"Gracias a la vida que me ha dado tanto Me ha dado la risa y me ha dado el llanto Asi yo distingo dicha de quebranto, Los dos materiales que forman mi canto, Y el canto de ustedes que es mi mismo canto, Y el canto de todos que es mi propio canto Gracias a la vida que me ha dado tanto...".
"Gracias a la Vida" è un notissimo brano argentino di Joan Baez e Mercedes Sosa.
"Mi ha dato il riso e mi ha dato il pianto" è la strofa che può essere trasferita nello stato d'animo della nazionale Albiceleste. Dopo il rigore in apertura trasformato da Messi, agli spettatori, ma soprattutto ai protagonisti in campo, sembrava che fosse l'inizio della "vendemmiata" di gol e invece...

E' arrivata la prima sorpresa del Mondiale qatariota: l'Argentina è stata sconfitta dall'Arabia Saudita grazie ai gol a inizio secondo tempo di Alshehri e Aldawsari che hanno ribaltato il risultato. Dopo 36 gare senza sconfitte, dunque, si interrompe la striscia positiva della squadra di Scaloni, costretti a piegarsi sul campo dinanzi a una gagliarda compagine saudita.
La gara si apre subito con Messi pericoloso e solo una prodezza di Alowais gli nega la gioia del gol, che però arriva poco dopo per il numero 10 su un penalty, dopo un fallo di Abdulhamid che trattiene in area Paredes, sugli sviluppi di un corner. L'Argentina, in vantaggio, tiene il pallino del gioco e va anche in gol un altro paio di volte con Lautaro Martinez: al 28esimo e al 35esimo, ma prima la Var e poi il guardalinee strozzano in gola l'urlo di gioia dell'attaccante per fuorigioco.
L'Arabia Saudita ferma così anche le incursioni degli esterni offensivi Di Maria e del Papu Gomez, ma soprattutto ingabbia De Paul in mezzo al campo con l'ex Udinese che sbaglia un paio di ripartenze. Sul finale della prima frazione di gioco va vicino al gol il giocatore di Lei, ma la conclusione volante, dopo l'incursione dalla destra, viene parata senza patemi dall'estremo difensore saudita. Nei minuti di recupero si fa male il capitano Alfaraj, costretto al cambio, viene lanciato nella mischia Nawaf Al Abed.
Nella ripresa, più che un incontro di calcio, sembra di assistere a un film di Sergio Leone: Tuco, Sentenza e Nessuno vengono "trasportati" nei corpi degli eroi sauditi.
Succede quello che nessuno si aspetta... 
Due minuti di gioco e pareggio: Alshehri incrocia di sinistro, dopo aver ricevuto palla da un controllo non perfetto di Al-Buraikan, e, sfuggito alla marcatura di Romero, trafigge Emiliano Martinez per il gol. Al minuto 54 l'opera viene completata da Aldowsari: eurogol a giro dalla destra e il guardiano argentino è battuto nuovamente. Scene, ovviamente opposte, di ordinaria follia sugli spalti. La squadra saudita è aggressiva a tutto campo, l'Argentina sembra essere rimasta negli spogliatoi. Scaloni prova a dare la scossa con un triplo cambio: dentro Lisandro Martinez, Alvarez e Fernandez rispettivamente al posto di Romero, Gomez e Paredes. Al 67° arriva il primo cartellino giallo del match: sanzionato Almalki per un fallo su Otamendi. Al 71° altro cambio per gli argentini: dentro Acuna e fuori Tagliafico sulla corsia mancina. Al 73° Messi libera con l'esterno Di Maria, parato agevolmente da Alowais. L'Argentina preme, l'Arabia Saudita si difende con ordine, foga (alla fine saranno 7 gli ammoniti) e soprattutto spinta dai suoi tifosi sugli spalti. All'80esimo Messi manda alle stelle una punizione dai 25 metri. Ci prova ancora il 10 argentino, colpo di testa su assist di Di Maria, ma para a terra Alowais. In campo succede di tutto: sembra una corrida! Al 90° la grande occasione: palla scodellata in mezzo da De Paul, esce il portiere Alowais a smanacciare sulla testa di Otamendi, poi la sfera arriva sui piedi di Alvarez, ma il suo tiro viene salvato sulla linea dal neo entrato Alamri.
Assedio finale dell'Argentina ma resiste il muro saudita. Triplice fischio dopo ben 8, poi divenuti 14 a causa di un infortunio, minuti di recupero! La prima gara del Mondiale in Qatar si apre con una sconfitta per gli eredi di Maradona; ora dovranno fare i conti con Messico e Polonia per il passaggio del Girone C.
"La squadra è devastata. È un colpo molto duro, pensavamo di partire bene, con tre punti, come dicevamo prima della partita. Ci avrebbe dato tranquillità. Ma questo gruppo si distingue per l'unità, per la sua solidità, ed è ora di essere più uniti che mai, di tornare alle origini e al nostro gioco. È un colpo durissimo, una sconfitta che fa male, ma dobbiamo continuare ad avere fiducia in noi stessi. Proveremo a battere il Messico. Il gol segnato in fretta ci ha fatto male, ci ha tratto in inganno". Le parole del capitano, ex Barcellona, risuonano come le campane a morto.

