Il calcio si sa, non è solo uno sport.
Il calcio ormai è vita, passione, gioia e dolori. E’ un’esplosione di emozioni, di colori e di sfumature, le quali hanno reso questo gioco il più bello del mondo.

Nel corso degli anni, il calcio ha subito diverse modifiche al regolamento e all’assegnazione dei punti per la classifica, ma non c’è mai stata una vera rivoluzione in questo sport. Beh è lo sport più bello e seguito del mondo perché cambiarlo?
E invece c’è chi non la pensa così, c’è chi vorrebbe un calcio diverso, più vivo, più spettacolare e travolgente, ma è possibile migliorare questo calcio?

C’è una persona in particolare che ha fatto molte proposte in questo senso e che dire, non è nemmeno uno degli ultimi arrivati, stiamo parlando del cigno di Utrecht, Marco Van Basten.
L’olandese non ha mai nascosto le sue idee per rivoluzionare il calcio e per questo è stato anche duramente criticato da molti suoi colleghi.

Ma quali sono le idee di Van Basten? Analizziamole.

-Tempo di gioco effettivo.

Tutti ben sappiamo che le partite di calcio durano 90 minuti frazionati in due tempi da 45, più vari minuti di recupero. In media in una partita la palla esce 60 volte e ci spesso ci sono innumerevoli perdite di tempo, spesso volontarie, e il gioco ( di un’ intera partita ) non arriva quasi mai ad un’ ora di gioco effettivo. Anzi più di frequente è capitato che il gioco effettivo sia rimasto sotto i 45 minuti totali. Incredibile.

Van Basten in questo senso vorrebbe che almeno gli ultimi 10 minuti di ogni partita, siano effettivi e ad ogni interruzione l’arbitro fermi il cronometro e fischi la fine appena scattano i 45.

Se guardiamo altri sport, come il basket, il football americano o la pallanuoto, il tempo viene sempre fermato ad ogni interruzione, in modo da garantire un tempo di gioco effettivo identico per tutte le partite, cosa che nel calcio non avviene.

Anche fare due tempi da 30 minuti effettivi potrebbero essere una buona soluzione, lo spettacolo non dovrebbe rimetterci, anzi forse con meno perdite di tempo cercate e volontarie, la partita sarebbe sempre “ vera e combattuta”.

- Espulsioni a tempo e per somma di falli.

Su questo addirittura Capello aveva proposto di modificare la regola, aggiungendo un cartellino arancione, il quale farebbe uscire il giocatore dal campo per un periodo di tempo limitato e non per tutta la partita.

Van Basten, invece, vorrebbe un’ espulsione a tempo ( circa 10 minuti di gioco effettivi ) dopo un tot di falli commessi ( ad esempio 5 ).

Una buona idea, dato che a volte capita che una squadra debba giocare più di un tempo in 10, con grandi difficoltà di rimanere in partita.
C’è un però.
Se un giocatore non viene espulso per tutta la partita dopo un brutto fallo ( o due brutti falli ) i giocatori potrebbero essere più propensi a fare entrate dure e pericolose a discapito dell’incolumità fisica dell’avversario.
La proposta di Capello, quindi, pare quella più percorribile, fai un fallo cattivo, ma non proprio da rosso? Stai fuori 10 minuti e al prossimo vai fuori tutta la partita.
E se le squadre non rimanessero mai in inferiorità numerica? Forse sarebbe più giusto vedere sempre partite 11 contro 11, ma come detto prima, potrebbe aumentare la propensione a commettere brutti falli.

- Non più rigori, ma shoot out.

Per Van Basten i rigori non sono emozionanti, tutto si chiude in un secondo e a meno di un errore dell’ attaccante il gol è sempre assicurato.

Lo shoot out, invece, consisterebbe in una azione uno contro uno tra attaccante e portiere.

Sicuramente, un uno contro uno, è molto più spettacolare e premierebbe più le qualità di un singolo: per fare gol devi essere bravo e per parare idem. Insomma sarebbe un metodo un po’ più meritocratico rispetto ad un tiro dal dischetto.

