Storie di calcio - stagione II - episodio XI

"La squadra è come un buon piatto di carne. A volte basta cuocerla a fuoco lento, altre volte serve pressione o brace."

Amici, vi ricordate Pluto, il cane più coccoloso amato dai bambini nei fumetti di Topolino? Un po' tutti siamo cresciuti con questo personaggio dal carattere amoroso e giocherellone. In realtà, a Roma i tifosi giallorossi lo hanno visto dal vivo, ma era di razza brasiliana. Il suo nome è Aldair Nascimiento dos Santos. Per tutti più semplicemente Aldair. 

Nato a Ilhèus il 30 novembre 1965, si trasferì ben presto con i familiari a Rio de Janeiro per cercare di coltivare il sogno di diventare un grande calciatore. Visse con un parente nel quartiere di Copacabana. A soli 16 anni, il giovane Aldair fece un provino con il Vasco da Gama. Però non andò per il verso giusto e viene scartato dopo un periodo di prova perchè non era ancora pronto per la dimensione del club quanto e per quella della megalopoli.
A bussare la porta dopo alcuni anni è il Flamengo. Siamo nel 1985 e il brasiliano riceve un colpo di grazia. Dopo una fisiologica fase di ambientamento, si ritaglia la possibilità di strappare una maglia da titolare. Con i rossoneri, mette in mostra la sua prova di forza giocando sotto l'ala protettiva Leandro, compagno di reparto e leggenda del MengãoAldair, al suo primo anno conquistò il suo unico campionato brasiliano emergendo in sette occasioni. Era soltanto l'inizio.
Ad aprire le porte dell'Europa ci pensò il Benfica. Detto ciò, la società portoghese incassa il colpo e il difensore prese il posto del partente Carlos Mozer ceduto nel frattempo al Marsiglia. In terra lusitana, il brasiliano vince la Supercoppa, ma perde la Coppa dei Campioni per mano del Milan nella notte di Vienna. Ma soprattutto contribuisce a farlo diventare uno dei più sopraffini interpreti nel ruolo di difensore centrale negli anni a venire.
Il suo nome arriva anche in Italia, dove raccoglie diversi estimatori colpiti dal senso dell’anticipo e dall’eleganza in impostazione di gioco. In seguito, il difensore viene convocato dal Brasile per disputare la Copa America 1989. Partito come riserva, il difensore sale in cattedra e divenne titolare inavomibile dei verdeoro. Da esordiente, riesce a conquistare anche il primo trofeo con la nazionale.
La Roma che stava vivendo gli ultimi anni di presidenza di Dino Viola, decide a tutti i costi di portarlo nella capitale. E ci sono riusciti. Il club giallorosso lo acquista per ben sei miliardi di lire. La storia d'amore tra Aldair e la maglia giallorossa può cominciare. Un amore, destinato a durare per ben 13 anni.
Si impone tra i difensori perfetti della sua generazione.
Divenne anche il capitano, prima di cedere l'onore ad un ragazzino ventenne sconosciuto, che ne sentiremo parlare fino ai giorni nostri, colui che diventerà il miglior calciatore della storia della Roma: Francesco Totti.
I tifosi romanisti si coccolano Aldair e pensate un po', gli danno anche un soprannome; lo chiameranno "Pluto", perchè assomigliava al cane del migliore amico di Topolino. 
In nazionale accumula altri titoli. Vinse il mondiale americano del 1994, la seconda Copa America e la prima edizione della Confederations Cup. Però con la Roma vinse soltanto la Coppa Italia e il rapporto tra il brasiliano e i giallorossi rischia di rompersi subito.

Siamo nell'estate del 1999 e l'Inter prova a scipparlo. Riesce a firmare il pre-contratto, ma grazie all'intervento del presidente Franco Sensi e del neo-allenatore Fabio Capello, il difensore cambia idea e giura amore eterno alla Roma.

Il suo desiderio era quello di vincere lo Scudetto con i giallorossi. Il 2001 è l'anno giusto e la Roma si mette in tasca il suo terzo tricolore della sua storia grazie ad uno straordinario lavoro di Fabio Capello che ha costruito un gruppo coraggioso e vincente. Il difensore brasiliano disputa un'annata zoppicante. Sarà relegato a comparsa per via di una serie di guai fisici, tra cui la rottura del legamento crociato del ginocchio destro che gli fa saltare anche la gara decisiva contro il Parma all’Olimpico il 17 giugno.
Aldair conquista anche la Supercoppa Italiana ed entra dritto nella storia dei giallorossi. Diventa il primo giocatore romanista a vincere tutte e tre le competizioni italiane.

Il 23 marzo 2003 avviene un episodio molto interessante. I giallorossi sfidano il Piacenza e vinsero per tre a zero da depositare nella bacheca dei ricordi. Sul finire della partita, i padroni di casa ottengono un calcio di rigore. L'intero stadio invoca il nome di Aldair. Il destro del brasiliano non porta fortuna con Orlandoni che neutralizza il dischetto tirato dal difensore romanista. Al termine della partita, il portiere piacentino lo consola, quasi dispiaciuto dall’aver rovinato un momento del genere.
Terminata l'esperienza con la Roma (decisa a ritirare la maglia numero sei poi presa da Kevin Strootman), Aldair scende nella serie cadetta dove veste la maglia del Genoa. Al termine della stagione, annuncia il suo primo ritiro dal calcio.
Poi ci ripensa e nel 2007 torna in campo con la maglia del Murata (squadra del San Marino) che doveva disputare i preliminari di Champions League. A soli 41 anni riesce a vincere il suo primo campionato sanmarinense al suo esordio alle pendici del Titano. Aldair appese definitivamente le scarpette al chiodo per la seconda ed ultima volta.

Un brasiliano che ha dato molto con la maglia della Roma. Il suo italiano imperfetto, con una aggiunta di un luccichio negli occhi e di un sorriso accennato ha contraddistinto la sua intera carriera.
Un abbraccio Pasqui