Argentina-Arabia Saudita 1-2
Marcatori: 10' Messi, 48' Alshehri, 54' Aldawsari.
ARGENTINA (4-2-3-1): E. Martinez 6; Molina 5.5, Romero 4 (59' Lisandro Martinez 6), Otamendi 6, Tagliafico 5 (71' Acuna 6); De Paul 4.5, Paredes 5 (59' Fernandez 6); Di Maria 6, Messi 6, Gomez 5.5 (59' Alvarez 5.5); Lautaro Martinez 5. 
Commissario tecnico: Scaloni
ARABIA SAUDITA (4-4-2): Alowais 7.5; Abdulhamid 6, Altambakti 7, Albulayhi 7, Alshahrani 6.5 (99' Al Breik SV); Kanno 7, Almalki 6.5, Alfaraj 6.5 (45' Nawaf 6 (88' Alamri 6.5)) Al-Buraikan 6.5 (88' Asiri SV); Alshehri 7 (78' Al Ghannam 6), Aldawsari 7.5. 
Commissario tecnico: Renard

Per fare un po' di gossip, altrimenti ci prendiamo troppo sul serio, sia mai, sicuramente puntare sull'Argentina sembrava la soluzione più semplice visto che la nazionale di Scaloni era ampiamente favorita nei pronostici rispetto alla formazione saudita. È quello che ha pensato, probabilmente, anche un anonimo giocatore che ha deciso di investire in scommesse una cifra monstre, un po' come quelle a cui ci ha abituato la popolare star della musica Drake.
A rivelare tutto è stata l'agenzia TAB, attraverso il suo profilo ufficiale Twitter. Questo ricchissimo utente ha investito la bellezza di 160 mila sterline, ovvero circa 185 mila euro, su una puntata: si è giocato l'1 e quindi la vittoria dell'Argentina, ipotizzando un successo dei sudamericani in un confronto che sulla carta sembrava senza storia. E invece ecco il colpo di scena, e l'imprevedibilità del Mondiale, con il successo dell'Arabia. Una vera e propria beffa dunque per questo scommettitore, che in caso di vittoria avrebbe portato a casa un profitto di "soli" 20 mila sterline, circa 24 mila euro. Insomma, non proprio la giocata ideale: considerando la quota irrisoria di 1.13, questo scommettitore ha perso una cifra enorme, nella speranza di una vincita comunque "esigua" rispetto appunto a quanto puntato.
Pensare che mia moglie, a inizio torneo, tuonando e sapendo, mi ha apostrofato con la solita... nenia: "Anche questa volta hai deciso di cestinare 5 euro con la tua convinzione sull'Inghilterra?". Spero che quel tizio, per la sua incolumità, sia celibe...

"Was ist los mit dir, mein Schatz? Aha Geht es immer nur bergab? Aha Geht nur das was du verstehst? Aha This is what you got to know? Loved you though it didn't show
Da, da, da
Da, da, da
Da, da, da
Da, da, da...".
Oggi l'ho presa a cantare, per cui non potevo che proseguire con il tormentone degli anni '80 "Da Da Da" brano dei Trio, gruppo tedesco.
"Che c'è che non va tesoro? Va sempre tutto a rotoli? Va solo quello che capisci? Aha, questo è quanto ti è dato sapere da-da-da-da".
Penso che questo, potrebbe essere un colloquio in una qualsiasi casa germanica dopo la disfatta della squadra di Flick.