Il presidente FIFA Infantino ha sposato l’idea in questo caso e probabilmente vedremo gli shoot out nei mondiali del 2026 a 48 squadre.

- Solo il capitano può parlare e confrontarsi con l’arbitro.

Troppe volte nel calcio vediamo arbitri accerchiati da giocatori che urlano e inveiscono contro di lui dopo una decisione a sfavore. Questa proposta di Van Basten è intelligente e logica. Vedere queste scene in campo è fastidioso e soprattutto diseducativo verso i più piccoli che praticano questo sport.

Solo il capitano e solo a gioco fermo, può chiedere chiarimenti all’arbitro e chiunque non rispetti la regola, verrà sanzionato.

- Diminuzione delle partite stagionali.

E’ vero, i giocatori guadagnano fior di quattrini, ma ultimamente i giocatori sono costretti a giocare un grande numero di partite ( senza contare amichevoli varie ) diminuendo spesso la qualità messa in campo e aumentando i rischi di infortunio.

Purtroppo il calcio non è solo uno sport, ma è anche business e diminuire le partite va a cozzare con il marketing.

In questo senso la FIFA non pare volere diminuire il numero di impegni stagionali, anzi pare si vada ogni anno ad aumentare le partite e c’è la volontà di ampliare ancora di più le competizioni internazionali.

Vedremo come si evolverà la situazione, ma anche i giocatori ( pur guadagnando cifre astronomiche ) sono persone e sono umani e meritano l’opportunità di scendere in campo sempre al meglio.

- Abolizione del fuorigioco.

La più clamorosa e la più contestata tra le proposte di Van Basten.
Immaginatevi di entrare in un bar durante una partita di calcio, magari la finale di un mondiale e dire a davanti a tutti che togliere il fuorigioco migliorerebbe il calcio. Probabilmente dopo pochi minuti avrete addosso una camicia di forza ben stretta e passerete il resto della vostra vita tra psichiatri e psicofarmaci.
Ma come giustifica questa affermazione il cigno di Utrecht? Beh il succo è quello, lo spettacolo. Per l’olandese il calcio assomiglia troppo alla pallamano, troppo statico con difese che si barricano in linea di fronte alla porta a discapito dello spettacolo. Per ovviare a questo problema, la soluzione è quella di abolire il fuorigioco.
Ma una partita fatta di tanti gol facili è spettacolo? Beh no. A volte anche uno 0 a 0 è spettacolare, poiché sono le azioni che ci danno la suspense e il gol è la gioia che si scatena per la finalizzazione ottimale dell’azione stessa.

Il fuorigioco è la regola fondamentale del calcio e senza di essa nulla sarebbe più come prima, sarebbe come giocare ad un altro sport. E’ vero, il fuorigioco in altri sport non esiste, ma qui c’è un problema di spazi. Vi immaginate una partita dove l’attaccante può stazionare davanti al portiere e ricevere tranquillamente palla? Impensabile.
Questa proposta è stata pienamente bocciata, ma si potrebbe modificare la regola del fuorigioco in modo da non vedere annullati gol ( in maniera ridicola ) per la punta del piede leggermente più avanti rispetto alla linea di difesa.

Morale della favola: la perfezione non esiste e si può sempre migliorare e il calcio non deve essere esente da questo. Per fortuna è stata introdotta almeno la VAR, uno strumento che oggettivamente aiuta davvero molto nelle decisioni arbitrali e che ci voleva per un calcio più credibile.
Forse è stata inserita un po’ tardi, ma come si suol dire meglio tardi che mai.
I tifosi, soprattutto quelli italiani, da buoni tradizionalisti, spesso storcono il naso di fronte al cambiamento, ma cambiare serve. Serve per poter migliorare e, in caso di errore, imparare cosa sia meglio o peggio.

Cambiare una regola, non implica per forza che quella regola dovrà esistere per sempre, ma è necessario almeno applicarla per toccare con mano vantaggi e svantaggi.

In fondo che male può fare?