infatti, nelle competizioni per aggiudicarsi la Rimet, era ancora con un malinconico zero sotto la voce "reti segnate".

Il Marocco batte con merito il Belgio, evidenziando i problemi dei Diavoli Rossi nella seconda giornata per il girone F. Decide un gol di Saïss su magistrale punizione del sampdoriano (vicino ai viola...) Sabiri agevolata da un Courtois molto impreciso. Gol fac-simile a quello annullato a fine primo tempo a Ziyech. Nel finale, dopo azione corale, raddoppio di Aboukhlal.
Martinez lancia dal primo minuto Meunier e Onana, mentre il Marocco ritrova gli acciaccati Hakimi e Mazraoui, ma perde Bounou addirittura dopo l'inno. Giramenti di testa per lui; gioca Munir. Il Belgio cerca subito la profondità con Bathsuayi ma la difesa marocchina è attenta. I Diavoli Rossi continuano a spingere e collezionano occasioni con De Bruyne (aveva richiesto più impegno ai compagni. L'hanno ascoltato...), Meunier e soprattutto Onana, che di testa però non riesce a centrare lo specchio della porta. Il Marocco non sta a guardare e ne crea altrettante con Ziyech, Amallah e in particolare Hakimi, che brucia in velocità T. Hazard salvo poi calciare in maniera imprecisa. Nell'unico (stranamente) minuto di recupero, la nazionale africana passa con la punizione di Ziyech che beffa Courtois, ma la VAR ravvisa una posizione di offside. Gol annullato e primo tempo 0-0.
Nel secondo il Marocco, con un sempre più convincente e assoluto protagonista il nostro Amrabat, prova a sfruttare almeno l'onda positiva del finale di prima frazione, con la qualità di Ziyech e di Boufal, che mettono parecchi brividi a Courtois. Il Belgio sembra spento ma viene ravvivato dall'ingresso di Dries "Ciro" Mertens al posto di Eden Hazard. L'ex Napoli è subito bravo a impensierire Munir, che però si rivela pronto ancora una volta. La fiammata però non sembra per nulla preoccupare i marocchini, che anzi trovano il gol. Un vantaggio meritato per la squadra di Regragui, bravo anche ad azzeccare i cambi, sebbene a primo impatto sembrassero "impopolari". Nel finale rientra Lukaku dall'infortunio ma lo squillo lo porta Vertonghen, su corner di Mertens, con la palla che finisce sul fondo di pochissimo. Arriva nel recupero il raddoppio marocchino, anche questo meritatissimo. Segna Aboukhlal su magia del solito Ziyech. Qualificazione vicinissima; il Belgio invece ora rischia tutto con la Croazia.
Belgio-Marocco 0-2
Marcatori: 73' Sabiri, 93' Aboukhlal
BELGIO, 3-4-2-1: Courtois 4; Meunier 5.5 (81' Lukaku SV), Alderweireld 5, Vertonghen 5.5; Castagne 5, Witsel 4.5, Onana 6 (60' Tielemans 5.5), T. Hazard 5 (75' De Ketelaere 5); De Bruyne 5.5, E. Hazard 5.5 (60' Mertens 6); Batshuayi 5 (75' Trossard 6). 
Commissario tecnico: Martinez
MAROCCO, 4-3-3: Munir 6.5; Hakimi 6.5 (67' Sabiri 7), Saiss 7, Aguerd 7, Mazraoui 6; Ounahi 6.5 (79' El Yamiq 6), S. Amrabat 7, Amallah 6.5 (67' Attiat-Allah 6); Ziyech 7.5, En-Nesyri 6 (73' Hamdallah 6), Boufal 6.5 (73' Aboukhlal 7). 
Commissario tecnico: Regragui

