Storie di calcio - III stagione - XVII episodio

"Ancora ripenso a quel gol annullato. Era l’epoca in cui alzavi la bandierina per fare un favore…"

La nuova Serie A degli anni ottanta, prevedeva la riapertura (poi concretizzatosi) delle frontiere dopo quindici anni. I club italiani potevano riacquistare di nuovo un giocatore straniero in virtù del progressivo impoverimento della qualità del gioco e del numero di goal. Intanto, il campionato regala emozioni infinite, una di queste è la lotta scudetto tra Juventus, Roma e il Napoli.
Tutto cambia, quando il 10 maggio 1981 va in scena il big match tra Juventus e Roma. Sarà una partita da mille polemiche, perchè un certo Turone segna un goal pesantissimo in ottica scudetto, ma l'arbitro annulla incredibilmente il vantaggio per un presunto fuorigioco. Il difensore è incredulo e ancora non riuscirà a capire il motivo della rete non convalidata. Per decenni, è stato l'episodio più controverso della Serie A 1980/81. La rabbia dei tifosi romanisti è ancora tanta.

La sedicesima puntata la dedichiamo proprio a lui: Maurizio Turone per tutti "Ramon."
Nato a Varazze il 27 ottobre 1948, il ragazzo inizia la sua carriera con il Genoa passando poi al Milan nel 1972 dove conquisterà per due volte la Coppa Italia e la Coppa delle Coppe. Dopo una breve parentesi con il Catanzaro, Turone si trasferisce alla Roma. Durante la stagione 1980/81, i giallorossi entrarono in conflitto con la Juventus pluriscudettata di Boniperti e Trapattoni nella lotta per il titolo. Alla vigilia, la Juve è capolista, con un punto di vantaggio sulla Roma inseguitrice. 
Si arriva all'epilogo del 10 maggio con la partita che si preannuncia aspra, nervosa e frenetica. Tra tutti, ci si mette in mezzo l'arbitro Bergamo che estrae il cartellino rosso a Furino al solito eccessivo nelle entrate. Pochi istanti dopo, arriva proprio la rete di Turone grazie ad una sponda di Pruzzo, il difensore giallorosso esulta, mentre Dino Zoff fa il cenno con la mano come se dicesse che la rete non valeva. L'arbitro Bergamo aveva prima convalidato il goal, ma il guardalinee Sancini alzò la bandierina, perchè il difensore era in posizione di fuorigioco. La Juventus ringrazia e vola verso il suo diciannovesimo scudetto.

"Fu l’incontro più difficile della mia carriera di arbitro, ma non per via del gol annullato a Turone. Quel faccia a faccia tra Juve e Roma fu durissimo, una tensione enorme, i giocatori si producevano in contrasti feroci. Al fischio d’inizio Furino si avventò su Falcao e lo atterrò in modo vistoso, inevitabile il cartellino giallo. Qualcosa del genere aveva combinato Tardelli su Rivera in Juve-Milan 1977-78. Furino si ripetè nella ripresa, con un brutto tackle sulle gambe di Maggiora. Altro giallo e conseguente espulsione. Furino non disse parola e uscì."

Il guardalinee Sancini  riguardò per tante volte il goal e disse che era fuorigioco:
"No, presi la decisione giusta. Ero in linea e in mente ho un flash nitido: Turone oltre la linea della palla al momento dell’assist di testa di Pruzzo. Quel giorno la Rai lavorò con poche telecamere a causa di uno sciopero, ma De Laurentiis, giornalista del secondo canale, disponeva di una moviola speciale, il Telebeam, e provò con precisione l’irregolarità: secondo la macchina Turone era in fuorigioco per 10 centimetri. A me, però, spiace che Bergamo non sia convinto, tra noi c’era sintonia e lui è stato il direttore di gara più bravo della sua generazione. Bergamo era migliore di Agnolin."
Nascerà nel corso degli anni il cosiddetto "goal di Turone" che rimase un argomento molto caldo e rinfuocò una rivalità agguerritissima tra Juventus e Roma.
Il difensore dopo aver lasciato la Roma, andò a giocare nel Bologna, Savona e Cairese dove chiuse la sua carriera da giocatore. 
Turone non riesce a togliersi dalla testa il goal annullato dal guardalinee Sancini. Disse che la dinamica dell’azione era infatti semplice e sul fatto che lui arrivasse da dietro non potevano esserci dubbi. 
La palla avvelenata di un giocatore che avrebbe voluto vincere il suo primo scudetto con la Roma.
L'ingiustizia ancora una volta ha voluto dare ragione, purtroppo.

Un abbraccio Pasqui