Arriva la seconda sorpresa dal gruppo E.
Il Giappone ha battuto in rimonta la Germania con i gol di due calciatori subentrati nella ripresa: Doan e Asano. I tedeschi erano passati in vantaggio nel primo tempo grazie a un rigore di Gundogan.
Parte molto bene la squadra nipponica che mette in difficoltà la Germania. Al 17° arriva la prima occasione per i tedeschi con Rudiger che svetta di testa sugli sviluppi di calcio piazzato, ma la palla termina di poco fuori. Lentamente cresce la squadra di Flick e guadagna campo. Gundogan va vicino al gol del vantaggio al termine di un'azione corale, ma il suo tiro viene respinto dalla difesa del Sol Levante.
Al minuto 30 l'episodio che sblocca la gara: Gonda travolge in area Raum, l'arbitro non ha dubbi e fischia il calcio di rigore. Dal dischetto va il giocatore del Manchester City che non sbaglia. La Germania continua ad attaccare, manca una reazione concreta da parte del Giappone. Sul finale arriva anche il gol del 2-0 di Havertz, ma la Var annulla per fuorigioco. Nella seconda frazione parte forte la compagine tedesca con il talentuoso Gnabry che colpisce la traversa con un potente destro. Musiala, scatenato, mette a sedere tutta la difesa ma spara alto. Al 61° va vicino alla sua doppietta personale Gudogan che entra in area e coglie il palo di destro, scheggiandolo. Il Giappone prende campo e coraggio, e spesso infastidisce la difesa della Germania soprattutto con veloci contropiedi.
Al 72° è decisivo Neuer: il portiere compie un autentico miracolo! Nulla può, pero', tre minuti dopo: tirocross di Minamino, sulla respinta si avventa Doan che pareggia. Flick prova a scuotere la squadra, ma è ancora il Giappone a colpire con un altro subentrato: lancio dalle retrovie di Itakura, Asano (6 gol in quattro anni...) stoppa da fuoriclasse, entra in area e batte Neuer con un tiro sotto la traversa. La Germania prova il finale arrembante ma senza grosse occasioni. L'unica degna di nota, al quinto minuto di recupero, un tiro di Goretzka di poco a lato.
Vedere la faccia, con la classica parlata velocissima, del mister nipponico non ha prezzo: sembrava Captain Tsubasa dopo aver gioito per i gol dei suoi pupilli Holly e Benji.

Germania-Giappone 1-2
Marcatori: 31' Gundogan, 75' Doan, 83' Asano.
GERMANIA (4-2-3-1): Neuer 6.5; Süle 5.5, Schlotterbeck 5, Rüdiger 5, Raum 6.5; Kimmich 6, Gundogan 7 (67' Goretzka 6); Gnabry 5.5 (89' Moukoko SV), Musiala 6 (79' Gotze 5.5), Havertz 5 (79' Fullkrug 5.5); Muller 5 (67' Hofmann 5). 
Commissario tecnico: Flick. 
GIAPPONE (4-2-3-1): Gonda 5.5; Sakai 6 (75' Minamino 6.5), Yoshida 6.5, Itakura 7, Nagatomo 5 (56' Mitoma 6.5); Endo 6, Tanaka 6 (dal 71' Doan 7); Ito 6.5, Kamada 6.5, Kubo 5 (46' Tomiyasu 6.5); Maeda 5.5 (56' Asano 7). 
Commissario tecnico: Moriyasu.