È proprio vero che noi tifosi Viola non abbiamo mai pace anche in questo periodo in cui il campionato è in soffitta. Sofyan Amrabat sta facendo un grandissimo mondiale con prestazioni di alto livello. Il commissario tecnico del Marocco ha parlato del giocatore della Fiorentina, dicendo: "Fidatevi di me, Amrabat è un giocatore di livello mondiale. È un giocatore "chiave" nei miei progetti. Mi aspetto che si trasferisca in uno dei maggiori club europei dopo la Coppa del Mondo". 
Ringrazio di vero cuore mister Regragui, un signore.
Ieri sera, finalmente, il primo vero grande incontro fra due nazionali storiche, non solo in Europa.
È giusto e doveroso sottolineare, prima del Pagellino, che il commissario tecnico spagnolo ha voluto dare il personale buongiorno, con un messaggio speciale, per la figlia Xana, che proprio ieri avrebbe compiuto 13 anni.
Luis Enrique è risalito di prima mattina in bici con il suo grande amico Valentin per un giro a Doha. Non ha voluto perdere l’occasione di registrarsi con il cellulare per inviare un messaggio dedicato alla sua bambina, deceduta nel 2019: "Siamo già al quattordicesimo giorno di concentrazione. Oggi non giochiamo solo contro la Germania. Oggi è anche un giorno molto speciale perché Xanita avrebbe 13 anni. Amore, ovunque tu sia, tanti baci e buona giornata. Ti vogliamo bene".
Un messaggio che ha condiviso attraverso una pubblicazione su Instagram, e al quale ha voluto aggiungere: "Ci manchi!", insieme a 13 cuori azzurri.
Fin dai primissimi minuti i ritmi sono alti con la Spagna che controlla il possesso del gioco e la Germania che si difende e riparte con aggressività. Dopo appena 7 minuti, in seguito a un palleggio spagnolo di quasi due minuti, la Roja confeziona un'azione con i fiocchi, che porta Dani Olmo a concludere magnificamente di destro da fuori area: grande intervento di Neuer e palla sulla traversa per il primo grande squillo della gara.
A condurre il gioco e a fare la partita sono le Furie Rosse, senza alcun dubbio. La Germania fatica a costruire dal basso, ma trova qualità e trame interessanti, seppur inefficaci, sulla trequarti. La compagine di Luis Enrique non rischia praticamente nulla, ma in fase offensiva risulta forse troppo fumosa. Con lo scorrere del cronometro aumentano la difficoltà dei tedeschi nell'uscire palla al piede e fioccano gli errori, che però la controparte non riesce a sfruttare per passare in vantaggio.
Nella fase finale della prima frazione la Germania prova a rendersi pericolosa specialmente da situazioni di calcio da fermo, in particolare con Rudiger che risulta il più pericoloso. La Spagna cala leggermente d'intensità, dando la sensazione di accontentarsi del pareggio ed è così che termina il primo tempo, con il risultato di 0-0.
Nella seconda frazione l'equilibrio diventa più evidente ed è la Germania ad andare vicinissima al gol del vantaggio. Rinvio sciagurato di Unai Simon e grande occasione per Kimmich che sul proprio tiro trova proprio il portiere bravo a riscattarsi con una bella parata dopo il grave errore.
Gli spagnoli non si perdono d'animo e dopo poco ricominciano ad ingranare, dando vita ad azioni entusiasmanti e coinvolgenti. Manca sempre l'ultimo tocco, quello decisivo, quello del numero nove che sia concreto e non fumoso, e alla fine arriva. Al minuto 62 solita discesa di Jordi Alba con annesso cross perfetto: Morata, entrato 8 minuti prima, brucia letteralmente Sule e scaraventa in rete la palla del vantaggio. E' apoteosi per una squadra che gioca bene, in maniera fluida e brillante che sfiora la rete del raddoppio poco dopo, con un Asensio troppo frettoloso e impreciso.
La Germania accusa il colpo e non riesce a reagire, gli spagnoli si difendono con ordine e ripartono, pronti a far male nuovamente. Al 73° arriva la grande occasione: splendida palla per Musiala che, da solo dinanzi ad Unai Simon, si lascia ipnotizzare dall'estremo difensore centrandolo in pieno e sprecando una chance davvero incredibile.
I tedeschi prendono coraggio dopo la palla gol di Musiala, iniziano a verticalizzare con una certa insistenza e alla fine trovano il pareggio: filtrante per il solito "ragazzino" che controlla palla in maniera non perfetta, sullo stop lungo del fantasista arriva Fullkrug che spara una sassata sotto la traversa, riportando il risultato in assoluto equilibrio. Negli ultimi minuti si susseguono scontri su scontri, perdite di tempo e poche emozioni degne di nota.
Spagna-Germania 1-1
Marcatori: 62' Morata, 83' Fullkrug
SPAGNA (4-3-3): Unai Simón 6; Carvajal 6, Rodri 5, Laporte 6.5, Jordi Alba 7 (82' Balde 5); Gavi 6 (66' Koke 6), Busquets 6.5, Pedri 5.5; Ferrán Torres 5.5 (54' Morata 7), Asensio 6 (66' Williams 6), Dani Olmo 6. 
Commissario tecnico: Luis Enrique.
GERMANIA (4-2-3-1): Neuer 6; Kehrer 5.5 (70 ' Klostermann 6), Sule 5, Rudiger 6, Raum 6.5 (87' Schlotterbeck SV); Goretzka 6.5, Kimmich 6; Gundogan 5.5 (70' Fullkrug 7), Musiala 6.5, Gnabry 5.5 (85' Hofmann SV); Muller 5 (70' Sané 6.5).
Commissario tecnico: Flick.

Oggi riparte una nuova settimana mondiale con diverse partite da dentro-fuori. Vediamo se, come accaduto per le prestazioni di Messi e Mbappé, qualche altro fuoriclasse (oggi sono di scena Brasile e Portogallo) ci delizia con giocate degne di tale nome.
A proposito di Immensi. Ho potuto leggere una toccante lettera di Marco Tardelli (conosciuto con molta simpatia a un mercato francese che si tiene in Piazza Santissima Annunziata) a Diego Armando Maradona attraverso il quotidiano "La Stampa". L'ex bianconero e bandiera della nostra nazionale, pur non avendo mai giocato con Diego Maradona, lo ha omaggiato così: "Un Mondiale giocato nel posto e nel periodo sbagliato. Tutto quello che è uscito sui giornali in questa settimana si sapeva già da tempo. [...] Rispettare i diritti umani è più importante che vincere un campionato del mondo o di aggiungere record alla propria carriera. [...] Tanti anni fa il grande Pibe de Oro provò a ribellarsi.
Aveva capito come si muoveva la Fifa e cercò di combatterla, ma fu subito soffocato con un imbroglio facendogli così pagare questo suo tentativo di rivolta. Noi non gli credemmo, dicemmo tutti che esagerava e che lo faceva per interessi personali.
Caro Diego, ti chiedo umilmente scusa, per non averti appoggiato in questa tua battaglia, avevi visto quello che noi non riuscivamo ancora a vedere, bloccati da un deficit di coraggio che a te invece non è mai mancato".

Non ho mai capito il significato di "meglio tardi che mai". Per me quando è tardi è tardi.
Forse, come per le parole di Tardelli, è accettabile, ma in Italia siamo da tempo al "mai meglio che troppo tardi".
Alla prossima...