A pallone ci possono giocare tutti, a calcio soltanto in pochi. ( Arrigo Sacchi )

 

Il calcio è uno sport imprevedibile, fatto di situazioni difficilmente calcolabili, anche definito come open skill, dove il gesto tecnico di un giocatore è fortemente condizionato dal contesto in cui si trova ed è fondamentale la rapidità di esecuzione del gesto stesso. Quest’ ultimo però dipende da molteplici fattori( posizione di compagni e avversari, condizioni metereologiche, condizioni fisiche, risultato della partita, ecc. ), infatti nel calcio le variabili sono pressoché infinite e l’imprevidibilità del gioco rende molto complicata la buona attuazione di uno schema predeterminato.

Uno dei grandi difensori e proclamatori di questa teoria è l’antiestesa per eccellenza nel calcio, Massimiliano Allegri.

<< Nel calcio ultimamente sento solo parlare di schemi, di robe, di cose è diventato troppa teoria. Prendete il basket, si fanno gli schemi, ma se alla fine non viene fuori nulla si dà palla al giocatore più forte che va in uno contro uno e tira. Oppure esce dai blocchi e tira...gli schemi non vengono bene nel basket figuriamoci nel calcio. >> ha dichiarato in un’ intervista l’allenatore livornese.

Quello che intende Allegri con la sua ultima frase, è che il calcio, dato che viene giocato coi piedi e quindi con i due arti non predisposi al controllo e alla gestione degli oggetti, è giocato su una superficie più ampia, il che aumenta ancora di più il numero di variabili rispetto al basket e renderebbe quasi impossibile applicare uno schema.

Nella dichiarazione di Allegri c’è però un’ incoerenza. Quando dice “ il giocatore esce dai blocchi e tira”, beh quello è uno schema. La guardia taglia il campo e un suo compagno di squadra ( di solito il lungo ) copre il suo taglio ponendosi sulla traiettoria del difensore, il quale ha per forza di cose un ritardo nella chiusura difensiva ed è costretto a concedere più spazio e tempo all’avversario.

Oltre questo, il basket è uno sport pieno zeppo di schemi: pick n’roll, pick n’pop, lo schema corna, l’attacco triangolo ecc. Non sempre questi vanno a buon fine, è vero, e l’azione va comunque conclusa entro i 24 secondi, ma sicuramente danno una base al gioco e senza di essi ogni azione offensiva risulterebbe complicata.

Nel calcio è la stessa cosa.

Lo schema in sé non nasce con lo scopo di risolvere una partita, ma ha invece lo scopo di mettere in difficoltà l’avversario o di creare lo spazio per una buona conclusione. Chiaramente per predefinire una giocata, i giocatori sono costretti a movimenti precisi e meccanici che possono limitare la qualità individuale, ma non è detto che uno schema debba essere continuamente applicato durante una partita.

 

Allegri dal canto suo ha sempre ribadito l’importanza della libertà individuale in campo, il giocatore deve essere libero sia dalla tattica che dagli schemi ed è lui stesso ad incaricarsi di trovare o creare la giocata decisiva.

Bisogna anche considerare che spesso le dichiarazioni di Allegri sono frutto di post partita abbastanza scomodi, dove opinionisti e giornalisti lo hanno spesso stuzzicato proprio sull’ aspetto del gioco e della tattica.

Allegri nelle sue risposte però estremizza troppo il ruolo della tattica e trasmette un messaggio alquanto rigido : tattica e schemi non contano nulla, la fortuna di una squadra sta nell’avere campioni.

Lui stesso in una conferenza stampa dello scorso anno ha dichiarato:

“ Il calcio è semplice, basta avere i giocatori più forti per vincere. “

Beh allora allenatori come Sarri, Klopp, Guardiola, Ancelotti sono tutti quanti dei fessi perché fanno del bel gioco e della tattica il loro punto di forza, però le loro squadre vincono giocando bene, cosa che le squadre di Max spesso non fanno.

Le parole di Allegri vengono ulteriormente smentite da risultati ottenuti da altri allenatori. Prendete ad esempio il Borussia di Klopp, era più forte del Bayern? Oppure l’Atletico Madrid di Simeone, che nel 2014 vinse la Liga, aveva per caso una rosa migliore di Real Madrid o Barcellona? O meglio ancora, la Juventus di Conte aveva una rosa superiore al Milan allenato dallo stesso Allegri? No, per niente.

 

Allegri sbaglia alla grande in questo caso e quando provano a farglielo notare risponde sempre con estrema arroganza, sembra che solo lui ha la verità assoluta.

E’ vero, ha vinto tanto, ma quando alleni la Juventus è piuttosto facile vincere.

Sono anni che il campionato italiano non ha rivali per la Vecchia Signora e nessuna squadra è mai riuscita ad allestire una rosa abbastanza competitiva per poter primeggiare sui bianconeri. Solamente il Napoli di Sarri, con la sua “inutile” tattica e il suo ancor più “inutile” bel gioco è riuscito ha impensierire la corazzata Juventus fino all’ultimo.

Le squadre di Allegri riflettono molto il pensiero calcistico del proprio allenatore, infatti anche quando era al Milan ( e aveva la squadra migliore del campionato ), la squadra rossonera non ha mai espresso un gioco convincente ( tra l’altro perdendo uno scudetto clamorosamente )e lo stesso nei suoi anni alla Juve.

Una merito però va riconosciuto a Massimiliano, ha raggiunto ( e perso ) due finali di Champions in tre anni e il suo gioco si è verificato comunque efficace, ma questo perché ha una grande squadra e un’ ottima capacità gestionale della rosa.

 

Nella conferenza stampa prima della partita contro il Cagliari l’allenatore ha dichiarato che in campionato serve molta più concentrazione rispetto alla Champions League, poiché in quest’ultima competizione la concentrazione verrebbe da sé. Un messaggio sbagliato per una squadra e Allegri è stato smentito subito dai suoi con una sonora sconfitta contro il Manchester United in casa a pochi minuti dalla fine.

Un grande allenatore non deve mai parlare così, la concentrazione deve essere sempre massima e sempre uguale in qualsiasi momento e contro qualunque avversario. Sembra quasi che Allegri, dato che ha perso due volte la Champions e vinto 4 campionati, con queste parole voglia dire vincere il campionato è più difficile che vincere la massima competizione europea, ma tutti sanno che non è così.

 

In conclusione, l’allenatore della Juventus non sopporta ricevere critiche nemmeno da colleghi illustri e va avanti con le sue idee testarde e cocciute. Caro Max, ha una grande fortuna ad avere la rosa che ha a disposizione, ad allenare la Juventus in uno dei periodi storici più favorevoli per la Vecchia Signora e adesso ha anche un certo Cristiano Ronaldo tra le sue fila. In queste condizioni si capiscono bene le tue parole: è tutto facile, è tutto semplice, ma dia retta...Il calcio è un’ altra cosa.