Di Marocco-Croazia, c'è soltanto il debutto di un Viola: Amrabat; e che debutto!
Partita piuttosto scialba, nel complesso, impreziosita da una magistrale prestazione del nostro centrocampista. Mi sono stropicciato gli occhi, quando ho visto cose che voi umani non avreste mai potuto immaginare: Modric che fa un fallo di frustrazione su un Amrabat che sembra imprendibile. E' successo davvero nel match che ha aperto il gruppo F e che ha eletto il "nostro pelato" come l'assoluto protagonista. Se il regista viola infatti non è stato il migliore in campo, poco ci manca. Al punto tale che, oltre ai ripetuti attestati di stima arrivati dal commentatore tecnico della Rai Stramaccioni (gasatissimo), il nome di Amrabat è per qualche minuto persino diventato trend-topic su Twitter.
Per spiegare l'importanza che riveste Amrabat nel Marocco, basterebbe rivedere lo sguardo terrorizzato del ct dei "Leoni dell'Atlante" Regragui alla fine dell'intervallo. "Sofy" infatti, per un motivo ancora non chiaro, si era attardato negli spogliatoi ed è rientrato in campo solo a ridosso dell'inizio del secondo tempo. Nell'attesa che il play facesse capolino, ha mandato, modello ispettore Clouseau, un magazziniere a cercarlo di corsa e poi è sceso nella pancia dello stadio lui stesso, talmente alta era la tensione. Alla fine, la gara è ripresa senza troppi patemi. E sui soliti livelli di intensità da parte del giocatore.
Il vero sussulto, semmai, lo hanno avuto proprio i marocchini quando al 52° il nostro eroe, ex Hellas, ha salvato sulla linea una ghiotta occasione della Croazia dopo un miracolo del portiere Bono. 

Marocco-Croazia 0-0
Formazioni, tabellino e voti non pervenuti perché ero a fare la spesa e, successivamente, a portare Gioia a fare pipì...

"Messico e nuvole la faccia triste dell'America il vento insiste con l'armonica che voglia di piangere ho...", cantava Jannacci. Effettivamente, il match contro la Polonia ci ha fatto lacrimare per la noia: uno 0-0 opaco con la suspense, unica, del rigore parato da Ochoa a Lewandowski nel secondo tempo.
Il Messico parte forte e crea dopo 5 minuti la prima potenziale occasione da gol: sgasata di Lozano sulla destra, l'esterno del Napoli mette in mezzo per l'accorrente Vega a cui però non riesce il tap-in. La Polonia comincia a carburare nella prima metà della prima frazione prendendo in mano il possesso e provando qualche folata con i suoi esterni, ma negli ultimi 30 metri risulta piuttosto inefficace. Al minuto 26 la chance migliore per il Messico per sbloccarla: cross di Herrera, Vega di testa indirizza verso l'angolino ma la sfera esce di poco alla sinistra di Szczesny. Poco prima del riposo ci prova anche Sanchez con un tiro da posizione defilata, ma il portiere della Ju... Juv..., insomma di Lei, seppur con uno stile rivedibile, devia in corner. A inizio ripresa c'è Bielik in campo al posto del romanista Zalewski: è l'unico cambio tra le due compagini. Al 58° episodio chiave: Lewandowski si procura un rigore (molto dubbio) per il fallo di Moreno in area, dal dischetto il centravanti del Barcellona si fa ipnotizzare dal numero 1 messicano. Nel finale le occasioni latitano e i ritmi si abbassano: le squadre si dividono la posta in palio, la gara termina a reti bianche.

Messico-Polonia 0-0
MESSICO (4-3-3): Ochoa 7; Sanchez 6.5, Montes 6.5, Moreno 5, Gallardo 6; Alvarez 6, Herrera 5 (71' Rodriguez 6.5), Chavez 6; Lozano 6, Martin 6 (71' Jimenez 5), Vega 6 (84' Antuna SV). 
Commissario tecnico: Martino
POLONIA (3-5-2): Szczesny 6; Cash 6, Glik 6, Kiwior 6.5; Bereszynski 6.5, Kaminski 5.5, Krychowiak 5.5, Zielinski 5 (87' Milik SV), Zalewski 6.5 (46' Bielik 6); S. Szymanski 5.5 (71' Frankowski 6), Lewandowski 4. 
Commissario tecnico: Michniewicz

La partita del Belgio, contro la mia squadra preferita per ragioni di due cuori meravigliosi, il Canada, è stata sciupata dall'arbitro e da uno scivolone del telecronista della Rai Alberto Rimedio.
Per quanto i nordamericani ci siano andati molto vicino, non soltanto in occasione del rigore che Courtois ha parato alla stella del Bayern Alphonso Davies, a decidere la partita è stata la rete di Batshuayi al 44°, abile a sfruttare un’incertezza difensiva degli avversari.
Il direttore di gara, signor Janny Sikazwe dello Zambia, era finito già nell’occhio del ciclone durante l'ultima Coppa d’Africa quando fischiò erroneamente due volte la fine di Tunisia-Mali. La prima al minuto 85, la seconda all’89° scatenando le proteste dei tunisini che chiedevano un corposo recupero. L’arbitro, in totale confusione, dovette uscire scortato dalla polizia. Diciamo subito che un incapace, fatto sempre salvo il diritto dell'onestà, non dovrebbe arbitrare. La colpa, per cui, è averlo portato in questa competizione. Vedere la faccia di Collina, ripetutamente inquadrato, con gli occhi ancora più sbarrati, denota l'errore marchiano avvenuto a monte. La conduzione di partita, con il rigore assegnato solo grazie alla Var e altri due netti non concessi al Canada (retropassaggio del difensore belga che non era ovviamente fuorigioco, poi fischiato, con conseguente fallo da penalty. Pestone solare e inequivocabile di Witsel, entrambi sullo 0-0), è apparsa almeno inadeguata.
Nel presentare la terna arbitrale, la prima voce della televisione di stato, ha parlato di "tante razze per quanto riguarda gli arbitri impegnati in questa partita". Una frase che non è passata inosservata: si è scatenata una bufera, dato che molti utenti hanno subito puntato il dito contro il termine usato dal telecronista, definito quanto meno "improprio". Una vera tempesta, tanto che lo stesso, a inizio ripresa, si è scusato in diretta per la terminologia usata, chiarendo che non aveva alcun intento discriminatorio e che il termine corretto da usare sarebbe stato quello di "nazionalità". 

Belgio-Canada 1-0
BELGIO (3-4-3): Courtois 7; Dendoncker 6, Alderweireld 6.5, Vertonghen 6; Castagne 5.5, Tielemans 5.5 (46' Onana 5.5), Witsel 5.5, Carrasco 5 (46' Meunier 6); De Bruyne 6, Batshuayi 7 (78' Openda SV), Hazard 5 (62' Trossard 6).
Commissario tecnico: Martinez 
CANADA (3-4-3): Borjan 6; Johnston 6.5, Vitoria 5, Miller 6; Hoilett 5.5 (58' Larin 5.5), Hutchinson 6.5 (58' Konè 6), Eustaquio 6 (81' Osorio SV), Laryea 6.5 (74' Adekugbe 6); Buchanan 6.5 (81' Millar SV), David 6, Davies 6.
Commissario tecnico: Herdman
Di Francia-Australia (4-1), Danimarca-Tunisia (0-0) e Spagna-Costarica (7-0) sarà meglio che sorvoli.

Ci sarà l'ennesima cosa poco buona di Qatar 2022? A quanto pare sì: sarà l'ultimo Mondiale a 32 squadre. Dal 2026, torneo ospitato da Canada, Messico e Stati Uniti, si passerà a 48 squadre. A quel punto, per quanto noi italiani vorremo metterci d'impegno a complicarci la vita da soli, difficilmente resteremo fuori, ma la competizione meramente sportiva sarà inevitabilmente ancora più al ribasso.

Per concludere, rimanendo sul... canterino, "Erba di casa mia", cantava Massimo Ranieri. "Quanta emozione, un calcio ad un pallone". L'emozione magari è la stessa, ma sull'erba (dando per scontato che sia quella del campo...) non garantisco visto che per irrigare e rendere giocabile quella dei Mondiali in Qatar, considerando le specificità climatiche di quella parte di mondo, saranno necessari 10 mila litri d'acqua a partita. 
In tempi di climate change, non è affare da poco.
Aspetterò, sempre con fiducia e soprattutto pazienza, che si cominci a parlare di calcio, piuttosto che di altro come è accaduto in queste prime partite. 
Farò, non per taratura fisica, come l'orso polare delle Svalbard, creatura imponente, che è capace di stare giorni e giorni in attesa davanti a uno dei buchi scavati dalle foche, suo piatto preferito, le quali nuotano sotto la spessa crosta di ghiaccio e debbono respirare ogni tre quarti d'ora circa.
Prima o poi, quindi, la foca emerge e l'orso polare l'acchiappa; per vivere gliene basta una a settimana. Il mammifero è a basso mantenimento, paziente e sa contentarsi.
Perdere la pazienza significa perdere la battaglia, diceva il Mahatma Ghandi.
Alla prossima...